Intervista: Vita da Cosplayer di KuraKitsune

Bentornati a tutti alla rubrica Vita da Cosplayer!

La settimana scorsa abbiamo avuto ospite la bravissima Ambra, questa settimana vi presento KuraKitsune.


Shinji Kakaroth: Ciao potresti presentarti ai nostri lettori?

Gabriele: Mi chiamo Gabriele ma molti mi conoscono con il nick di KuraKitsune, sono di Taranto e  sono laureato in Ingegneria Civile. Per la maggior parte, nel mondo del cosplay, sono conosciuto per le mie opinioni impopolari (ma largamente condivise dalla vecchia guardia, quella che davvero conta) e quindi ho deciso spontaneamente  di NON fare una intervista buonista tanto per dire di averla fatta.

Shinji Kakaroth: Puoi parlarci un po’ di te e di come è nata questa passione per il Giappone e il cosplay e da quanto fai cosplay?

Gabriele: Beh, da che mi ricordo ho sempre letto fumetti, ho iniziato credo verso i  7 o 8 anni con fumetti come Dylan Dog, Nathan Never, Nick Raiden ma anche perle sconosciute ai più come Demon Hunter e Bad Moon (una roba zingara che ve la consiglio proprio), successivamente mi sono spostato sui comics americani come l’Uomo Ragno, ancora ricordo il primo Uomo Ragno che comprai, era l’ Uomo Ragno classic #45. Poi crescendo, stanco un po’ dei comics Marvel e della loro ripetitività, iniziai ad avvicinarmi ai manga,  come accade per molte persone con Dragon Ball (ammetto il peccato di gioventù poi per fortuna sono guarito). Da lì in poi è stato un crescendo con serie storiche da me ritenute ancora attuali, come City Hunter e Jojo (con i mitici volumi sottiletta con costine viola), fino ad arrivare a scoprire il mondo del cosplay (“un hobby del cazzo che però mi sono scelto da solo” per parafrasare una saggia amica) e a partecipare attivamente ad esso nel 2007.

Sarebbe a tal proposito bello che i cosplayer attuali imparassero a conoscere un minimo i propri personaggi, ormai dilaga l’ignoranza tra i cosplayer del sottobosco (i cosplayer medi insomma, quelli da sagra più che da fiera). Chiariamo, io non attacco chi guarda un’ immagine, se ne innamora e la vuole realizzare (a livello creativo è una cosa sacrosanta se i costumi li realizzi da solo), io ce l’ho con tutti quelli che, dopo aver fatto quanto detto sopra, non si prendono neanche la briga di andarsi ad informare su wikipedia sul proprio personaggio… Figuriamoci poi leggersi fumetti inerenti o guardare anime.


Shinji Kakaroth: Hai avuto qualcuno che ti ha aiutato all’inizio di questo hobby, dandoti consigli?

Gabriele: Inizialmente mi ha aiutato mia nonna per la parte sartoriale, campo che preferisco e che andando avanti ho imparato ad eseguire da solo grazie ai suoi consigli ed approfondendo la materia anche attraverso dei libri e scambiando pareri con amiche sarte. Per la parte che riguarda le armature e le armi, ho attinto dai forum che, nel periodo in cui ho iniziato, andavano forte, poi sono morti perché il cosplayer medio preferisce essere unico nella sua paginetta facebook, dove può sentirsi una piccola superstar come una rana in fondo ad un pozzo, ma questa è un’altra storia, ho imparato parecchie “smanicature” anche dai tutorial americani.

Ma allargando il discorso, spesso mi chiedono come faccio a fare le cose, le tecniche sono molteplici ma in generale la risposta è una, ed è studiando.  Quella cosa che molti dei cosplayer NON hanno imparato al tempo ma che adesso gli potrebbe essere utile, quella cosa che ti permette di leggere un libro di sartoria e addirittura capirlo o leggere in una lingua sconosciuta come l’inglese un tutorial americano e riuscire a cavarne un ragno dal buco. Quindi se posso permettermi di dare un consiglio ai nuovi cosplayer: nel cosplay, quello serio, quello fatto da voi, quello che non si esaurisce nel mettersi un costume e farsi due foto alle tette, le qualità più importanti sono quelle di essere un minimo intelligenti e furbi, quindi studiare, apprendere, mettere in pratica e sperimentare di continuo; poi magari sbaglierete ma almeno avrete imparato qualcosa.


Shinji Kakaroth: Quanti cosplay hai indossato fino ad ora?

