Intervista a FlashBook Edizioni

Interessante dialogo con Cristian Posocco, direttore editoriale di FlashBook Edizioni.

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Risponde Cristian Posocco direttore editoriale Flashbook Edizioni.
Con N: indichiamo le domande da noi fatte FB: le risposte da parte della casa editrice.

N: Potrebbe raccontarci ciò che ha portato la vostra società a intraprendere l’avventura di editare per l’Italia manga e soprattutto ad aprire le porte anche ai manhwa coreani?

FB: Flashbook Edizioni è nata nel 2001 a Bologna, su iniziativa del presidente Giampaolo Saetti e della moglie Graziella Bulzaga, per mettere a frutto l’esperienza accumulata da Saetti Fotolito durante le sue collaborazioni con realtà storiche del calibro di Granata Press, Dynamic Italia e Panini Comics, avendo però al tempo stesso la possibilità di gestire in prima persona l’amministrazione e la gestione editoriale dell’azienda, senza dover di conseguenza sottostare a scelte altrui che magari potevano non essere condivise. La scelta di orientarsi sul mercato giapponese è venuta di conseguenza, proprio perché era proprio nel campo dei manga che la famiglia Saetti aveva sempre lavorato come fotolito e prestampa. La scelta dei manhwa, invece, è giunta grazie a un lungimirante suggerimento di Stewart Levi, al tempo amministratore di Tokyopop, che dobbiamo ringraziare per quest’intuizione. Gli editori giapponesi, infatti, sono restii a iniziare collaborazioni con editori nuovi e senza credenziali; mentre, al contrario, il panorama coreano scalpitava per trovare sbocchi nei mercati internazionali, e gli editori di quel paese si sono dimostrati fin da subito entusiasti di collaborare con noi. Per nostra (e loro fortuna) il mercato italiano ha risposto in maniera positivissima a questa novità, e titoli come Chonchu, Ragnarok, Rebirth, I.N.V.U. si sono rivelati dei successi superiori a ogni nostra aspettativa.

La pubblicazione di questi titoli coreani ci ha cerato così un “curriculum” e un precedente da poter mostrare anche ai giapponesi, e ci ha consentito di aprire le trattative anche con loro. Nel frattempo, però, abbiamo imparato ad apprezzare e ad amare i fumetti coreani; e anche se al giorno d’oggi potremmo, volendo, rivolgerci unicamente al mercato giapponese, non abbiamo alcuna intenzione di dimenticare il panorama coreano, che sta a nostro avviso si sta finalmente avviando verso la maturità, pur fra le mille difficoltà generate dalla crisi internazionale del mercato del fumetto.

N: Quali sono le vostre testate del momento?

FB: Contando anche le serie “irregolari” perché al pari con le uscite in patria, abbiamo quattordici serie, divise in cinque manga e nove manhwa (alla faccia di chi asserisce che non ne pubblichiamo più!). Dei cinque manga ben quattro, Cross Game, Zombie-Loan, LineBarrels of Iron e ZeroIn (cui dal mese prossimo andrà ad aggiungersi Katsu!) sono per ragazzi e uno, lo splendido Bokura ga ita, per ragazze; fra i dieci manhwa invece prevalgono quelli per ragazze: l’amatissimo Gung¸ La sposa di Habaek, The Summit, e You Are So Cool (che però si conclude questo mese), più gli “aperiodici” I.N.V.U., Tarot Cafè e Arcana; per i maschietti invece abbiamo l’intramontabile Rebirth e Café Occult, mentre, da Novembre, partirà lo spettacolare Gwi – The Spectre.

N: Qual è il criterio secondo cui scegliete un titolo rispetto a tanti altri?

FB: A volte è davvero dura “scegliere”, perché magari ci sono tante cose che vorrei o vorremmo fare, ma la saturazione del mercato impone buon senso e quindi siamo costretti a “tagliare”. Comunque, fondamentalmente, ci sono tre passaggi. Il primo è una selezione dei titoli che ci hanno colpito o che ci attirano per svariati motivi. Poi, a un’osservazione più attenta, si scremano quelli che non ci convincono completamente (le cose cui più guardo sono il ritmo narrativo e la regia, la capacità cioè di saper raccontare tramite immagini) e si scelgono quelli ritenuti assolutamente validi e al tempo stesso adattabili alle esigenze del mercato italiano. Queste esigenze non sono fisse, ma variano continuamente, quindi è importante saper anticipare dove il mercato si sta spostando o dove invece andrà a “fermarsi” per diverso tempo. Infine, valutiamo la compatibilità di questi titoli con la nostra scaletta e le uscite programmate per il futuro. Mi spiego: se ci sono degli shonen inediti che ci piacciono molto ma abbiamo già molti shonen programmati da qui a un paio d’anni, mentre al contrario sul fronte shojo ci sono diversi “slot” liberi, ,cercheremo di concentrarci su questi ultimi. Inoltre, se abbiamo molte offerte per titoli di uno stesso genere in attesa di approvazione dai nostri partner stranieri, preferiamo non accumularne altre, per evitare eventuali intasamenti. Certo ci sono anche delle eccezioni, titoli e autori coi quali non è possibile sbagliare indipendentemente dal genere. Adachi, per esempio, è uno di questi. E chissà che non ne scappi qualche altro.

