Kiseiju – L’ospite indesiderato

Anime Kiseiju – L’ospite indesiderato

Il Pianeta Terra ha sempre cercato di mantenere un certo equilibrio. Predatori e prede sono in simbiosi: al proliferare dell’una l’altra diminuisce e viceversa; questa spietata legge della natura permette la convivenza, e la sopravvivenza, di una grande varietà di specie diverse. L’unico animale che sfugge a tale legge, poiché è in cima alla catena alimentare, è l’uomo. L’essere umano è solo predatore, ma nella serie animata targata Madhouse la situazione è ben diversa, in Kiseijū sei no Kakuritsu gli uomini sono un succulento pasto a base di carne fresca.


Kiseijū – Trama

Notte fonda, nella tranquilla Tokyo contemporanea decine e decine di piccole spore verdi, simili a fiocchi di neve, cadono su tutta la città. Nessuno si accorge di quello strano fenomeno, insolito forse, ma apparentemente per nulla pericoloso. In realtà quei delicati fiocchi verdi altro non sono che delle uova dentro le quali dimorano centinaia di parassiti pronti ad assalire il genere umano. Anche Shinichi Izumi, uno studente di 17 anni timido e impacciato, viene a contatto con questi esseri; inizialmente l’essere uscito dalla spora verde viene scambiato per un serpente e, spaventato, il ragazzo ingaggia con lui una veloce lotta che si conclude appena il parassita riesce ad entrare nel braccio destro dell’essere umano.

La mattina successiva Shinichi si sveglia, l’avventura della notte prima gli sembra solo frutto della sua fantasia poiché sente che nulla è cambiato dentro di lui, ma si sbaglia. Imparerà a sue spese che i parassiti discesi dal cielo sono degli esseri senzienti, il cui scopo è quello di impadronirsi del cervello degli uomini al fine di poterne controllare a proprio piacimento il corpo. Il motivo per cui sono stati mandati sulla terra rimane ignoto, l’unico desiderio dei parassiti è quello di preservare la loro sopravvivenza, per farlo hanno bisogno di nutrirsi e il loro cibo principale è composto da carne umana. Per sua fortuna il parassita con cui Shinichi è venuto a contatto non è riuscito ad impadronirsi del suo cervello, ma solo del suo braccio destro. Da quel momento per Izumi Shinichi e il parassita Migi (letteralmente vuol dire “Destro” in giapponese) inizia una nuova vita composta da: sanguinosi combattimenti contro altri parassiti che si sono impadroniti di corpi umani, una difficile convivenza resa ancora più ardua dalle diversità culturali tra le due specie; e tanti, tantissimi, cadaveri.


Kiseijū – Commento

Kiseijū è un manga il cui primo numero è uscito nel 1988, quasi vent’anni dopo la serializzazione è stato prodotto un adattamento ad anime. La serie animata è stata “ritoccata” per renderla più simile allo stile di vita odierno: sono presenti telefoni cellulari touch, computer di ultima generazione e molti altri strumenti elettronici e non che, per ovvi motivi, non potevano essere presenti nel 1988. Il punto di partenza della serie non è tra i più originali, bisogna ammetterlo: introdurre misteriose creature parassitarie che prendono il controllo degli uomini mangiandone il cervello è una soluzione che è stata usata spesso nell’ambito cinematografico. La serie, però, prende subito una svolta insolita nel momento in cui lo spettatore scopre che il parassita Migi si è impossessato solo del braccio destro di Shinichi.

L’evoluzione globale della trama è altalenante: vi sono momenti in cui la storia prosegue spedita, appassionante e decisamente coinvolgente; in altri contesti il succedersi degli eventi è prevedibile, scontato, banale e identico a ciò che era successo poche puntata prima. Non è raro che lo spettatore riesca a prevedere facilmente ciò che avverrà nelle prossime puntate. La stessa storia d’amore tra Shinichi e una sua compagna di scuola alterna momenti commoventi, assumendo spesso contorni di realtà e insoliti per le serie animate a cui si è abituati, a episodi imbarazzanti, nei quali l’intero contesto sentimentale è trattato come un riempitivo per le scene d’azioni. Scene d’azioni che sono il fulcro di Kiseijū. I combattimenti tra i parassiti sono ben fatti e appassionanti, vi è inoltre una leggera nota splatter che rende più realistico e crudo il tragico contesto.

I disegni sono molto ben realizzati, fatta eccezione per alcuni episodi catastrofici in cui la folla di esseri umani assume i contorni di omini stilizzati, a livello grafico è stato fatto un ottimo lavoro che trova la sua espressione massima nelle scene di combattimento tra parassiti. L’impianto sonoro può piacere. Personalmente l’unica nota di colore l’ho riscontrata nelle sigle di apertura e chiusura, le ost interne mi hanno lasciato indifferente e per quanto mi riguarda non aggiungono nulla alle scene animate.


Kiseijū – Parere personale

Penso che Kiseijū sia un prodotto curioso e oscillante. Vi sono molti aspetti buoni e interessanti, ma anche tanti altri poco riusciti. Le scene d’azione su cui i produttori hanno puntato molto, forse per attirare un pubblico più vasto, sono sicuramente avvincenti, però alle volte la loro unica funzione è quella di forzare la trama, andando a discapito di molti altri temi interessanti e originali. La componente che più ho apprezzato dell’anime è la costruzione psicologica dei due personaggi principali. Tanto quanto le comparse sono incolori, intorno ai due eroi uniti da un infausto destino è stato creato un mondo psicologico e ideologico.

La simbiosi che si viene a creare tra Shinichi e Migi è ben curata e profonda: si tratta di un incontro tra due diverse culture, con principi e modi di pensare completamente diversi. In un contesto normale un simile incontro sarebbe finito con un brutale scontro all’ultimo sangue, ma il caso gli ha obbligati a convivere ed entrambi impareranno a loro spese che, insieme, possono ottenere e realizzare obiettivi che individualmente erano impossibili.

I parassiti mangiatori di uomini sono visti come mostri, ma le obiezioni che Migi fa al suo compagno umano sono così profonde e giuste che faranno vacillare le convinzioni e le certezze di Shinichi. Solo per fare un esempio: perché gli uomini sono sconvolti dall’idea che ci sia un essere che si cibi di carne umana, quando loro sono i primi a sterminare migliaia di animali per utilizzarli come fonte di cibo? Che diritto hanno gli uomini di considerare la loro vita migliore di quella degli altri esseri che trucidano? La natura ha sempre fatto in modo che vi fosse preda e predatore per ogni essere vivente, allora i parassiti non potrebbero forse essere il modo che la terra ha usato per equilibrare una situazione critica?

Vi sono molti spunti su cui riflettere, negli ultimi episodi molte di queste riflessioni perdono di efficacia e profondità, probabilmente a causa della loro stessa difficoltà intrinseca, talvolta sfociando in un’ottica ecologista che, permettetemi, ci sta, ma non convince più di tanto. “Dobbiamo essere tutti più buoni, mangiate le verdurine”, è un pochino troppo semplice e banale, purtroppo. Ad ogni modo lo stesso finale (per la precisione nella penultima puntata), il modo in cui si conclude lo scontro, vale molto più di mille parole; attenzione, quindi, al cosa succede e non solo a ciò che viene detto a parole.

Ora direi di finirla qui, c’è molto altro da dire riguardo a Kiseijū, ma forse ci siamo dilungati troppo.

Buona visione.