Nazca

“Chi è il guerriero Yahuar, e per quale motivo brama la morte del guerriero Vilca?
Chi erano nel passato?
E chi sono in questo presente incapace di offrire certezze?”

“Eh? …”
Benvenuti a Nazca, ragazzi , vi accompagno nella sua visita parlandovi un pò di tutti gli aspetti che caratterizzano questo anime molto, ma molto originale…

La prima cosa che colpisce di questa serie è senz’altro il character design. Una piccola reminescenza di Gundam Wing, con un tocco di originalità molto piacevole. Questa è la prima serie in cui Sano Hirotoshi lavora come character designer, sebbene abbia già alle spalle numerose presenze in altre produzioni, come Gundam MS08th Team ed Escaflowne, anche se non in ruoli di primo piano. Anche il regista Tokita Hiroko, pur essendo da lungo tempo nell’ambito dell’indutria dell’animazione, è alla sua prima esperienza da “protagonista”. Considerate le circostanze, mi sembra ragionevole non aspettarsi una nuova produzione che possa avvicinarsi alla finezza di Cowboy Bebop e, soprattutto, del lavoro delle “grandi menti” che ha alle sue spalle.

Ma non preoccupatevi, perché Nazca sa difendersi bene e dopo vedremo nella precisione tutti i diversi aspetti che caratterizzano questa produzione.

Il background della storia è il Giappone moderno:
un ragazzo di nome Kyoji Miura sta correndo in fretta e furia, ormai in ritardo, per vedere un incontro di Kendo il cui protagonista è il suo istruttore, Masanari Tate. Nella corsa Kioji si scontra con una giovane ed attraente ragazza, Yuka Kiritate, che ben presto scopriremo essere legata a Tate. Dopo varie presentazioni, alla fine i due si ritrovano ad assistere insieme all’incontro di Tate, ma la tranquillità viene presto rotta da un’improvvisa violenza (assolutamente contraria allo spirito del Kendo) che scoppia in Tate, il quale vince l’avversario spaccandogli le costole. Ma l’avvenimento va ben oltre, in quanto Kyoji vede Tate scagliarsi contro l’avversario sotto le sembianze di un antico guerriero Inca.

E da qui la storia comincia piano piano a delinearsi, facendo comprendere il vero soggetto della serie, il risveglio degli Uomini-Anima, la reincarnazione delle anime di antichi guerrieri Inca (organizzati in due fazioni contrapposte) nei corpi di un gruppo di ragazzi dell’epoca moderna, prima uniti da vincoli di amicizia o amore, ed in seguito separati o diversamente raggruppati per i rancori di un antico regno ormai scomparso.
Devo dire la verità, ho voluto vedere Nazca senza informarmi precedentemente sui contenuti della storia, per godere a pieno della trama e fantasticare su come potesse essere. Ebbene, mi aspettavo qualcosa di completamente diverso. Pensavo a qualcosa di “più profondo”, ma non per questo ne sono rimasto deluso.

In cosa consiste, in pratica, Nazca?
Restringiamo al massimo la descrizione: è un’originalissima rivisitazione del concetto “scontro tra due fazioni, buoni e malvagi, composte da guerrieri con poteri soprannaturali”. Ma bisogna sottolineare l’originalità ed i pregi di una trama che, definita così, potrebbe anche sembrare banale. Nazca è narrato davvero bene, siete invogliati ad andare avanti nella storia e, una volta capito come si svolge, vi divertirà vedere in quali situziaoni vengono coinvolti i personaggi.

Un grande pregio è la rilevanza data alle emozioni dei personaggi, molto importante per farvi entrare nello spirito della storia, basata sui coinvolgimenti emozionali dei tre protagonisti principali e della trasformazione dei sentimenti che li legavano precedentemente al risveglio delle anime dei guerrieri.

Inoltre, proprio a causa del risveglio di diverse anime, con l’avanzare degli episodi, vedrete comparire sempre più personaggi che andranno ad ingrandire le opposte fazioni.
Ma veniamo, appunto, ai personaggi, o meglio, al chara.

I personaggi di Nazca sono davvero affascinanti, guardando le immagini di questo articolo senz’altro sarete d’accordo con me.

