AKIBA’S BEAT

AKIBA’S BEAT

Giunge un nuovo titolo che sicuramente piacerà agli amici otaku direttamente dalla Acquire, casa nota per la saghe del Giappone medievale di Tenchu, Way of the Samurai e Shinobido, ma anche per la serie di Akiba’s Trip e i giochi per Smartphone come Road to Dragon (che con mio sommo rammarico è stato chiuso) e Divine Gate!

AKIBA’S BEAT Trama

Ci troviamo in Giappone, nel quartiere famoso per l’elettronica e le forte tinte otaku che hanno preso le sue strade e i suoi negozi, ovvero Akihabara, anche nota con il diminuitivo di Akiba.

Asahi Tachibana è un ragazzo giapponese che da qualche tempo segue la strada del NEET (not in education, employment or training, praticamente chi non studia, non lavora o non frequenta tirocini) godendosi la vita da otaku tra nuove uscite manga e programmi da seguire. Dopo essersi svegliato da un misterioso sogno, un sabato il ragazzo si incontra, dopo due ore e passa di ritardo, con Mizuki Aihara, un suo vecchio amico, che gli passa una copia di una rivista che stava cercando. I due, dopo aver parlato di come vanno le loro vite, si danno appuntamento l’indomani per andare a mangiare qualcosa di buono, dato che Mizuki è preoccupato per la dieta a base di schifezze e ramen istantanei di Asahi. Di ritorno a casa il ragazzo incontra uno strano figuro che sembra il tipico otaku degli apparati audio, che spara un monologo su quanto fosse meglio Akiba quando c’era il boom dell’audio. (si stava meglio quando si stava peggio… ai tempi miei… predicozzo di mezz’ora)

Il giorno dopo, con largo ritardo Asahi si sveglia e si sta recando all’appuntamento con Mizuki quando… la stazione ha una forma assurda, completamente diversa e sembra che qualcuno ci abbia piazzato delle enormi casse, amplificatori e subwoofer.

Proprio qui il ragazzo incontrerà una ragazza, Saki Hoshino, e una buffa creatura volante che si rivela essere il famiglio della ragazza, Pinkun. Saki dopo aver fatto notare l’assurdità dello scenario di fronte a loro indica al ragazzo una porta e lo convince a seguirla oltre una misteriosa porta che sembra comparsa su un muro della stazione, ed attraverso uno stranissimo dungeon per combattere dei buffi esseri mostruosi. Assieme a lei Asahi sconfiggerà il boss che gli bloccherà la strada, riportando la tranquillità nella spensierata domenica di Akiba. Chiedendo spiegazioni alla ragazza, lei spiega che quel dungeon viene chiamato Delusionscape (Illusiorama) e viene creato inconsciamente da un Deluser (Illusio), con al centro un Grand Phantasm (Grand Illusion), che rappresenta la summae di tutte le illusioni che il Deluser cerca di proiettare sulla città, in questo caso il perpetratore inconsapevole è proprio il proprietario del negozio audio che l’altro giorno si lamentava tanto. I due si lasciano a sera tarda, dandosi appuntamento l’indomani, ma…

Il giorno dopo è ancora domenica… e quello dopo ancora… A questo punto i due capiscono che dovranno distruggere tutte le illusioni che i residenti di Akiba portati a concretizzare quelle illusioni nella realtà proiettano sulla città.

AKIBA’S BEAT Valutazione

La trama è molto carina, un po’ lineare, ma con il loop temporale domenicale riesce ad attirare l’attenzione. Oltre a questo, l’argomento principale è proprio quello che circola da sempre in questo genere di giochi, ovvero la sviscerazione di un quartiere così vario e misto quanto Akiba, una città divisa tra tanti tipi di otaku che riescono a convivere pacificamente. Proprio per questo i vari dungeon che troverete saranno dedicati a una particolare passione, come il primo per i Maniaci dell’Audio, o il secondo sulle Idol, e perché no, uno sulle Maid e ce n’è anche per il Chunibyo (letteralmente “sindorme di seconda media“, indicante tutti quei ragazzini che si illudono di essere reincarnazioni del tot importantissimo eroe o di avere un potere oscuro sigillato nel braccio o nell’occhio)!

La grafica è molto carina, anche se in certi casi magari è un po’ spartana. Le ambientazioni e i palazzi sono davvero un’ottima riproduzione del quartiere di Akihabara, con tanto di mega cartelloni pubblicitari, auto itashate e Tir con pubblicità di anime e manga, anche se in questo caso sono i giochi dell’Acquire a prenderne il posto (per questione di copyright ovviamente). Anche i nomi di alcuni store sono stati ritoccati per lo stesso motivo, per cui il palazzo della Sega si trasforma in Gasen, la docomo si tramuta in bocomo e la catena di negozi di informatica Sofmap diventa Fosmap. Per chi è stato ad Akiba, come me, è davvero un po’ come tornare virtualmente in quei luoghi, per cui si risveglia un sentimento nostalgico!

Il character design ricorda molto i personaggi di Divine Gate, visto che il character design è proprio quello del popolare gioco per smartphone, ovvero UCMM, di cui la Acquire è la casa produttrice.

I menù sono molto semplici da utilizzare, e servono per controllare le statistiche, utilizzare oggetti, sistemare l’inventario e l’equipaggiamento oltre che piazzare le mosse in una lista di movimenti utili durante i combattimenti e i personaggi secondari che lotteranno al fianco del protagonista. Il gioco è praticamente una visual novel framezzata da combattimenti nei dungeon, da acquisti per Akiba e movimento all’interno del quartiere, raggiungendo i negozi o un punto dove riprende la storia o si può iniziare una sotto-quest. Sparsi per tutto il quartiere e nella casa del protagonista, sono presenti diversi save point, l’unico modo per salvare manualmente, oltre ai messaggi di richiesta di salvataggio tra un capitolo e l’altro. I combattimenti sono essenzialmente una serie di attacchi fisici o magici, parate e schivate, con l’aggiunta di un sistema che aumenta i danni quando la barra è carica al massimo e parte la musica.

Molto carina la colonna sonora, che vede una opening cantata di ClariS (gruppo noto tra l’altro per aver cantato diverse sigle per serie animate famose, come Madoka Magica, OreImo, Classroom Crisis e il recente Eromanga-sensei), Again. Per quanto riguarda la musica di sottofondo, non siamo a livelli di tracce epiche, ma la musica riesce a intrattenere il giocatore nel corso della storia e durante i dungeon.

Il gioco è in inglese e l’adattamento dal giapponese è abbastanza carino e fedele, sebbene in diverse parti sembri allungare un po’ il brodo rispetto alla semplice frase che i personaggi dicono. Potete scegliere di giocare il titolo sia con l’audio inglese che con quello giapponese. Una cosa che mi ha fatto storcere il naso è il fatto che il gioco non ricordi questa scelta, per cui siete costretti a farla ogni santa volta, altrimenti caricando il salvataggio il gioco partirà automaticamente con l’audio inglese e tra le opzioni, una volta caricato il salvataggio, non ce n’è una per cambiare audio.

Il videogioco è pubblicato da PQube in Europa per PS4 e PSVita in edizione normale e Neet Edition, con bonus come un mini artbook, la colonna sonora, una borsa a tema e un pelush.

Consigliato agli otaku e gli amanti di titoli come Akiba’s Trip.


Voti

Trama: 4/5

Gameplay: 3,5/5

Musiche: 4/5

Animazioni: 4/5

Adattamento: 4,5/5