Mushishi

Ginko è un Mushishi, un esperto e un medico di Mushi, delle strane forme di vita a metà tra il reale e l’irreale, esseri minuscoli come insetti e praticamente invisibili (appunto la parola mushi significa “insetto“).

Attraverso i suoi pellegrinaggi in un Giappone ormai antico e dimenticato, Ginko vagherà di villaggio in villaggio, aiutando con le sue medicine chi ha bisogno del suo aiuto per disfarsi di alcuni mushi che con il loro parassitismo non fanno altro che creare problemi agli esseri umani. Le varie storie sono vissute in parallelo con alcuni scorci flashback sull’infanzia del protagonista e del come sia diventato un Mushishi.

La storia segue fedelmente diverse storie narrate nei primi volumi del manga, mentre registicamente utilizza una frammentazione temporale tra presente e passato, cosa che magari allo spettatore occasionale non sarà capitato di cogliere, mentre chi ha già letto il manga riesce facilmente ad accorgersene.

Non c’è molto da dire, l’ambientazione è fedelissima con tanto di vestiti d’epoca, case e oggetti antichi, senza parlare del realismo degli stessi (vestiti lisi o sporchi, niente che sembri pulito e appena uscito da un reparto effetti speciali da due soldi).

Gli effetti speciali sono molto ben realizzati, con gli sciami di mushi che girano e diverse altre cose, gli attori poi non fanno una grinza e le musiche sono caratteristiche, tipiche del Giappone d’altri tempi, ma quello che ho più apprezzato sono stati forse gli scorci di un Giappone ormai nascosto e dimenticato, tra le montagne, le foreste e i campi, un aspetto naturalistico dai magnifici panorami.

Consigliato a chi adora i film su entità soprannaturali e i fan della serie.