Intervista: Tokyo Dolores

Ultimo appuntamento con le interviste tenute al Lucca Comics & Games 2013. Questa volta ospiti sono le bellissime e sgargianti pole dancer, le Tokyo Dolores.


Shinji Kakaroth: Potreste presentarvi ai nostri lettori?

Tokyo Dolores: Ciao a tutti, siamo le Tokyo Dolores.

Cay: Salve a tutti, siamo le Tokyo Dolores. Facciamo un misto di pole dance e fashion.


Shinji Kakaroth: Che rapporto avevate con la musica da giovani? Qual è il vostro genere preferito?

Cay: La mia carriera è iniziata come modella, nel mondo della moda. Lo stile gothic lolita mi piaceva già da allora, quindi sono cresciuta nel mondo della moda giapponese contemporanea. So che anche gli stranieri e soprattutto voi italiani amate tanto la nostra moda. Mi è venuta l’idea di combinare la moda giapponese alla musica, alla danza e alla cultura pop. È così che ho ideato le Tokyo Dolores. La musica che preferiamo usare è la techno o la disco music, ma visto che voi italiani conoscete le canzoni delle serie animate giapponesi, abbiamo deciso anche di introdurre canzoni di quel genere.

Shinji Kakaroth: Come vi siete conosciute e quando avete deciso di creare le Tokyo Dolores?

Cay: Più che un audizione, ho scelto personalmente le altre, un po’ affascinata dal fatto che siano delle ragazze un po’ fuori dagli schemi e un po’ matte.


Shinji Kakaroth: Come mai l’idea di unire danza e fashion in uno spettacolo di pole dance?

Cay: Posso dire che l’idea mi è venuta dopo aver assistito ad uno spettacolo di pole dance in Giappone e la ragazza era davvero bravissima. Questo mi ha ispirata, ho pensato che sarei riuscita a realizzare uno spettacolo in aria, grazie alla pole dance, unendo musica e soprattutto il fashion, realizzando degli spettacoli interessanti.

Shinji Kakaroth: Iniziare questa nuova idea è stata difficile? Come ha reagito il pubblico ai vostri show in Giappone e nel resto del mondo dove vi siete esibite?

Cay: Quando abbiamo realizzato il nostro primo spettacolo in Giappone, abbiamo trovato un po’ di difficoltà. Il pubblico non ha capito subito il nostro stile. Invece quando abbiamo realizzato il nostro spettacolo all’estero, per essere specifica, a New York, il pubblico ha apprezzato tanto e grazie a questo abbiamo acquistato un po’ più di fiducia in noi stesse. Poi siamo venute qui a Lucca due anni fa.

Shinji Kakaroth: Rispetto a due anni fa come vi è sembrata la reazione del pubblico presente all’esibizione di due giorni fa?

Cay: Sinceramente due anni fa abbiamo studiato un po’ le preferenze italiane, per realizzare l’esibizione a Lucca. Anche questa volta abbiamo studiato un po’  di più, e credo che i risultati siano stati di certo migliori rispetto a quelli di due anni fa e anche il pubblico abbiamo visto che s’è divertito tantissimo.

Shinji Kakaroth: Negli spettacoli usate tanti abiti dall’aspetto accattivante e particolare, potreste parlarci di questo lato fashion? Avete una stilista o li disegnate voi?

