ANJIN
Un’ospite tutto fuori dal comune per il Japan Town, grazie alla collaborazione con l’associazione Ochacaffè, quest’anno potremo assistere all’esibizione di un’artista sacra, ovvero Kotodama Voice Ceremony Superiore del tempio buddista Ryuanji, la Monaca Anjin, che porta a Lucca uno spettacolo solenne di grande profondità ed emozione.
E’ chiaro che questa cantante sta diventando oggetto dell’attenzione di tutti, ed è un segnale che gli ascoltatori sono interessati anche ad un tipo di musica che fa riflettere, e non solo divertire. Anche in Europa, il pubblico interessato a questo tipo di filosofia sta crescendo, non solo tra chi è già appassionato al mondo del Giappone, ma anche tra gli amanti delle discipline orientali più spirituali. Un viaggio attraverso la musica sacra, etnica ed antica che esprime un concetto di purificazione originale, enfatizzando lo spirito insito nelle parole.
La monaca Anjin ha iniziato dedicandosi alla recitazione di invocazioni in musica dedicate all’imperatore. Tali orazioni e inni potevano esprimere congratulazioni oppure parole con un messaggio spirituale insito. I testi erano stesi in un’antica scrittura giapponese chiamata “Jindai moji”. Attualmente Anjin recita in “Katakamuna” (un altro carattere nipponico antico) oppure canta “Hotsumatsutae” (un’opera classica del Giappone) in lingua originale. Questo genere musicale è spesso impiegato nelle celebrazioni commemorative al momento di fare gli auguri.
I recenti CD sono disponibili su Amazon: finora ne sono stati pubblicati tre, di cui ha venduto quasi 10.000 copie. Alcuni dei suoi pezzi più ispirati sono reperibili, oltre che nei CD, anche su Youtube, ad esempio “Awauta (Hihime mio umu tononoaya)” “Hotsumatsutae Awauta” e “Oharae”.
Da vedere, è una musica molto particolare