Giappone: Diario di viaggio di SK (parte 8)

Accidenti, siamo già arrivati all’ottavo appuntamento? Davvero? Questa volta vi porterò con me in uno dei più frequentati quartieri di Tokyo, Shinjuku. Dopo aver vagato per magazzini e depaato alla disperata ricerca di uno yukata a quattro soldi (che purtroppo non ho trovato), sono passato per l’Hanazono Jinja, in questa giornata che prometteva pioggia.

Shinjuku

Dato che avevo promesso ad Erika Rossi di fare un salto a trovarla alla sede di e-talentbank, dove poi ho proposto un’intervista a sorpresa, avevo immaginato di fare un giretto giornaliero a Shinjuku, cercando degli yukata a poco prezzo nei grandi store e magari facendo un saltino allo Square Enix Store per poter vedere dal vivo la fantastica statua di Sephiroth.

Mi avvicino alla Uniqlo, ma sono ancora chiusi, nonostante si arrivato in tarda mattinata, per cui non ho scelta se non quella di fare un giretto per le strade del quartiere, prima di tornare qui. Mi avvicino all’enorme sala pachinko che ha all’estero materiale espositivo di Evangelion, tra cui un bellissimo manichino a grandezza naturale di Kaworu Nagisa nella plug suit che indossa nel Rebuild of Evangelion 3.0.

Nonostante siano le undici passate per strada c’è davvero tantissima gente e ogni tanto si vedono spuntare qui e là degli studenti. La vita qui è davvero molto frenetica e la gente continua a muoversi senza mai fermarsi, seguendo i ritmi di quella macchina chiamata società, di cui ogni cittadino è solo un semplice ingranaggio.

Una volta tornato alla Uniqlo ed aver appurato che non hanno yukata perché non è stagione, mi consigliano un grande magazzino, Lumine, dove potrei trovare quel che sto cercando. Chiedendo in giro alle gentilissime impiegate dei vari negozi sparsi sui vari piani, raggiungo quello che più si avvicina al negozio che sto cercando, ovvero un negozio di vestiti tradizionali giapponesi, yukata e kimono. Una volta arrivato, le commesse del negozio mi propongono alcuni dei loro capi, che purtroppo costano più di quanto vorrei spendere. Quando spiego che sto cercando qualcosa di molto meno caro, mi indicano un altro negozio in un altro depaato, Subnade.

Dopo aver raggiunto Subnade, trovo una cartina e mi dirigo verso il piano dove si dovrebbe trovare il negozio indicatomi ed effettivamente è un negozio di kimono e yukata, ma i prezzi sono davvero altini, dai 6.500 yen ai 13.000 yen (circa dai 50 ai 100 euro) e con decorazioni non sempre di mio gusto. I kimono da esposizione del negozio, che costano ancora di più (sui 25.000 yen ovvero circa 190 euro), sono quasi tutti femminili, bellissimi, variopinti, con diverse decorazioni tradizionali e davvero molto costosi, ma immagino quel che valga molto sia la qualità del prodotto tradizionale. Dopo aver notato che il tempo stava passando, mi sono mosso in direzione del centro culturale di Shinjuku, per raggiungere il tempio.

Il breve percorso è davvero rilassante, con qualche gattino che spunta fuori di quando in quando dai bordi del vialetto.

Hanazono Jinja

L’Hanazono Jinja è un tempio shintoista creato verso metà del 17° secolo. Questo angolo di tradizione all’interno di un quartiere popolare e frenetico come Shinjuku è come un raggio di sole in una giornata scura.

Una volta passato il grande toori di pietra all’entrata principale,  si entra in un viale con ai lati statue di shishi protettori e lanterne, che presumibilmente all’epoca venivano usate per illuminare la strada che dirigeva i fedeli verso il tempio. Altri tipici toori di legno rossi sono sparsi sulla via per raggiungere il tempio, con tantissimi corvi appollaiati, sfociando in un largo spiazzo aperto con tanti alberi.

In questo giardino degli dei sembra che la primavera debba ancora fare capolino, e gli alberi non sono ancora sbocciati con la stessa forza del parco di Ueno, ma nonostante tutto qui e lì si possono vedere dei primi timidi accenni. Tra i diversi piccoli tempi se ne trova anche uno con ai lati come guardiani non i soliti shishi, ma delle volpi, le kitsune.

Il tempio principale è imponente e meraviglioso, con i suoi colori accesi esteriormente, e quelli metallici e dorati interiormente, assieme ai doni della gente e ai grossi barili di sake sacro. Ai lati si trovano le tavolette votive appese dai fedeli, con i loro propositi e le loro richieste agli dei.

Square Enix Store

Una volta uscito dall’Hanazono, continuo a girare diretto verso lo Square Enix Store. Durante il mio peregrinare ho fotografato tantissime cose, strade, palazzi e persone, tra cui queste due carinissime ragazze in kimono, che si stavano dirigendo a una festa.

Quando mi accorgo di non riuscire a capire dove si trovi il complesso della Square Enix, finisco per dirigermi in stazione ed andare all’appuntamento con Erika. Dopo aver finito l’intervista, Tatsuro Tonoki è così gentile che mi stampa una mappa di dove si dovrebbe trovare lo store, ma sfortunatamente, sebbene raggiunga il punto preciso indicato in mappa, scopro con mio sommo rammarico che si sono trasferiti.

Dopo essere tornato in stazione faccio la conoscenza di un ragazzo giapponese che vive in Italia e gentilmente si propone di accompagnarmi al nuovo indirizzo. Raggiungiamo l’enorme palazzo dove adesso si trovano diversi uffici della Square Enix, ma il portiere afferma che la statua di Sephiroth non c’è più in esposizione e che ora lo shop è spostato all’esterno, in una specie di struttura ad uovo che funge anche da bar.

Shinjuku by night

Un po’ depresso mi ritiro, fotografando ogni tanto qualche squarcio di questo quartiere, tra cui un ristorante italiano.

Anche in questo quartiere ci sono diversi negozi dedicati all’animazione e alla cultura otaku, come il complesso della animate. Sto morendo di fame, ma non riesco a resistere ed entro nel grande magazzino, visitandone un po’ tutti i piani.

Una delle cose che mi ha colpito tantissimo dei vari magazzini di anime e manga, e di cui mi sembra di non aver ancora parlato, sono gli ascensori completamente personalizzati secondo la serie più in voga negli ultimi tempi, in questo caso Chuunibyou demo Koi ga Shitai! di Kyoto Animation.

Dopo essere uscito all’Hanamaru Udon a mangiare dell’ottimo udon, faccio le ultime foto della brillante e luminosa Shinjuku, prima di tornare a riposarmi in albergo, visto che domani sarà un’altra lunga giornata e il momento del ritorno si sta avvicinando, strisciando pian piano.