Autoconclusivo

Autoconclusivo

Eccomi qui con un’altra ff ma questa volta scritta interamente con le mie manine anche se devo ringraziare Kira che oltre ad aiutarmi nella correzione mi ha sempre incitato ad andare avanti ^^
Questa ff mi è stata ispirato da alcuni versi di un poemetto di T.S. Eliot “La terra desolata” che vi consiglio di leggere perchè è magnifico! Che altro dire? Spero vi piaccia e buona lettura… ^^
Naturalmente i personaggi di questa ff non sono di mia invenzione ma di Tsugumi Ohba e Takeshi Obata che ne detengono tutti i diritti.

Quanto tempo era passato? Sei mesi, nove, un anno? Quasi non lo ricordava più, sapeva solo che gli sembrava passata un’eternità. ‹‹La mia vita è in sospeso, sto vivendo solo una parentesi di essa. La mia vita vera, la famiglia, l’università, gli amici, le ragazze….ma è poi giusto dire che quella sia la vita vera? Ricordi quello che provavi, no? Frustrazione, noia, disinteresse verso ogni cosa; ti ricordi di esserti mai sentito così vivo come ora?
Ora che hai uno scopo, ora che stai dando tutto te stesso per qualcosa in cui credi veramente: catturare Kira, e infine ammettilo…ora che c’è qualcuno alla tua altezza.
Una persona? Forse sarebbe più indicato dire buffo animaletto per descriverlo meglio. Carnagione pallida, perenni occhiaie, capelli scuri sempre scompigliati, un’espressione spesso assente, ma due occhi neri che spiccano vividi in quel volto emaciato come due stelle in una notte buia. E come sono belli quando si animano, riescono a trasformare l’intera persona rendendola simile ad un’apparizione celestiale››.
“A cosa stai pensando Light-kun? Hai un’espressione trasognata, a qualcosa di bello forse?” chiese Ryuzaki strappandolo all’improvviso dalle sue fantasticherie a occhi aperti.
“N-no…ma che dici Ryuzaki? Stavo ragionando su questi dati che mi hai passato prima.” rispose Light riprendendo a guardare il monitor di fronte a sé, leggermente imbarazzato per essere stato “colto in fragrante”. Anche se, riflettendoci, non c’era nulla di cui vergognarsi, non stava pensando a niente di male o no?
“Si capisco, continua pure allora.” ridacchiò l’altro apparentemente divertito. In realtà dentro di sé aveva una ridda di emozioni contrastanti. Lui era L il più grande investigatore del pianeta, di questo ne era certo, nutriva grande fiducia nelle proprie capacità. Il suo compito era quello di scovare Kira, non avrebbe dovuto occuparsi di nient’altro, ma ultimamente c’era qualcosa (qualcuno) che interferiva coi suoi pensieri.
Sin dalla prima volta che aveva incontrato Yagami Light quella che aveva provato era stata davvero una strana sensazione. Inizialmente l’aveva attribuita al fatto di aver trovato qualcuno con un’intelligenza pari alla sua, successivamente perchè certo che fosse Kira…ma ora?

