Cortili del Cuore

“Gokinjo Monogatari” è la storia di Mikako e Tsutomu, vicini di casa, amici d’infanzia e compagni di scuola.
L’Istituto d’arte “Yaza” è lo sfondo dell’intreccio dei rapporti tra i due ragazzi e i loro amici: inseparabili compagni di Tsutomu, sono Yusuke e Jiro mentre Mikako è sempre affiancata da Lisa e P-Chan. A turbare l’equilibrio del gruppo, irrompe con il suo “corpo da favola” Mariko Nakasu, la ragazza più popolare dello Yaza, che indirizza inizialmente le sue attenzioni verso Tsutomu. Questo porterà lui e Mikako a riconsiderare un rapporto che, da sempre, identificano come una profonda amicizia.

Queste sono le premesse di una storia ritagliata su diversi episodi significativi, come il ritorno, dopo anni di assenza, del padre di Mikako, che turberà non poco il rapporto tra Mika e la madre e cambierà per sempre la loro famiglia; Yusuke e Mariko, dopo la rottura tra la ragazza e Tsutomu, si troveranno coinvolti in un legame che col passare del tempo diventerà sempre più difficile e problematico. Mikako, vincendo una borsa di studio a Londra, premio di una sfilata di modelli originali degli studenti dello Yaza, si troverà di fronte alla scelta di lasciare Tsutomu per un lungo periodo oppure rinunciare a quest’occasione che potrebbe essere il primo passo verso la realizzazione della sua aspirazione a diventare stilista.

La fine della storia è uno sguardo al futuro: tutti sono cresciuti e cambiati, qualcuno sta anche per “allargare” la propria famiglia, qualcun altro l’ha già fatto. L’ultima scena è al Blue Parrot, dove tutti si ritrovano insieme a festeggiare il compleanno della sorellina di Mikako che poi diventerà la protagonista di un altro manga di Ai Yazawa, “Paradise Kiss”, ma questa è un’altra storia…

Con Gokinjo Monogatari, Ai Yazawa ci presenta lo spaccato di vita quotidiana di un gruppo di ragazzi, diversi dai soliti personaggi che siamo abituati a leggere nei manga. Niente divise scolastiche, nessun personaggio patetico o tragico di turno, ogni protagonista di questa storia è caratterizzato dal proprio modo particolare di vestire, parlare e dalle proprie inclinazioni creative e artistiche. Il talento della Yazawa sta soprattutto nella sua estrema capacità di caratterizzare i personaggi. Ogni protagonista si presenta con il suo particolarissimo aspetto, curato fino ai dettagli da una mangaka che ama la moda, la reinventa e la rende espressione dell’essere (non dimentichiamo che “Paradise Kiss“, il prosecuo di questo racconto, viene serializzato su una rivista di moda in Giappone).

Il tratto, dinamico e innovativo, percorre i diversi risvolti del racconto assecondando il ritmo incalzante della storia. Notevoli i primi piani: tutto il talento della Yazawa sotto una lente d’ingradimento.
L’istituto Yaza è forse la scuola che tutti avrebbero voluto frequentare, un punto di ritrovo per artisti e creativi, gente un po’ particolare, fuori degli schemi. Tutti molto motivati, come ci tiene a evidenziare l’autrice, come a far sempre presente che l’arte (sotto ogni forma essa si esprima) è comunque una cosa da prendere sul serio.

Fin dal primo numero dei 14 volumetti che raccontano le “storie del vicinato”, ci si rende conto di trovarsi davanti a qualcosa di nuovo. Anche se i temi trattati sono quelli tipici shojo, la Yazawa ha la capacità di raccontarli, in modo originale, legando un personaggio all’altro in rapporti e combinazioni che cambiano con il corso della storia.

Sempre presente una comicità spontanea, il mezzo dell’autrice per non prendersi mai troppo sul serio. I personaggi che spesso commentano il manga stesso, la Yazawa che compare in kimono come la preside (molto particolare) dell’Istituto, le deformazioni e distorsioni dei vari protagonisti nelle diverse situazioni, gli “angolini” della Yazawa (spazi che l’autrice si ritaglia a margine per parlare con i lettori), sono tutti elementi dell’ironia che caratterizza questo lavoro. Ciò non toglie credibilità né alle vicende né ai protagonisti.

Se avete visto l’anime di questo manga, trasmesso qualche anno fa e mai più replicato posso solo dirvi di aspettarvi un finale molto diverso che inizia a gettare le basi proprio dove il cartone si concludeva (in maniera anche piuttosto discutibile).

Gokinjo è comunque una lettura piacevole e originale, se cercate qualcosa di nuovo dal Giappone dei manga, l’avete trovato qui, nel cortile Yazawa.

by settedark