Maison Ikkoku: Capitolo Finale

Maison Ikkoku -Capitolo finale- si colloca, a livello temporale, alla metà dell’ultima puntata della serie animata di Maison Ikkoku, nel 1987: tra l’addio di Kyoko a Soichiro e il matrimonio di Kyoko Otonashi e Yusaku Godai.

Nel silenzio di una giornata di pioggia, il postino recapita qualcosa all’Ikkoku kan. Mancano due giorni al matrimonio: Godai indossa una maglietta con la scritta “victory”, i co-inquilini continuano a bere e a prenderlo in giro, Ibuki Yagami fa una visita a sorpresa a Godai senza sapere che sta per sposarsi e Kyoko, in attesa di una misteriosa lettera, non è ancora tornata a casa.

Con queste premesse non possiamo non immaginare tutti i guai e i fraintendimenti che mineranno la fiducia in se stesso che Godai aveva faticato ad ottenere in tutta la serie televisiva.

Il film è l’occasione per sviluppare anche altre storie e coinvolgere molti dei personaggi comprimari di Maison Ikkoku, tra cui il signor Chigusa, padre di Kyoko, e il proprietario del Chachamaru.

Il film non è unicamente ispirato alla serie animata, ma anche al manga, infatti compare il personaggio di Nozumu Nikaido, che vive nella stanza numero 2, e che compariva solo nella versione cartacea, e poi appaiono anche Sayoko Kuroki e Buchou, che avevamo incontrato quando Godai si occupava dello spettacolo delle marionette, di cui si accenna al matrimonio solo nel manga.

Piacevole ed allegro, se inizialmente si sente la mancanza dello splendido character design di Akemi Takada, che lascia il posto ai disegni più “spigolosi” di Yuji Moriyama, a cui è anche affidata la direzione della buona animazione, piano piano ci rendiamo conto che questa “nota un po’ stonata” rende il film un’opera a sé; i colori sono meno vivaci e i personaggi appaiono, proprio in virtù del character design un po’ più maturi, anche per sottolineare gli anni che sono trascorsi: abbiamo lasciato Yagami al liceo e la ritroviamo ventenne!

Le musiche, ridotte piuttosto all’osso, sono affidate alle cure di Hideharu Mori, e una delle cose più carine che ho trovato nel film è stata la sigla finale, con la bellissima Garasu no kiss (Bacio di vetro) cantata da Rika Himenogi, in cui vengono presentati tutti i personaggi di Maison Ikkoku, nei loro atteggiamenti quotidiani, fino ad arrivare a Kyoko, nel momento in cui quattro anni prima aveva trovato… be’ non proseguo per non rovinare la sorpresa a chi non ha ancora avuto modo di vederlo! ^__^

La regia di Tomomitsu Mochizuki è piuttosto buona e tende ad indugiare molto sui volti dei personaggi.

Visto che questo prodotto è finito nelle mani della Yamato Video, posso solo dire che il doppiaggio è abbastanza buono (sebbene continua il problema della “chi” di Ichinose che viene pronunciato “Iknose”) e spiccano nomi del calibro di Monica Ward, Alessio Cigliano, Monica Gravina, Anna Melato, Fabrizio Temperini, Claudia Catani, Fabio Boccanera, sebbene, essendo piuttosto diverso dalla serie TV, a volte risulta un po’ “strano”! Le varie scritte giapponesi che appaiono vengono tradotte con dei sottotitoli.

Insomma: se siete amanti di Maison Ikkoku non potete perdervi questo film, se non altro perché, se da un lato, graficamente è una produzione a sé, dall’altro è il giusto “capitolo finale” che serve per completare il capolavoro creato da Rumiko Takahashi, che è Maison Ikkoku.

Recensione di Samantha “Usagi”