I sospetti sul suo conto erano quasi completamente decaduti certo, c’era ancora quel 3% però… Era forse la sua intelligenza a stuzzicarlo ancora? Se fosse stato per questo, allora perchè si sorprendeva, ormai sempre più spesso, a pensare a quanto bello fosse il suo sorriso e a divorarlo con gli occhi mentre si muoveva, pensando di non aver mai visto nessun altro farlo con altrettanta eleganza?
Si sentiva confuso, era la prima volta che provava certe cose e non riusciva a venirne fuori, o forse non voleva guardare in faccia la realtà? E poi per quale motivo lo aveva stuzzicato?
Perchè voleva scoprire i suoi pensieri, bramava sapere cosa avesse fatto sbocciare quel bellissimo sorriso ancora una volta. Spasimava dal desiderio di saperlo, ammise finalmente per la prima volta con se stesso. E una volta che ne fosse venuto a conoscenza cosa avrebbe fatto? Naturalmente di tutto per vederglielo ancora più spesso, rifletté Ryuzaki.
Oramai era inutile girarci intorno, bisognava dire le cose come stavano, lui non era mai stato un codardo e non avrebbe iniziato certo ora: gli piaceva Yagami Light…e gli piaceva anche parecchio! Ecco ormai era stata detta, non avrebbe più potuto tornare indietro, né lo avrebbe voluto, tanto sarebbe rimasto per sempre un suo segreto.
‹‹Ora basta pensarci!›› si disse. Doveva concentrarsi sulla questione principale: catturare Kira.
Erano arrivati ad un punto cruciale dell’operazione, l’indomani sera sarebbe scattata la trappola per incastrarlo. Era un piano complicato, pieno di variabili e c’era il rischio che Matsuda venisse ucciso, ma ormai potevano solo andare avanti.
Ryuzaki era immerso in questi pensieri e intanto si tormentava il pollice con la bocca senza notare che l’altro lo guardava di sottecchi.
“Sei preoccupato per domani?” chiese Light.
“Perchè mi fai una domanda del genere?”
“Beh, non stai toccando i dolci ma in compenso ti mordi il pollice, per come ti conosco direi proprio che sei preoccupato per qualcosa; e al momento la questione più importante è l’operazione di domani sera. Dimmi sto sbagliando?”
“No” rispose Ryuzaki arrossendo leggermente, visto che non era solo l’imminente piano a preoccuparlo, e dopo un lieve sospiro continuò “Mi sembra normale, dopotutto è rischioso far andare Matsuda in TV per cercare di stanare Kira. Infatti quest’ultimo potrebbe essere in grado di fare cose che nemmeno immaginiamo, oppure potrebbe andare storto qualcos’altro, ci sono molte variabili in quest’operazione, come ben sai, e Matsuda potrebbe anche morire… e noi ci ritroveremmo al punto di partenza.”
Light lo guardava senza quasi ascoltarlo perso nei propri pensieri…Accidenti a lui! Ma perchè doveva assumere quell’espressione mentre parlava? Gli faceva venir voglia di abbracciarlo e confortarlo dicendogli che sarebbe andato tutto bene, che anche nel peggiore dei casi, se fosse andato tutto storto, non l’avrebbe abbandonato ma sarebbe stato al suo fianco fino alla cattura di Kira e anche dopo.
Stop, fermi tutti! “dopo” che voleva dire quel dopo?
Perchè desiderava stargli accanto anche dopo che il caso si fosse risolto?
Lo guardò negli occhi e non trovò la forza per negare un’altra volta la verità. Amava Ryuzaki, non L il formidabile investigatore, ma la persona che si trovava sulla sedia a fianco alla sua. Ryuzaki, così strambo ma a volte capace di gentilezze tali da toglierti il fiato, così intelligente eppure così ingenuo e candido come un bambino… Si, si era innamorato. A poco a poco, conoscendolo ogni giorno un po’ di più ne era rimasto stregato, lui che se ne era sempre ben guardato in passato alla fine ci era cascato, ma non se ne dispiaceva affatto!
“Light-kun perchè sorridi? Ho forse detto qualcosa di strano? Eppure le mie preoccupazioni mi sembrano tutte fondate” chiese Ryuzaki.
“Si hai ragione scusami, è che mentre parlavi mi sono distratto e ho pensato ad altro.” rispose l’altro.
“Ah! Devo forse pensare di essere noioso?” chiese Ryuzaki col cuore in gola, accidenti a lui! Che cosa poteva essergli venuto in mente per farlo sorridere così mentre stavano facendo un discorso serio? Oh, accidenti di nuovo! Ma come era bello, quel sorriso gli illuminava il viso facendogli temere di poter svenire da un momento all’altro se avesse continuato a fissarlo. Si sarebbe sciolto proprio come quei deliziosi cioccolatini che adorava sentir sciogliere sulla propria lingua.
“Vuoi sapere a cosa stavo pensando?” chiese Light prendendo una decisione improvvisa.
“Si” rispose l’altro.
“Beh vedi…credo tu abbia ragione. Domani si giocherà una delicatissima partita e se anche solo un particolare dovesse andare storto, non solo Matsuda, ma noi tutti potremmo morire. Certo è un rischio che avevamo preventivato sin dall’inizio, ma se dovesse succedere non voglio avere rimpianti.” disse.
“Che genere di rimpianti potresti avere? Forse non essere riuscito a concludere con Amane?” sbuffò Ryuzaki con il cuore in gola.
“No, certo che no! Che sciocco a pensare una cosa del genere” ridacchiò il ragazzo.
“E allora cosa?” chiese l’altro con un filo di voce.
Light non rispose.
Si alzò, si avvicinò a Ryuzaki e guardandolo fisso negli occhi gli prese il viso tra le mani, gli carezzò le guance e posò le labbra sulle sue.
No non era possibile! Era un sogno, non poteva essere la realtà. Era impensabile che la cosa che più desiderava stesse accadendo, non catturare Kira, ma soltanto seguire per la prima volta il proprio cuore, pensò Ryuzaki e si lasciò trasportare.
Fu un bacio dolcissimo, le lingue si sfiorarono appena e i loro occhi non si persero di vista un solo attimo.
Poi Light si allontanò e continuando a tenere il viso di Ryuzaki tra le mani disse “Questo. È questo il rimpianto che non voglio avere. Lo so che hai ancora dei sospetti su di me, l’hai ammesso proprio oggi pomeriggio chiedendomi se mi ricordassi di aver ucciso. Ma non mi importa perchè io so di non averlo fatto e te ne convincerai anche tu quando domani cattureremo Kira e tutto finirà. Ma non voglio aspettare che questa storia finisca per dirti quello che provo, domani potremmo anche morire e non voglio correre il rischio di sprecare questa occasione.”