Cay: Sì, abbiamo una stilista che si chiama Yukari Suda, che lavora con Yis Design Company. Questi vestiti ad esempio sono disegnati di lei, ovviamente si nota che ha capito i concetti su cui sono basate le Tokyo Dolores. Ad esempio, nello spettacolo di venerdì abbiamo fatto uno spettacolo chiamato Giant Da Vinci, i nostri vestiti avevano un concept ideato da lei. Ma a volte anche noi prepariamo i nostri vestiti, ad esempio uno dei nostri membri, Nancy, che allo stesso tempo danza e ci fa un po’ da stilista ed è molto brava. Ad esempio il concept su cui sono basati di questi vestiti hanno un motiv collegato alla mitologia giapponese, ad esempio il mio abito è la rappresentazione di Amaterasu, la dea del sole, una divinità principale della mitologia giapponese. Aloe invece rappresenta Tsukuyomi, la dea della luna e dell’oscurità, mentre Jill rappresenta Uzume, la dea dell’alba e della danza. Lo stile e il disegno della nostra stilista è davvero affascinante, anche perché comprende molto il nostro stile e la nostra danza, per cui sfrutta materiali leggeri per dare un effetto di movimento in aria molto leggiadro. Esprime al meglio il nostro stile.

Shinji Kakaroth: Nonostante il loro stile innovativo, i vostri spettacoli e i vostri vestiti mantengono la tradizione giapponese. Quanto è importante per voi mantenere questa identità?

Cay: Come ho detto prima, ho dato vita a questo progetto proprio nel tentativo di fare un mix della cultura pop music con la moda. Esibendoci all’estero abbiamo capito un po’ che avete grande interesse anche per le origini della storia giapponese, alle tradizioni e alla cultura giapponese. Quindi abbiamo riletto la nostra tradizione, cercando di integrare le origini più antiche del Giappone nei nostri spettacoli. La storia giapponese non è facile da interpretare, per cui abbiamo anche cercato di esprimerla in maniera più semplice per il pubblico che non conosce la mitologia giapponese, ma che la vorrebbe conoscere.


Shinji Kakaroth: È stato difficile all’inizio imparare tutte le acrobazie che adesso riuscite a fare il pole dance?

Cay: All’inizio è stato un po’ difficile e a volte siamo cadute per terra ed è stata dura.

Aloe: Ormai ci abbiamo fatto il callo e i nostri corpi sono addestratissimi.

Shinji Kakaroth: Leggete manga o seguite serie animate? Fareste degli spettacoli a tema manga o anime?

Cay: Mi piacciono molto i manga, gli anime giapponesi e ovviamente anche i videogiochi. Anche per questo venerdì il primo pezzo che abbiamo ballato era preso da una serie animata, Shingeki no Kyojin, che in Giappone è molto popolare. Abbiamo preso spunto anche dal mondo degli anime perché dietro c’è una certa filosofia molto stimolante. Ci siamo dette “Perché non lo inseriamo nel nostro spettacolo?


Shinji Kakaroth: Questa non è la prima volta che venite ad esibirvi in Italia. Che ne pensate dell’Italia? Avete mangiato qualcosa di buono?

Cay: La cucina italiana è fantastica.

Aloe: Gli ingredienti sono spettacolari e buonissimi. Il problema è che se mangiassimo troppo, non riusciremmo ad esibirci.

Cay: La nostra prima esperienza in Italia è stata nella città di Firenze, che ha una grande storia e tradizione, oltre che mantiene molto la tradizione attraverso l’architettura storica, sia nelle chiese e nei palazzi. Mi è parsa un porto meraviglioso per ospitare arte e storia. Anche il tema di Leonardo Da Vinci per lo spettacolo Giant Da Vinci, ha come concetto l’idea “Se Leonardo Da Vinci vivesse ai giorni nostri, cosa inventerebbe?“, e per ralizzarlo abbiamo pensato alla scultura e pittura dell’arte italiana.

Shinji Kakaroth: Qual è il vostro sogno per il futuro?

Cay: Vorremmo continuare a realizzare spettacoli e continuare a ricercare collaborazioni con altri artisti stranieri e di altri generi. Il nostro interesse è proprio diffondere l’arte e la cultura unite con tendenze di vari generi. Siamo sempre pronte ad ascoltare proposte di altri artisti che vorrebbero collaborare con noi.


Ringraziamo le Tokyo Dolores per il tempo concessoci, oltre ovviamente a DJ Shiru e gli amici di Ochacaffé.