Hakkenden

Le produzioni giapponesi a sfondo storico stanno da poco facendo breccia nel cuore degli appassionati nel mercato dei manga, ma sono stati praticamente sempre presenti nel mercato degli anime.
In Italia abbiamo avuto esempi di successo, come il bellissimo Ninja Scroll o il suggestivo La Spada dei Kamui (anch’esso tratto, come Hakkenden, da un romanzo), entrambi pubblicati dalla Yamato, che da sempre crede in questo tipo di titoli.

La Dynamic inaugura la propria linea “storica” (seguita, purtroppo, dal mediocre Il Leone Nero di Go Nagai) con Hakkenden, una serie di ben tredici OAV, raccolti in sei VHS della durata media di 60 minuti l’una (a parte la prima cassetta, che contiene come al solito tre episodi anziché due, e la quarta cassetta, che contiene un episodio riassuntivo delle prime tre).

Vista la natura “continuativa” degli OAV, è impossibile riassumere la trama di ogni singola VHS evitando fastidiose anticipazioni ai possibili acquirenti, quindi provo a descrivere “in toto” quello che vi aspetta se deciderete di guardare Hakkenden.

Ci troviamo in Giappone, nel 1457: il casato dei Satomi è in guerra con quello degli Anzai, e sta perdendo: gli Anzai, infatti, sembrano avere l’aiuto dei demoni, ed ogni attacco contro di loro si rivela inutile. Disperato, Lord Yoshizane Satomi chiede l’aiuto del suo cane, Yatsufusa, e si impegna addirittura a dargli in sposa la figlia Fuse se la bestia gli avesse portato la testa del capo degli Anzai.

Lord Satomi non si aspettava che Yatsufusa gli portasse davvero la testa di Anzai, e invece il cane si ripresenta con l’orrendo pegno e pretende che la promessa fattagli venga mantenuta.

Nonostante le grida di Satomi, la principessa Fuse decide di mantenere l’impegno, e fugge via con il cane. Dalla loro unione, seppur platonica (ma su questo, er, non giurerei) nascono otto anime, che andranno ad albergare nei corpi di otto neonati, ognuno dei quali stringerà al petto, per sempre, una perla recante una delle virtù dei samurai. Da notare che i cognomi degli otto guerrieri cominciano tutti per “Inu”, che in giapponese significa “cane”.

Una volta cresciuti, questi otto cani-guerrieri dovranno ricongiungersi e lottare assieme per lo stesso motivo di Yatsufusa: proteggere il casato dei Satomi da qualsiasi attacco.

– IL BRANCO DEI CANI GUERRIERI –

-Shino Inuzuka
È il primo dei cani-guerrieri che avremo modo di conoscere: Shino è un ragazzo timido, che viene travestito da donna dal padre, che vuole proteggerlo dai demoni. Quando la sua fidanzata, Amaji, viene assalita da un gruppo di disertori, il ragazzo non esita a sguainare la spada ed a combattere per la prima volta. Dopo la morte del padre, Shino diventerà colui che custodisce la Murasame, spada maledetta ma dalle eccezionali virtù.

-Sosuke Inukawa
Dopo la morte dei genitori, Sosuke viene trovato dai genitori di Amaji e preso in casa come servo. Il suo padrone, però, non è affatto uno stinco di santo, e vuole veder morto Shino per dare in sposa sua figlia ad un potente del luogo. Quando Sosuke attacca Shino, le perle che i due possiedono rivelano la loro natura di “fratelli”.

-Dosetsu Inuyama
Fratello di Amaji, scampato alla morte per miracolo. Si nasconde travestito da monaco per attaccare, al momento opportuno, gli assassini di sua madre. Abilissimo con la spada, è in grado di usare molte armi speciali, come bombe fumogene o incendiarie.

-Genpachi Inukai
Un tipo fuori dalle righe, che viene incaricato di uccidere Shino dai propri carcerieri in cambio della libertà. I due stanno per colpirsi a vicenda, quando un fulmine li divide, distruggendo il castello su cui si trovavano: si tratta dell’intervento dello spirito di Fuse, che non vuole assolutamente vedere i propri figli combattersi.

-Kobungo Inuta
Un gigantesco giovane, che ha deciso di non impugnare più una spada da quando, ubriaco, uccise suo padre. Ovviamente gli eventi lo portano a combattere di nuovo, e la sua forza si rivelerà utile alla missione sua e dei suoi fratelli.

-Keno Inuzaka
Effeminato, abile suonatore di flauto, agile ballerino; ma anche mortale, quando impugna i suoi pugnali: Keno si finge donna per vendicare la morte di suo padre, e dopo aver incontrato Kobungo si unisce al gruppo dei cani-guerrieri.

-Daikaku Inumura
Un uomo sensibile ed innamorato della propria moglie. Suo padre, maestro di un dojo, è stato posseduto da un demone-gatto, che verrà sconfitto solo grazie all’intervento di Genpachi.

-Shinbei Inue
Nipote di Kobungo, viene affidato allo spirito della principessa Fuse, e ritorna, misteriosamente cresciuto, a guidare il gruppo. Possiede una forza ed una abilità con la spada sovrannaturali, ed ha ben chiaro in mente quale sia il suo compito.

Le produzioni Pioneer sono ormai note per il fatto di offrire una qualità di animazioni abbastanza scarsa: lo dimostrano, ad esempio, Armitage III e la pur recente serie di Lain.

Hakkenden, nella fattispecie, mostra degli alti e bassi: a tratti assistiamo ad un’animazione non eccellente ma buona, altre volte a movimenti scattosi, con davvero pochi frame di animazione, cosa inaccettabile visto che si tratta di OAV.

Anche il character design è piuttosto incostante, anche perché effettivamente realizzato da persone diverse: nelle prime tre cassette il giudizio globale è mediocre, mentre si migliora decisamente con le restanti tre. Da notare l’episodio riassuntivo presente nella quarta cassetta, realizzato con uno stile volutamente “realistico” e davvero brutto da guardare.

Niente da dire per quanto riguarda le musiche: la sigla iniziale è molto bella, così come quella finale delle prime tre cassette (mentre la sigla di chiusura delle ultime tre non mi dice molto). Gli effetti sonori rientrano nella norma.

La Dynamic Italia non si smentisce, e cura il doppiaggio di Hakkenden con la solita, proverbiale cura: voci azzeccate, recitazione professionale, nulla da eccepire. Assurda la quantità di nomi giapponesi che vi troverete a sentire sin da subito, e che vi confonderanno non poco… andando avanti nella visione, però, sarà tutto più chiaro e meno confusionario. Anche per questo aspetto, l’adattamento risulta molto fedele.

Recensione di Manga