Il ragazzo rosso in viso ansimava, e mentre continuava a guardarlo negli occhi dolcemente disse:

“Ryuzaki, ti amo”.
Bastarono queste tre parole a sconfiggere tutti i suoi dubbi, era impossibile che Light stesse fingendo, doveva per forza essere sincero! Nessuno al mondo poteva essere in grado di mentire mantenendo quell’espressione. No, era sincero. Ne era sicuro al 100% e anche se si fosse sbagliato non importava, oramai era già tutto stabilito, l’indomani ci sarebbe stato lo scontro finale e se era stato deciso che doveva morire…Beh non voleva avere nessun rimpianto nemmeno lui!
“Anch’io, Light-kun!” sussurrò mentre si alzava in piedi per abbracciarlo e cercarne nuovamente le labbra.
Light si staccò e lo guardò negli occhi “Sei sicuro, Ryuzaki? Ora non si torna più indietro, lo sai vero?”
“Non voglio tornare indietro, non voglio più vivere continuando a reprimere le mie emozioni!” urlò l’altro in risposta.
“Va bene, ho capito! Andiamo in camera. Che ne dici però se ci leviamo prima queste manette?” disse sorridendo.

All’improvviso due bocche, due paia di mani, due corpi che si cercavano si sono trovati. Tutto è nuovo e tutta quella pelle vergine chiede solo di essere scoperta, denudata, baciata, leccata, posseduta. A sentimenti da tempo repressi viene finalmente data voce, ed è un canto, il più bello che sia mai stato creato.
“Light-kun è fantastico…non credevo…mi sembra di impazzire.”
“È solo l’inizio. Vieni qui lasciati spogliare.”
Finalmente i due corpi furono nudi e le mani di Light tremarono nel vedere l’altro, era così delicato, perfetto, suo…
Cominciò a baciargli il collo, scendendo a leccargli il petto, passando poi ai capezzoli mentre le mani vagavano irrequiete sempre più giù fino ad arrivare al suo sesso duro, accarezzandoglielo lentamente dalla base fino alla punta turgida.
Ryuzaki gemeva per il piacere che gli stava procurando il compagno, si era completamente abbandonato a lui, lo stava assecondando in tutti i modi, anche ora mentre si lasciava stendere sul letto. Desiderava dargli lo stesso piacere che stava provando, ma era imbarazzato, aveva quasi paura a toccare quel corpo ben modellato che ora era steso sopra di lui.
“Light-kun…posso toccarti?” chiese pieno di vergogna.
“Certo, ma non c’è bisogno di chiederlo. Sono qui con te, sono tuo” rispose Light stupito.
“M-mio?”.
“Certo, tuo! Oppure credevi che scherzassi prima quando ho detto di amarti?”.
“N-no! E’ che tutto questo mi sembra troppo bello per essere vero”.
“Credici allora, sono qui!”.
Queste parole colmarono il cuore di Ryuzaki di gioia; il ragazzo iniziò allora a baciare il suo bellissimo Light-kun mentre gli faceva scorrere le mani sul corpo. Prese a baciarlo sul collo e poi sempre più giù, sul petto succhiandogli i capezzoli, sul ventre teso e poi tra le cosce prendendogli il sesso duro in bocca e iniziando a leccarlo lentamente. Light lo lasciò fare per un po’, poi gli prese il viso tra le mani e gli fece alzare la testa per baciarlo sulla bocca con foga.
“Voglio entrare dentro di te Ryuzaki, voglio sentire il tuo calore” ansimò.
