La storia di Genshiken (Otaku Club) inizia quando il nostro protagonista supera titubanze e imbarazzi e decide di iscriversi al Genshiken, covo di uno scalcagnato gruppetto di otaku, seguendone poi le vicissitudini per tutta la vita universitaria.
Poiché la storia è ambientata nella quotidianità più realistica, nel corso del tempo assisteremo ad arrivi e partenze, cioè si aggiungeranno nuovi membri al Club, ma gli studenti più anziani, terminati gli studi universitari, se ne andranno.
A dire il vero, almeno inizialmente le attività del Club sembrano limitarsi a riunioni in cui si discute, da appassionati, di questo o quel manga, o anime, o videogioco, o modellino, e a darsi consigli su dove sia meglio fare acquisti, nonché organizzarsi per sfruttare al meglio i grandi eventi fieristici del settore.
Questo procura al Club la nomea di circolo di nullafacenti, specialmente agli occhi del rivale Manken (Manga kenkyukai), il Circolo per lo studio dei fumetti, che invece rispetta maggiormente il ruolo di circolo culturale e propone momenti di approfondimento e mostre nell’ambito delle attività universitarie studentesche.
Per le stesse ragioni, l’esistenza stessa del Club viene messa più volte in discussione dal Comitato Studentesco… Ciononostante il Genshiken sopravviverà, pur continuando a poter contare solo su pochi membri.
Genshiken manga
Il bello di questo manga è che più o meno tutti gli appassionati di manga o anime possono trovare almeno uno dei personaggi in cui riconoscersi: c’è chi arriva a privarsi del cibo pur di avere più soldi da spendere in fumetti e doujinshi, così come c’è quello che tutto sembra fuorché un otaku, presentandosi come un bel ragazzo, elegante e ordinato, con tanto di bella fidanzata (che detesta gli otaku) al seguito.
È facile anche trovarsi rispecchiati nelle attività del Club: dai commenti e discussioni su manga, anime e tutto il mondo che gli ruota attorno, alle eccitanti lunghe attese in coda prima dell’apertura di una grande fiera (sfidando le condizioni meteorologiche più avverse), all’insistenza nel voler coinvolgere chi non è interessato nelle proprie attività (come succede alla fidanzata anti-otaku, “perseguitata” dall’appassionata di cosplay), fino a sognare di passare, un giorno, dall’altra parte della barricata riuscendo a trovare un lavoro nell’ambito delle proprie passioni.
I personaggi sono molto ben costruiti, rappresentando una fauna varia e peculiare; poiché le personalità sono molto diverse tra loro, però, a volte gli scontri sono inevitabili.
Come nella realtà, abbiamo a che fare con persone simpatiche, ma anche con gli antipatici; alcuni individui sono rassicuranti, altri… inquietanti!
Non mancano i colpi di scena, perché tutti abbiamo i nostri segreti … ma, qualche volta, essere scoperti può risultare un colpo di fortuna.
Il protagonista, che all’inizio della storia fatica a mostrare in pubblico i suoi reali interessi per paura di essere mal giudicato, col passar del tempo trova fiducia in sé stesso e finisce per diventare un punto di riferimento per gli altri.
Ma il protagonista non è l’unico a fare passi da gigante nel corso della storia; una ragazza espulsa dal Manken e che dichiara di odiare gli otaku, ma pretende di iscriversi al Genshiken, riuscirà a superare i propri conflitti interiori e a far pace con la sua stessa natura di otaku.
Lo stile narrativo rispecchia bene la vita quotidiana reale, alternando momenti seri ad altri comici, a volte inaspettati o addirittura inopportuni.
Le interazioni tra i vari personaggi, coi loro diversi caratteri, punti di vista e modi d’agire, così come le interconnessioni tra i loro sogni e passioni con la vita reale, che implica tra le altre cose il dover finire gli studi e iniziare una carriera lavorativa, sono ben calibrati e orchestrati.
Il tratto dell’autore riesce a regalare ad ogni personaggio una fisionomia e delle caratteristiche fisiche tanto specifiche quanto perfettamente riscontrabili nella realtà.
Gli sfondi sono sempre molto ricchi, ed è divertente cercare di riconoscere figure note nei modellini o nelle schermate dei video, anche se in questo manga i nomi delle serie e dei personaggi realmente esistenti sono storpiati (però riconoscibili).
Genshiken edizione italiana
L’edizione italiana spesso sostituisce i titoli delle serie, i nomi delle pubblicazioni o le sigle degli anime citati nel manga in abbondanza, con i loro corrispettivi nostrani; lo scopo è quello di calare il lettore nella sua stessa realtà, così come lo erano a loro volta i lettori giapponesi.
Ci sono le pagine a colori, anche se inspiegabilmente non tutte, e le strisce umoristiche di quattro vignette (yonkoma), mentre la seconda e la terza pagina di copertina sono dedicate alle schede sui personaggi, al merchandise e alle dojinshi relativi alla serie a cui sono particolarmente interessati i membri del Genshiken, Kujibiki Unbalance (Kujiun), Lotteria sbilanciata, che è una serie inventata dall’autore ma dalla quale è stata tratta una serie animata vera.
Poiché l’edizione italiana è stata fatta nel periodo di transizione della Starcomics dalle pubblicazioni con senso di lettura all’occidentale a quella originale, i volumetti hanno la stessa immagine di copertina su entrambe le facciate, ma questo è forse l’unico vero difetto di questa pubblicazione.
looks interesting…good for us!!!!!!!
mi attira non poco!
[QUOTE-START]ronin9000 @ 08/12/2010 – 15:38 – mi attira non…[QUOTE-END]….UP
anch a me interessa non poco… credo che vado a comprarmi il primo tankobon
hum… la storia sembra carina ma i dis
[QUOTE-START]Sumon @ 30/12/2010 – 17:21 – egni mi fanno schifo -.- bhe io gli do…[QUOTE-END]nn devi valutare un manga sl per i disegni! è lo stile dell’autore e basta… magari la storia è anke carina!
io e mai sorella (sora) lo vpgliamo a tt i costi!!!