Gabriele: Onestamente non so esattamente quanti siano, non do molto peso a questo genere di cose, ma credo si aggirino intorno alla trentina, più o meno porto una media di quattro costumi l’anno divisi approssimativamente in armature, sartoriali, mix tra le due e qualcosa di comodo con cui girare tra gli stand.

Shinji Kakaroth: I tuoi cosplay li fai personalmente o li acquisti?

Gabriele: Li faccio personalmente e ritengo che la parte principale del cosplay sia proprio farseli da soli, indossare un costume lo possono fare tutti, creare un costume praticamente da zero è invece qualcosa ad appannaggio di pochi, o meglio solo di quelli a cui piace così tanto il cosplay da spendere tempo per imparare a farsi i costumi da sé. Certo, all’inizio è impensabile che un costume lo si crei totalmente da soli (a meno di non aver frequentato scuole specifiche), ma l’importante è avere voglia di imparare, poco a poco, in modo che un giorno sia in grado di fare qualcosa da soli (secondo me proprie inclinazioni anche) e soprattutto non pensare che i cosplay si autogenerino su ebay.


Shinji Kakaroth: Ne hai mai fatti su commissione?

Gabriele: Mai fatti su commissione, non avrei né il tempo né la voglia di stare appresso ai geni che spesso chiedono commissioni, inoltre spesso mi piace aggiungere particolari unici nei miei costumi in modo da avvicinarli più alla realtà, cosa che lavorando su commissione non potrei fare; dalla regia la mia ragazza, in un impeto di malvagità mi suggerisce di rettificare che parlo di materiali, colorazioni e particolari tecnici, non di spillette messe a caso chiamando in causa improbabili “cosplayer ufficiali”, categoria che ricordiamo non esiste nel mondo reale ma solo nel fantamondo dei cosplayopoli. A volte però realizzo qualche accessorio per la mia ragazza, che tra l’altro è molto più brava di me sulle armi, ma non si può parlare di vera e propria commissione.

Shinji Kakaroth: Quanto tempo ci vuole per realizzare o mettere assieme un cosplay?

Gabriele: Dipende tantissimo dal costume che si vuole realizzare e da quanto lo si voglia fare accurato fuori e soprattutto dentro. Generalmente un mese o due, considerando anche un lavoro discontinuo.

Shinji Kakaroth: Qual è stato il cosplay più complicato da indossare e quanto tempo ci vuole solitamente per truccarsi e indossarlo?

Gabriele: In generale ci vuole dall’ora e mezza alle due ore, dipende anche qui tantissimo dal costume, il più difficile da indossare è l’ultimo che ho creato, quello di Shiryu del Dragone, che per essere indossato necessita di due ore e almeno una persona che mi aiuti. Ma in generale tutte le armature sono difficili da indossare e richiedono un minimo di assistenza.

Shinji Kakaroth: Ricordi qual è stato il primo cosplay che hai fatto e che hai provato?

Gabriele: Il primo cosplay degno di questo nome lo reputo Kurapika di HunterXHunter.


Shinji Kakaroth: Qual è stato il cosplay che ti è piaciuto di più tra quelli che hai fatto?

Gabriele: Vediamo, sicuramente il mio preferito, anche dopo diversi anni di distanza, rimane il Capitan Harlock di Endless Odyssey, più un simbolo che un semplice cosplay per me.

Shinji Kakaroth: Qual è stato l’ultimo cosplay che hai fatto e per quale evento l’hai realizzato?

Gabriele: L’ultimo è stato Shiryu del Dragone V3 di Saint Seiya realizzato per il Comicon, bel lavoro, che mi ha permesso di sperimentare diverse tecniche nuove per fare le armature.


Shinji Kakaroth: Hai partecipato a dei contest durante le fiere? Se sì, hai mai vinto qualche premio?

Gabriele: Prima partecipavo molto di più ai contest, poi la voglia è andata un po’ scemando perché alla fine era diventato un po’ noioso e ripetitivo. Ho vinto premi un po’ in tutte le fiere a cui ho partecipato come Rimini Comix e le fiere Campane, ma il premio che ricordo con maggior piacere è quello del Lucca Comics, non tanto per il Lucca in sé ma perché quell’anno potei partecipare con un bellissimo gruppo e confrontarmi con alcuni tra i più bravi cosplayer di Italia. In generale comunque noto che l’interesse per le gare stia andando a scemare un po’ tra tutti i cosplayer di un certo livello (gare importanti come il WCS a parte) e vedo anche come la lotta nel sottobosco cosplay ormai sia tra chi ha più like su facebook, una cosa ignobile insomma… Oddio anche prima uccidersi per due coppe di latta aveva poco senso, ma almeno forse era qualcosa che aveva più dignità che contare quante persone hanno schiacciato un pulsantino virtuale.