“Fallo” rispose gemendo l’altro.
Light lo fece sdraiare e mentre lo baciava gli accarezzava il sesso. Gli leccò il collo, il petto, il ventre mentre gli metteva in bocca due dita per farsele succhiare.
Mentre continuava a baciarlo dappertutto cominciò a stuzzicare la fessura tra le natiche con quelle dita umide, introducendo delicatamente prima un dito poi l’altro.
“Light-kun, io…non resisto più…ti prego…”.
Light si fermò e guardò il compagno, il suo viso in fiamme e i segni dei suoi baci sul petto lo eccitarono ulteriormente e decise di non farlo attendere ancora. Si posizionò tra le sue gambe divaricate e spingendogli le ginocchia al petto entrò dentro di lui.
“Aaaahhhh!!” gemette Ryuzaki mordendosi le labbra per il dolore.
“Scusami, rilassati tra poco non proverai più dolore ma solo piacere” lo confortò Light accarezzandogli i capelli e iniziando a baciarlo. Quando sentì che la tensione nel corpo dell’altro si scioglieva cominciò a muoversi lentamente.
All’improvviso Ryuzaki gli buttò le braccia al collo stringendolo a sé e aumentò il ritmo “non ti fermare Light-kun, continua” ansimò.
Light rispose a quella preghiera aumentando la velocità e perdendosi a sua volta nel calore del corpo dell’altro. Vennero insieme, tenendosi stretti e invocando ognuno il nome dell’altro.

“Svegliati, dai dormiglione sono già le sei” Light scuoteva delicatamente Ryuzaki per una spalla, ma questi non sembrava volersi svegliare. Il ragazzo allora gli prese tra i denti il lobo di un orecchio e iniziò a mordicchiarlo mentre gli passava le mani sul corpo.
“Light-kun…” sospirò Ryuzaki.
“Finalmente ti sei svegliato, fatti dare il bacio del buongiorno!” esclamò e lo bacio con passione.
“Light-kun è meglio se la smettiamo o faremo tardi…” disse Ryuzaki completamente rosso.
“Si è meglio! Altrimenti arriveremo in ritardo, ma lo sai che così rosso sembri proprio una fragolina appetitosa?!” lo prese in giro.
“Light-kun! Come puoi dire certe cose!? Sono…sono imbarazzanti!”
“Dai, ti stavo prendendo un po’ in giro! Però è vero che sei invitante…Ok ok, la smetto dai andiamo a fare la doccia!” disse saltando giù dal letto.
Che magnifica giornata era! Ryuzaki era al suo fianco, quella sera avrebbero catturato Kira, ne era sicuro sarebbe andato tutto per il meglio.

Fu una giornata tesa e febbrile, tutti erano nervosi e pronti a scattare per un nonnulla, anche Ryuzaki si sentiva così ma per il bene degli altri si mostrò freddo, impassibile e lucido come sempre. Quello era il momento decisivo, non poteva lasciarsi prendere dal panico, doveva andare tutto secondo i piani se voleva avere una possibilità di costruire un futuro con Light.
Era arrivata l’ora di ballare!
Light aveva telefonato a Namikava, spacciandosi per L, in modo che questi avvertisse Higuchi di guardare Sakura TV dove stava andando in onda uno speciale in cui un informatore avrebbe rivelato l’identità di Kira. Questi era Matsuda che Higuchi credeva morto, e se fosse stato veramente lui Kira, avrebbe fatto di tutto per scoprirne il nome e a quel punto lo avrebbero incastrato.
Perfetto!