N: Quali sono secondo lei i punti di forza delle vostre produzioni e quali i punti su cui volete ancora migliorare (se ce ne sono)?

FB: Siamo convinti di avere diversi punti di forza. Il primo è l’assoluta qualità dei nostri prodotti – sia in termine di confezioni e materiali che di traduzione e adattamento linguistico e grafico.

Vorrei precisare che quando parliamo di qualità non intendiamo solo qualità “estetica”, ma anche qualità nei materiali. La nostra carta, ad esempio, ha una morbidezza tale da renderla facilmente sfogliabile e praticamente impossibile da spiegazzare, rendendo i nostri volumetti indeformabili. La tonalità di grigio scelta, inoltre, permette sia di avvicinarsi alle carte originali giapponesi sia di non affaticare la vista dei lettori. Allo stesso tempo, la resa delle retinature è eccellente, così come la tenuta dell’inchiostro. Se non usiamo carte bianchissime e dure è per una scelta precisa che non è assolutamente votata al risparmio, anzi, ci sono cartoncini che costano molto meno della carta da noi utilizzata.

Altro punto di forza è la puntualità e l’affidabilità delle nostre uscite, cosa molto difficile da mantenere e che spesso mi causa lunghe notti davanti al computer nel tentativo di trovare il modo migliore di incastrare le serie con una programmazione che arriva a spingersi in avanti di un paio d’anni!

Infine, siamo orgogliosi del rapporto che siamo riusciti a creare con il pubblico: un rapporto di assoluta franchezza, dialogo, trasparenza e fiducia reciproca.

N: Per quanto riguarda la fedeltà alle edizioni originali, come vi rapportate al tipo di lettura ribaltata che hanno i manga giapponesi, alle copertine, alle pagine a colori interne etc… insomma la vostra “politica” di produzione?

FB: La nostra filosofia è il rispetto dell’edizione originale, e la massima fedeltà possibile a essa. Certo, abbiamo anche noi dei formati e delle confezioni “standard”, cui ci atteniamo anche per questioni tecniche di lavorazione; ma il prodotto finale deve essere di totale qualità, come descritto sopra.

N: Cosa ne pensa del mercato italiano? Le sembra anche a lei come ultimamente si parla che si sia oramai raggiunta la saturazione e che anche per questo talvolta la qualità finale del prodotto sembra non essere un docet?

FB: Citando il filosofo: pessimismo & fastidio!

Che si sia raggiunta la saturazione è un dato di fatto.: la verità è che da molto ormai l’offerta supera di gran lunga la domanda. Il fatto che ci siano editori che nonostante questo moltiplicano il numero delle uscite non deve trarre in inganno: questo non è, come a un’osservazione superficiale si potrebbe pensare, indice che mercato il mercato è sano e assorbe nuovo materiale, ma è una tattica commerciale ben precisa che non ci pare il caso di illustrare. Ci limitiamo a dire che, a nostro avviso, non può che portare danni all’intero movimento. L’aumento costante dei prezzi, ad esempio, ne è una conseguenza. L’omologazione dei titoli e il conseguente disinteresse dei lettori dopo un certo tempo pure.

N: E dei fenomeni amatoriali che sembrano nascere ovunque nel mondo?

FB: Se intendi i fansub e le scanlation, bisogna fare una doverosa premessa: sono entrambi illegali, e sono entrambi molti invisi dai licensor orientali. E giustamente, dal loro punto di vista: se io mi sbatto per creare un buon prodotto, ritengo giusto che la genti poi paghi il mio lavoro per fruirlo. Se nessuno pagasse per esso, io non avrei di che vivere, e quindi dovrei cercarmi un altro lavoro. E di conseguenza non avremmo neanche più il prodotto.