Shinji Kakaroth: Quali sono le tue serie anime/manga preferite?

Gabriele: Di manga seguo diverse serie che, purtroppo, hanno cadenze quasi annuali, parlo ad esempio di titoli come Trinity Blood, Zone 00 e HunterXHunter, attualmente mi piace anche molto Adekan e Kenichi, serie quest’ultima che conobbi in passato tramite l’anime e che, per chi è appassionato di arti marziali trattate in maniera assurda è il non plus ultra, per chi vuole titoli seri invece è meglio che si orienti su titolo come Meguru e Shamo.

Per quanto riguarda gli anime sono legato a pochi anime come la serie di Fate, Capitan Harlock (serie storica non quel film dal dubbio gusto morale uscito da poco), Katanagatari, Psycho Pass, KILL la KILL e Gurren Lagan o il semi sconosciuto Aquarion. Ma per gli anime ormai vale molto il discorso del guarda e dimentica, con il fatto che veniamo bombardati dalle serie direttamente dal Giappone, pochi sono gli anime che rimangono nella memoria.

Come video games ho una  passione per le serie Nintendo come Zelda, FireEmblem, Metroids, Super Smash Brothers, ecc.


Shinji Kakaroth: Secondo te qual è l’essenza del cosplayer?

Gabriele: Il cosplayer per me è un artigiano particolare (non parliamo per favore di artisti), deve infatti imparare a fare un po’ di tutto, deve imparare e cucire, creare armature, armi e accessori, truccarsi (per favore uomini truccatevi santo cielo), posare e destreggiarsi in qualche  arte spendibile su un palco.

Shinji Kakaroth: Che ne pensi del cosplay in Italia?

Gabriele: Penso che ormai sia una “nave senza nocchiero in gran tempesta”. Vedo sempre più un ambiente fatto da persone ridicole come il color “grigio ciliegia” che fanno cose ridicole, non che vestirsi da cartoni animati non sia già abbastanza ridicolo di per sé… Voglio dire persone che fanno a malapena due costumi, che si sentono subito star e si aprono la pagina fan su facebook, cosplayer che compensano la loro totale mancanza di talento e creatività creando appositamente flame con le loro dichiarazioni  (cosa che credo succederà con questa intervista, ma almeno io non lo faccio di continuo), persone che fanno a gara a chi ha più “like” su facebook (ne parlavo prima), padri di famiglia di 40 e passa anni, che fanno le prime donne per andare in tv o per rilasciare interviste con l’amico più famoso e simpatico, ecc…

Ormai, è un hobby di moda in cui quello che conta è apparire non essere e ancor meno creare, intendiamoci, anche prima non era un ambiente tutto rosa e fiori, anzi i flame sui forum si sprecavano, ma almeno c’era una certa decenza e più o meno serietà nel porsi, adesso ormai siamo davvero al  ridicolo e al paradossale.


Shinji Kakaroth: Hai un sito web, una pagina facebook o un canale youtube?

Gabriele: Chi vuole  contattarmi o insultarmi dopo questa intervista può  trovarmi sul mio profilo facebook, mentre i miei costumi li raccolgo su DeviantArt.

Una pagina fan o un canale youtube penso lo aprirò quando avrò davvero qualcosa da mostrare e da dire, che non sia far vedere solo quattro foto o una recensione malfatta di qualche manga o qualche video in cui la gente può vedere mentre gioco ai video giochi…

Shinji Kakaroth: Qual è il tuo sogno per il futuro?

Gabriele: Guarda, non ti parlerò dei miei sogni per il futuro in generale, ma dei miei sogni per il futuro del cosplay. Spero vivamente che alcuni soggetti si stanchino e decidano di darsi a fare video su youtube, penso che questo sia il futuro per gli attuali disagiati in cerca di attenzioni del cosplay, o quello o direttamente il porno. Che bello, ho sempre voluto finire una intervista dicendo “porno”, ma effettivamente, ripensandoci anche per quello serve un minimo di talento recitativo, cosa che notoriamente manca al 90% dei cosplayer italiani come ben si può vedere nelle loro scenette da Corrida (e mi ci metto in mezzo anche io che sono una chiavica a recitare).


Questa settimana abbiamo avuto un’intervista davvero focosa! XD

Come sempre ringraziamo tutti i fotografi che hanno immortalato i suoi cosplay.

Settimana prossima voliamo in Tailandia a conoscere un’altra bravissima cosplayer!