Stava andando tutto bene. Higuchi aveva provato a chiamare Misa sul cellulare credendola il secondo Kira e non avendo avuto risposta aveva contattato Mogi, il suo attuale manager, per chiedergli il nome dell’ex manager di Amane. Mogi gli aveva risposto di non ricordarlo ma che se voleva poteva andare a controllare lui stesso alla Yoshida Productions perchè al momento gli uffici erano deserti. Ryuzaki fremeva di gioia repressa mentre osservava Higuchi recarsi prima alla Yoshida Productions e poi alla Yotsuba senza riuscire a risolvere nulla, per decidersi infine di recarsi a Sakura TV.
“Andiamo, è ora che ci muoviamo anche noi. Prenderemo l’elicottero, Watari prepara il fucile di precisione” disse Ryuzaki.
“Cosa vuoi fare?” chiese Light.
“Voglio essere lì quando lo cattureremo, dobbiamo capire prima di tutto come fa ad uccidere” rispose mentre correvano sul tetto.
Ed ora erano tutti lì attorno alla Porsche rossa di Higuchi, finalmente ce l’avevano fatta a catturarlo, anche grazie all’aiuto di Aizawa che aveva mobilitato la polizia.
All’improvviso ci fu un gran trambusto, Soichiro Yagami aveva cominciato a urlare blaterando di un mostro e dopo aver toccato un quaderno lì a terra anche Mogi faceva lo stesso.
“Ma che succede?” chiese Light.
“Possibile che toccando quell’oggetto si possano vedere cose altrimenti invisibili? Mogi-san mi porti subito quel quaderno” ordinò Ryuzaki.
Questi arrivò di corsa portandoglielo, e non appena Ryuzaki lo toccò fu in grado anche lui di vedere quell’essere.

‹‹Un quaderno della morte, eh? Possibile che esistano cose del genere?›› pensò leggendo la scritta sulla copertina ‹‹ma se anche solo per un attimo ammettessi che sia così…allora quello cos’è? È forse un messaggero dell’aldilà? Si, per quanto assurdo possa apparire deve essere così…››. “Dopo tutto stanno così le cose. Gli Shinigami esistono” disse alla fine in tono rassegnato.
“Di che parli? Fallo toccare anche a me!” disse Light prendendolo in mano. In un istante riaffiorarono con violenza tutti i ricordi riguardanti il death note e Light urlò, urlò, urlò.
Ryuzaki si preoccupò e cercando di confortarlo disse”quel mostro fa veramente paura, eh?”.
“Già, ma ora è passata. Controllerò i nomi scritti qui sopra” rispose Kira a capo chino, e si girò verso il computer per non far vedere a L il suo sorriso trionfante e soprattutto i suoi occhi. In quegli occhi non c’era più traccia di Light, della sua umanità, del suo amore, erano animati da un fuoco freddo che non scaldava il cuore.

‹‹Perfetto, è andato tutto secondo i miei piani, anzi meglio. A quanto pare L si è innamorato di me ed è convinto che io lo ricambi, bene se si fida sarà ancora più facile farlo cadere intrappola. Dopo averlo tolto di mezzo non avrò più ostacoli sulla mia strada e sarò il Dio del nuovo mondo. Ora però occupiamoci di Higuchi così riacquisterò il possesso del death note›› pensò Kira e fece scattare uno scompartimento segreto del suo orologio che conteneva un pezzo di pagina del quaderno e uno spillo con cui si punse il dito e con il sangue scrisse il nome di Higuchi. Fece tutto questo dando le spalle a Ryuzaki, senza farsi scoprire e 40 secondi dopo l’uomo crollava a terra, morto.
La prima vittima del ritorno di Kira.

