Giappone: Tokyo Disneyland accetta nozze omosessuali

Tokyo Disneyland è stata recentemente al centro di alcune controversie, dopo aver deciso di lasciar celebrare cerimonie di matrimonio omosessuale, per la felicità dei tranquilli e gentili gay tipicamente giapponesi, che giustamente ne chiedevano diritto e dando noia lievemente alle masse meno tolleranti.

Come ci si aspetta dal Giappone, l’impatto per il cambio d’opinione non è giunto dai comitati di protesta per i diritti degli omosessuali o i maniaci religiosi che sono stati sconfitti, ma da un cambio minore di politica nell’amministrazione che ha portato alla luce questa controversia.

Quando una coppia di donne omosessuali di Tokyo ha chiesto se potevano prenotare una cerimonia di “nozze” (in Giappone non esiste il matrimonio religioso o civile per le coppie dello stesso sesso, quindi si tratta solamente di una cerimonia), venne loro risposto cordialmente “visto che gli altri clienti vi vedrebbero, preferiremmo che una delle due venga vestita da sposo”.

Ovviamente la richiesta ha portato una grossa delusione nella coppia, che ha fatto sentire su Twitter, e Tokyo Disneyland (spesso chiamata “TDL” o, in maniera meno lusinghiera, “Rattolandia”) ha dovuto conferire alla svelta con gli amministratori in America chiedendo se potessero o meno lasciar celebrare una cerimonia tra due donne vestite entrambe da sposa.

Alla fine hanno ceduto ed una settimana più tardi è stato deliberato che “le cerimonie nuziali tra coppie dello stesso sesso vestendo lo stesso tipo di abito sono bene accette”.

Tokyo Disneyland ha affermato che “anche se il matrimonio omosessuale non è stato riconosciuto legalmente, abbiamo giudicato che fosse possibile tenere cerimonie di nozze”.

La coppia in questione è riuscita quindi a realizzare il matrimonio alla Mickey Mouse dei loro sogni, ed il loro successo è stato largamente riportato sulla rete.

I vari Disneyland resort negli USA hanno spesso tenuto cerimonie simili di tanto in tanto, anche se, al contrario del Giappone, in America sono legalmente riconosciute (almeno in certi stati).

Anche se non c’è alcuna pressione pro o contro il riconoscimento legale di matrimoni omosessuali in Giappone, un finto matrimonio Disney è il massimo a cui possono mirare le coppie omosessuali giapponesi.

La definizione legale di matrimonio in Giappone è trascritta nella costituzione nazionale, usando un linguaggio secco che tradizionalmente è interpretato con le parole “marito e moglie”, così la maggioranza è del parere che ci vorrebbe di più di un emendamento costituzionale per rettificare la cosa.

Altri sono dell’opinione che possano essere fatti dei cambiamenti accorti alla legge sui matrimoni civili, tenendo però conto del fatto che una legge che permetta una cosa inoffensiva come lasciar sposare delle coppie dello stesso sesso in modo che mantengano ognuno il proprio cognome (anche se il Giappone ha da tempo la tradizione di lasciare agli uomini la scelta di prendere il cognome della moglie), non è ancora riuscita a passare proprio a causa dell’opinione pubblica.

Fonte: Sankaku Complex