Umanamente, capisco quelli che lavorano a fansub e scan perché è un modo di mettere a frutto la loro passione. Ma il loro impatto sul mercato dipende dalla coscienza di chi poi nei fruisce. Purtroppo in Italia la coscienza collettiva tende a valorizzare molto di più la furbizia rispetto all’onestà, e il risultato è che i fan sub possono davvero essere un danno e un ostacolo per la prosperità del mercato degli anime. Diverso invece, secondo me, l’impatto delle scanlation, che a mio avviso per la maggior parte degli appassionati non potranno mai costituirsi come un reale sostituto del volume cartaceo. Pur rimanendo illegali e quindi perseguibili, sia chiaro.

N: Se dovesse dare un giudizio generale della situazione italiana al momento (per il panorama del fumetto orientale), quale sarebbe?

FB: Ripetitività, impulsività, presunzione e azzardo. Cose pericolose che col tempo rischiano di inaridire gravemente il terreno.

N: Che ne pensa delle fiere che si svolgono in Italia, oramai quasi incalcolabili?

FB: Io sono un “fierista”… e ne vado “fiero”! ^^

Scherzi a parte, amo molto le fiere, e credo che siano una bella occasione di incontro fra i lettori e gli addetti ai lavori, nonché un utile impulso alla vitalità di tutto il movimento. E questo al di là che si tratti del grande evento o della piccola manifestazione locale. Certo, se si ragiona in termini di “cassa” e si valutano le fiere solo come possibilità di vendere della merce… be’, sì, in questo caso forse ce ne sono più di quanto serva. Ma non mi piace ragionare in questi i termini, perché comunque significa non saper guardare oltre la breve distanza.

—— Venendo a parlare delle vostre produzioni…

N: Recentemente avete iniziato a pubblicare manga di Mitsuru Adachi, autore osannato in patria e forse sottovalutato da noi, almeno dalla massa; riprendendo il discorso affrontato prima relativizzandolo in particolare a questo autore, cosa vi ha spinto a puntare su di lui e sulle sue opere e cosa vi aspettate? Ricordo che fino ad oggi Adachi era stato pubblicato da un’altra etichetta e che quasi tutte le serie tv tratte dei sui manga hanno avuto passaggi televisivi venendo però totalmente stravolte, purtroppo.

FB: Alla base delle laboriose trattative che hanno portato le nuove opere di Adachi ad accasarsi presso di noi, c’era la convinzione, ancora viva, che Adachi fosse l’autore giusto per Flashbook e che il nostro tipo di edizioni fossero il mezzo giusto per valorizzarlo al meglio. Il pubblico di Adachi è un pubblico non generalista, ma attento e appassionato, e quindi molto esigente per quanto riguarda la qualità. Un pubblico che noi sappiamo di poter accontentare e col quale cerchiamo di instaurare un rapporto di reciproca fiducia. Le aspettative che avevamo riguardo a Cross Game sono state pienamente soddisfatte, e il pubblicarlo per noi è un motivo di grande orgoglio.

N: Avete intenzione di puntare ulteriormente su Adachi?

FB: L’attesa pubblicazione di Katsu! al termine di una difficile trattativa è già un segnale di cosa rappresenti Adachi per noi. Al momento, però, non se ne parla più: con Katsu! e Cross Game alternati di mese in mese gli slot sono pieni, e cercare altre sue opere subito creerebbe una dannosa sovraesposizione.

N: Ultimamente si sta assistendo nel mondo, dopo il fenomeno manga e manhwa (che ricordo avete forse cavalcato e spinto per primi in Italia), all’affermazione del fumetto cinese, manhua. Che ne pensate voi di questo nuovo fermento? La vostra azienda anticiperà tutte le altre ancora una volta aprendo anche in Italia questa nuova via?

FB: Al di là di opere e autori di indiscusso valore, come il monumentale Ravages of time o il sorprendente Benjamin, il fumetto cinese ha avuto uno sviluppo “industriale” solo di recente, e più che dare un giudizio ora sono molto curioso di vedere cosa riusciranno a produrre in futuro grazie agli sforzi che in Cina stanno facendo per incentivare la crescita dei loro autori e la produzione di fumetti autoctoni. Se mai Flashbook dovesse avventurarsi in questo territorio, comunque, non anticiperebbe nessuno, perché sono già state pubblicate in Italia opere di indiscutibile valore, come i lavori dello stesso Benjamin o titoli del calibro de Il Volo o My Street.