Era passata più di una settimana dalla morte di Higuchi e lo Shinigami, che diceva di chiamarsi Rem, stava con loro al quartier generale visto che doveva stare sempre vicina a Light che aveva riacquistato il possesso del death note. Erano stati giorni febbrili per Ryuzaki, non riusciva a capire…gli era sfuggito qualcosa. Continuava a tempestare Rem di domande sull’utilizzo del death note perchè alcuni particolari lo sconcertavano come la regola secondo cui se non si uccideva almeno una persona ogni tredici giorni si moriva a propria volta. Perchè gli suonava falsa? Se ne sarebbe dovuto rallegrare visto che quella era la prova definitiva che scagionava Light, il ragazzo infatti era stato imprigionato per molto più tempo senza poter fare alcunché a parte stare sdraiato visto come era ammanettato.
Quindi a rigor di logica non era mai stato Kira altrimenti sarebbe già morto stando a quella regola. Eppure qualcosa non tornava a Ryuzaki e non era solo il death note a dargli quei pensieri…Light era strano, era cambiato qualcosa da quella notte, non poteva più fare finta di niente doveva affrontare la questione!
Era vero che in quei giorni tutti avevano altro per la testa perchè oltre a cercare di analizzare il quaderno erano ricominciate le esecuzioni dei criminali e a farlo poteva essere stato solo Kira. A causa di tutto questo lui e Light non erano riusciti che a scambiarsi solo poche parole in privato, ma a Ryuzaki erano bastate per sentire che c’era qualcosa che stonava. Il compagno non lo guardava più negli occhi come era solito fare, non era da lui, e il suo sorriso non riusciva più a scaldargli il cuore, anche se gli rivolgeva parole affettuose, anche se il suo comportamento era ineccepibile, c’era qualcosa di sbagliato. Si, quello non era il suo Light!
Ma allora…se quella regola fosse stata falsa…basta! Gli stava esplodendo la testa, doveva uscire da quella stanza , aveva bisogno di stare da solo.
Light era nervoso. Più che nervoso, aveva i nervi a pezzi.
All’inizio aveva pensato che fosse un vantaggio avere a che fare con un L innamorato, ma si era rivelato l’esatto contrario. Ryuzaki lo scrutava ancora più attentamente e lui aveva paura di tradirsi, non riusciva ad essere spontaneo, doveva sempre riflettere attentamente prima di poter fare o dire qualsiasi cosa. E poi c’era questa strana sensazione che provava continuamente e di cui non riusciva a spiegarsi il senso. Gli sembrava di camminare su un filo sospeso tra la felicità e l’angoscia.
Da una parte godeva nel vedere come i suoi piani andassero avanti senza intoppi, specialmente ora che Misa aveva ricominciato a giustiziare criminali al posto suo, e di come L, sempre più frustrato, cercasse di trovare il bandolo della matassa. Dall’altra, a volte provava un impulso violento di correre da Ryuzaki e dirgli “Andiamocene da qui, io e te insieme, lasciamoci tutto alle spalle e pensiamo solo a noi” che riusciva a stento a trattenere. Ma perchè, maledizione! Lui non lo amava, di sicuro quello che era successo tra di loro era stato tutto calcolato…o forse non aveva previsto di innamorarsi a sua volta?
Cosa doveva fare ora? Dopo tutto lui era Kira e L aveva giurato di dargli la caccia e non aveva forse fatto lo stesso anche lui? Non aveva giurato di distruggere L per poter realizzare il suo sogno di un mondo perfetto su cui regnare come il nuovo Dio? Ma ne valeva veramente la pena ora? Forse era arrivato il momento di guardare finalmente Ryuzaki negli occhi e decidere una volta per tutte quello che voleva realmente.
Tutto sarebbe dipeso dal modo in cui avrebbe risposto ad una ben precisa domanda. Però prima doveva trovarlo, non lo vedeva da nessuna parte lì nella sala computer, che fosse andato in camera da letto?