In particolare il viso dei protagonisti vi farà godere di espressioni davvero coinvolgenti e non potrete non rimanere affascinati in particolare da Tate (nella sua trasformazione in guerriero) e da Yuka (in qualunque modo vi verrà presentata). Molto curate anche le posture dei personaggi, davvero molto realistiche. Nazca vanta anche una regia davvero ben curata e dinamica, in particolare un montaggio ben realizzato.

Bene, bene, bene, ma allora? Cosa c’è che non va?

Purtroppo qualcosa che non va c’è ed è davvero un grande guaio. Dovete, infatti, tenere presente che Nazca è una produzione Pioneer e, come è solita fare nelle serie TV, anche stavolta questa ditta ha fatto grande economia sulle animazioni. Verrete assolutamente affascinati dalla qualità e fluidità della sigla iniziale, per poi trovarvi completamente in contrasto con la bassa quantità di fotogrammi che caratterizza gli episodi. Che peccato. Non so chi di voi abbia visto Lain (sempre della Pioneer): ebbene, questa serie è un vero capolavoro di trama, concetto, disegni, musica, ma pecca per le animazioni e addirittura per i disegni che, in alcune scene, sono tremolanti e non definiti nei contorni.

Sembra che la Pioneer ci goda a fare così e quindi, con le stesse caratteristiche, ci propone anche Nazca, affascinante sotto tanti punti di vista e scadente proprio nelle animazione, una componenente essenziale (soprattutto se hai visto Evangelion, Cowboy Bebop e Escaflowne… parlando di serie TV, mi sembra ovvio). Peccato.

Un’altra nota dolente, che tristezza, è la computer grafica.

Fa veramente pena, non ho mai visto un utlizzo dei materiali e delle luci così falso (addirittura considero migliore Stellaris, gioco di Solletico dell’anno scorso). L’animazione 3D è scattosa e male concepita, inoltre le cels dei personaggi sono sovrapposte in maniera orrenda.

Chiudiamo questo doloroso capitolo con il sollievo che la CG viene usata molto poco, infatti, a parte la sigla, è molto presente nel 2° episodio, poi non la vedremo quasi più.

Le musiche di Nazca sono veramente stupende (e non le ha fatte Yoko Kanno! Incredibile!). Una colonna sonora studiata per poter sottolineare tutte le diverse sfaccettature della storia -combattimenti, amori frustati, amori riscoperti, redenzione, magia, azione, bontà e malvagità- caratterizzata da grandi contraddizioni nello stile. Andiamo da pezzi dolci e tradizionali ad un tema incalzante di violino, per spaziare in ritmi moderni fino a brani techno.

Un capolavoro da vera e propria commozione è la sigla d’apertura: “Ai no fuuga”, eseguita dalla Eccentric Opera, si basa sulla melodia della “piccola” “fuga in Si minore” di Bach, su cui viene cantato un testo, in latino, tratto da “Primo Vere – Omnia Sol Temperat” da Carmina Burana (non lo conoscete? Vergogna!). La sovrapposizione del motivo, suonato con strumenti in stile peruviano con una base ritimica moderna, con la stupenda voce femminile, crea un’atmosfera evocativa, mistica e avvolgente davvero unica, che unita alla sigla d’apertura, stupenda nell’animazione, disegno e montaggio, ne fanno un vero pezzo da collezione.

Anche il brano di coda, “El condor pasa”, è veramente stupendo. Per il resto, tema portante sono comunque richiami a strumenti peruviani. Molto bella, davvero, la colonna sonora merita l’acquisto del CD (si chiama “Sketches of Nazca”, per gli interessati).

Ok, mi sembra di avere detto veramente tanto ^__^

In conclusione voglio lasciarvi con questo pensierino: la Dynamic concluderà questa serie di 12 episodi in sole 3 videocassette, la produzione è accurata in tutto ma scade nell’animazione, la storia è piacevole da seguire se non pretendete molto. In pratica, una simpatica produzione recente che non pretende di salire sullo scalino di Cowboy Bebop o Evangelion.

Io la compro, e voi?