Sprout

Miku è una liceale come tante, fidanzata con Kataoka, un suo compagno di scuola più grande di lei di un anno. Tutto sembra andare alla perfezione, finché i suoi genitori decidono di lasciare il lavoro e di sfruttare il fatto di avere una casa molto grande per convertirla in una pensione, affittando le varie camere in eccesso.

Tra tutti i nuovi inquilini, il primo è Sohei, un coetaneo di Miku che frequenta la sua medesima scuola. Queste due brusche variazioni della routine della vita della nostra protagonista causano in lei grandi turbamenti, e tutto ciò che, fino a quel momento, era un facile divenire, all’improvviso diventa complicato.

Infatti Sohei si dimostra, sin da subito, molto spigliato e si prende particolari “licenze” con Miku: arriva persino a chiamarla per nome a scuola, cosa che in Giappone è assai inusuale tra chi non è in rapporti stretti. Di questo si accorge anche Kataoka, che non sembra gradire la confidenza tra i due. Un giorno succede l’inaspettato: mentre bacia il suo fidanzato, a Miku viene in mente Sohei!

Che sia l’inizio di un triangolo amoroso? Come si comporterà, d’ora in poi, con il suo inquilino?

Chi sono gli altri strani personaggi che popolano la casa-pensione?

Sprout è uno shoujo manga che ripropone le classiche maschere del genere. Nel leggerlo la prima cosa che, purtroppo, si nota è la poca accuratezza del disegno.

Se da un lato il tratto è abbastanza particolare per il genere, in molte vignette si rivela poco preciso nelle proporzioni; spesso, in alcune inquadrature, i volti appaiono leggermente trasfigurati e poco somiglianti tra loro. Gli stessi fondali sono decisamente carenti.

L’edizione italiana è della Star Comics.

La traduzione e l’adattamento si dimostrano coerenti e reggono bene durante la lettura di tutto il fumetto. Stampa e rilegatura sono più che buoni. La lettura è stata mantenuta come in originale.

Per concludere, Sprout è uno shoujo leggero. Leggendolo non si fa disdegnare. Non aspettatevi però originalità e colpi d’artista.