Eccolo! Finalmente lo aveva trovato, ma era mai possibile che con tutte le stanze di quel palazzo lui doveva cacciarsi sul tetto? E sotto un temporale coi fiocchi per giunta??
“Che ci fai quassù Ryuzaki?” urlò per farsi sentire al di sopra della pioggia battente.
“Niente…nulla in particolare. Ascolto le campane.” rispose l’altro.
“Ma che dici? Non sento niente.”
“Suonano in modo davvero assordante. Mi stanno quasi ossessionando.”
Light lo guardò preoccupato, stava scherzando oppure gli aveva dato di volta il cervello?
“Tranquillo, quello che dico non ha mai senso, non darmi ascolto.” disse Ryuzaki.
Ma le campane c’erano, erano quelle del giorno in cui aveva sostato davanti al cancello dell’orfanotrofio con Watari, quelle che suonavano ogni volta che qualcuno lo allontanava, e stavolta stavano suonando perchè era il suo cuore ad essersi allontanato, era morto.
Il cielo era plumbeo, la pioggia batteva senza sosta eppure quei due ragazzi stavano lì immobili, Light alzò lo sguardo e guardò Ryuzaki in volto.
“Finalmente!” esclamò quest’ultimo. Era da un po’ che non mi fissavi dritto negli occhi, avevi paura che in essi avrei scorto la verità, eh Kira?”
(Una massa di spezzate immagini dove picchia il sole)
“Ti ho dato libero accesso al mio cuore, te l’ho offerto e non ho rimpianti, solo spero fossi anche tu sincero quando l’ho fatto”
(E l’albero morto non da riparo, il grillo non da tregua)
“Mi potrei biasimare visto che mi sono lasciato andare pur avendo ancora dei sospetti su di te, ma so che se non l’avessi fatto la mia anima sarebbe stata ancora più arida di quanto non lo sia ora”
(E la pietra arida non ha suono d’acqua. Solo)
“Ma che stai dicendo? Sei forse impazzito? Sai che ero e che sono sincero” urlò Light, sconcertato che Ryuzaki gli avesse letto dentro con tanta facilità. Doveva convincerlo anche se significava ingannarlo.
(C’è ombra sotto questa roccia rossa)
“Ryuzaki, io ti amo. Non sono mai stato Kira, non ti ho mai mentito, ti prego credimi!” e mentre diceva queste parole allungò il braccio verso Ryuzaki tendendogli una mano, cercando di sorridere non sapendo però che i suoi occhi brillavano. E i riflessi di quei bagliori erano rossi.
(Vieni nell’ombra di questa roccia rossa)
“Hai detto di amarmi anche tu, no? E allora vieni qui da me, abbracciami e falla finita con queste stupidaggini. Non sono mai stato Kira, ma se anche lo fossi stato ora non lo sono più, sono qui con te…è solo questo che conta, no?” chiese Light trattenendo il respiro mentre attendeva la risposta alla domanda fondamentale.
(E ti mostrerò qualcosa di diverso dalla)
“Ti sbagli. Kira è malvagio, uccide indiscriminatamente chiunque gli intralci la strada, non potrei mai perdonare una persona del genere”
(Tua ombra che di mattina ti viene dietro)
“Kira è malvagio? Ma non è così Ryuzaki! Io sono sicuro che sta solo cercando di creare un nuovo mondo libero da delinquenti, non lo capisci!?” urlò Light disperato.
(O dall’ombra che la sera ti si leva incontro)
“Anche se fosse non è questo il modo” rispose Ryuzaki e avvicinandosi a lui continuò “da quando sei nato hai mai detto almeno una volta la verità?” e vedendo che l’altro lo fissava con gli occhi sbarrati senza rispondere concluse “è triste vero? Tra un po’ dovremo separarci Light-kun”
(Ti mostrerò la paura in una manciata di polvere)
“Vieni dentro, questa è una terra desolata”. Detto questo Ryuzaki oltrepassò Light e rientrò senza voltarsi indietro, ormai aveva deciso.
Questi era ancora lì immobile con le lacrime che scorrevano sul viso insieme alla pioggia ‹‹non mi hai capito, non mi vuoi sostenere… perchè il mio amore mi fa questo?››
Cosa doveva fare lui? Doveva rinunciare ai suoi sogni di grandezza gettando via il death note, oppure doveva rincorrere quello, che oramai era diventato un miraggio, di un amore con Ryuzaki?
“Che tu sia maledetto!” urlò stringendo i pugni “non mi hai voluto sostenere, hai rifiutato il mio amore? Bene! Vedremo chi la avrà vinta tra di noi, L” e rise alzando il viso e i pugni al cielo.