N: Conosce qualcuno di questi titoli di successo ancora non pubblicati nel nostro paese e che ne pensa (selezionati anche secondo il nostro gusto 😀 )?
S.A – NHK ni yōkoso! – Sekirei – Onihime VS – Toshokan sensō – Unbalance X2 – Ares – Punch! – The Building Opposite

FB: S.A è uno shojo interessante, anche se non è in cima alla nostra lista di preferenze. NHK ni yōkoso!, pur se ancora inedito, è stato ufficialmente annunciato da un altro editore (J-pop nda). Trovo che sia davvero un’opera eccellente, e non posso che augurarmi che il pubblico italiano la possa premiare; tuttavia non si può non notare come le opere di maggior complessità, molto legate alla realtà sociale nipponica e lontane dai canoni del “manga commerciale” cui siamo avvezzi fatichino molto a essere comprese dalla maggioranza dei lettori del nostro paese. Onihime è un titolo che stiamo osservando, Toshokan sensō uno shojo un po’ diverso da tenere d’occhio – al di là del successo in patria del ciclo di light novels da cui è tratto; ma essendo appena iniziato è presto per emettere sentenze. Goong?… Ares non è male, ma non riesce a convincermi del tutto, e quando lo sfoglio non riesco a fare a meno di pensare ad Alita. Di Punch non posso parlare, perché ammetto di essere abbastanza ignorante in fatto di shonen-ai, a parte le basi e i rudimenti.

The Building Opposite è uno dei fumetti occidentali “manga-style” più convincenti che ho visto fra tutti quelli realizzati finora, però a mio avviso ancora non si sono viste cose veramente eccellenti realizzate in questo stile da autori occidentali, un po’ perché questi crescono in un ambiente che non permette loro di assorbire fin dalla prima infanzia quei codici e quei simboli che poi si ritrovano nei fumetti asiatici, un po’ perché, a differenza di quanto accade in Giappone e Corea, in occidente manca totalmente la figura dell’editor, ovvero colui che rilegge le bozze e si assicura della qualità e della leggibilità del prodotto. Gli autori occidentali sono abbandonati a sé stessi, e non hanno così modo di maturare e correggere i loro eventuali difetti. Non dico che non ce ne siano di autori dalle potenzialità notevoli, però mi sembra che ancora non si sia visto pubblicato qualcosa realmente di livello – a parte lavori debitori dello stile giapponese ma non ufficialmente “manga-style” come i fumetti di Barbucci e Frezzato, che sono capolavori assoluti. Sekirei e Unbalance X2, infine, sono due titoli appartenenti a un genere che non amo molto, ma sicuramente divertenti e ben realizzati. Il primo, soprattutto, penso che possa tranquillamente venire pubblicato anche in Italia.

N: Potreste darci delle anticipazioni su cosa aspettarci nel 2009 da FlashBook? Qualche nuovo titolo in arrivo?

FB: Sicuramente il 2009 porterà diverse novità, soprattutto nel secondo semestre. Intanto le prime novità saranno presentate già a Lucca: i già annunciati Katsu! e Caramel Milk Tea e il nuovissimo Gwi – The Spectre del talentuoso Kim Young-Oh, ormai a tutti gli effetti uno dei nostri autori “storici”. Quest’ultimo è un “medieval-fantasy” cupo, ruvido e splendidamente illustrato: un titolo particolarmente adatto ai gusti del nostro pubblico che sicuramente si farà apprezzare e ricordare.

Anticipando qualcosa su alcune delle novità che verranno più avanti, abbiamo, sul fronte maschile, un autore nuovo eccezionale nel cui stile sono mixati alcuni pezzi da novanta come Hirano, Oh! Great, Obata, Nightow – senza disdegnare qualche gustoso omaggio a maestri del passato come Nagai o il compianto Ishikawa; sul fronte femminile ci sono già due nuovi mini-shojo della scuderia Betsucomi, uno di un’autrice esordiente interessantissima e uno di un’altra giovane che però, qui in Italia, abbiamo già visto. E poi… potrebbe esserci qualche nuovo grande autore a entrare nella famiglia Flashbook… Vedremo! ^^

N: Per concludere potrebbe raccontarci un aneddoto?

FB: Quello che mi piace di più raccontare rimane quello di quando vidi il boss di una notissima casa editrice giapponese, al termine di una fiera del libro di Bologna, rimboccarsi – letteralmente! – le maniche e, anziché defilarsi come il suo status gli avrebbe permesso, dare una mano ai suoi subalterni nello smontare lo stand. Fu una scena che mi colpì molto, e a oggi questo è uno dei partner stranieri che stimo di più e con cui ho più piacere trattare.

N: Grazie del tempo concessoci.

FB: Grazie a voi per l’opportunità. Ci vediamo a Città di Castello!