Non appena Ryuzaki rientrò nella sala computer Yagami Soichiro gli andò incontro chiedendogli” Ryuzaki, dove eri? E dov’è Light? Hai deciso qualcosa riguardo al death note?”.
“Suo figlio sta per arrivare, non appena sarà qui comunicherò a tutti la mia decisione” rispose andando a piazzarsi sulla sua solita poltroncina di fronte ai monitor.
Dopo pochi minuti anche Light rientrò.
“Bene ora che ci siamo tutti vi dirò cosa ho in mente di fare” annunciò Ryuzaki.
“Ho intenzione di provare l’efficacia del death note, possiamo chiedere a qualche paese di usarlo per eseguire le condanne a morte”.
Il silenzio regnava nella stanza, erano tutti sconcertati. Persino Rem non riusciva a capire le sue intenzioni, ma il suo timore per l’incolumità della sua protetta, Amane Misa, cresceva ad ogni parola di quel detective. Aveva paura che avesse trovato un modo per smascherarla, non per niente quel ragazzo rivaleggiava con Light in quanto a sagacia!
“Vorresti provarlo?! Che bisogno c’è di farlo?” esclamò Soichiro.
“E poi chi scriverebbe i nomi?! Una volta iniziato dovrebbe continuare per sempre a scriverne almeno uno ogni tredici giorni o morirà” rincarò Matsuda.
“Calmatevi! Faremo in modo che il nome venga scritto da un detenuto la cui condanna a morte è prevista entro tredici giorni. Una volta scaduti, se sarà ancora vivo gli sarà assegnata una pena più lieve. In questo modo verificheremo l’autenticità di tali regole” rispose Ryuzaki.
Rem ormai aveva capito che c’era un’unica soluzione per salvare Misa, doveva occuparsi lei di Ryuzaki e del suo braccio destro Watari, anche se questo avrebbe significato dare campo libero a Light visto che anche lei sarebbe morta perchè uno Shinigami non doveva usare il death note per salvare la vita di un essere umano, il death note esisteva solamente per uccidere.
Light dal canto suo era pietrificato. Aveva seguito con crescente orrore quel discorso e aveva capito che questo avrebbe avuto come unico effetto quello di costringere Rem a ucciderlo per poter salvare Misa. Doveva farlo smettere, dirgli di stare zitto, non voleva che morisse. Anche se lui era Kira, anche se non aveva rinunciato alla sua idea di realizzare un nuovo mondo utilizzando il death note, non voleva farlo a scapito della vita di Ryuzaki. Avrebbe trovato un altro modo per vincere, ma non quello, il suo amore non doveva morire.
“Ryuzaki smettila con questi ragionamenti…” iniziò a urlare Light ma ad un tratto iniziò a suonare un allarme e su tutti gli schermi comparve la scritta “ALL DATA DELECTION”.
“Cosa significa? Che succede?” gridò qualcuno.
“Watari doveva far scomparire tutti i dati sul caso in nostro possesso se gli fosse accaduto qualcosa. Dov’è andato lo Shinigami?” chiese Ryuzaki.
A quelle parole Light realizzò che Rem non era più nella stanza, allora era stata opera sua, non aveva avuto il tempo di fermarla…
Light sentendo un rumore si girò a guardare in direzione di Ryuzaki e lo vide mentre cadeva dalla sedia, si lanciò per afferrarlo prima che cadesse…no non poteva essere!
“Ryuzaki! Hey Ryuzaki!!??” urlò.
“Bene, a quanto pare ho perso, hai vinto tu Kira. Però non sono dispiaciuto perchè ora, prima di morire, riesco finalmente a vederti di nuovo Light-kun. Ti amo…” sussurrò questi guardando il suo Light negli occhi. E pronunciate queste parole chiuse lentamente le palpebre e si las
ciò andare per l’ultima volta tra le braccia del suo amore.
“Aaaaaahhhhh!!Ryuzaki alzati!!!” urlò Light stringendolo anche se sapeva che non lo avrebbe fatto mai più.
Non lo avrebbe più guardato con quegli occhi luminosi, non lo avrebbe più baciato, non gli avrebbe più detto che l’amava, era morto. Light continuò a urlare e invocare il nome dell’amato finché Soichiro non intervenne per calmarlo, lo fece alzare e gli urlò di darsi una regolata, erano tutti sconvolti e non era il momento per creare ulteriore caos. Il ragazzo si scusò e uscì dalla stanza.
Si ritrovò di nuovo su quel tetto. Terra desolata lo aveva chiamato Ryuzaki…beh aveva ragione.
‹‹Cos’ho fatto? Cos’ho mai fatto? L’ho ucciso, è come se lo avessi ucciso con le mie mani. Si ho ucciso il mio amore e con esso il mio cuore ora sono divenuto un Dio…un Dio della Morte. Ora che sono uno Shinigami chissà se posso volare anch’io…proviamo›› pensò Light e si avvicinò al cornicione e guardando il cielo sorrise e saltò, spiegando le sue ali, quelle che avrebbe avuto quando avrebbe rivisto Ryuzaki.