Hajime no Ippo – Champion Road

Cos’è che fa di me un’appassionato di Boxe?
Non lo so, molti provano sdegno nel vedere due persone prendersi a pugni e impiegare tutto il loro tempo a disposizione nell’allenarsi, sudare, portare al limite il proprio fisico, autodistruggersi anche, perché per praticare la boxe si deve avere anche una buona parte di autodistruzione, ma c’è anche chi vede in quello sport un esaltazione della forza, della tenacia, della voglia di arrivare, del rispetto dell’avversario, della voglia di vivere e sopravvivere in un ring dove cadere significa morire.

Salire sul ring per chi ha fatto boxe significa vivere, vedere dall’alto del ring tutti gli spettatori che ti fissano e ti ammirano significa gloria e potenza, non rialzarsi, abbandonare fa male più di un pugno assestato tra fegato e intestino.

Il dolore e il rapporto tra allenatore e boxeur, questo è il tema dominante di Hajime no Ippo – Champion Road film tv uscito lo scorso anno in Giappone e poi raccolto in un comodissimo DVD che riprende le vicende del nostro campioncino Ippo Makunoichi da dove le avevamo lasciate alla fine della serie tv. Dolore che si prova ogni volta che si assesta un bel jab sulla bocca dello stomaco, relazione filiale che si instaura tra un allenatore che può decidere della “vita” e della “morte” del proprio pugile, ben conoscendone i sentimenti.

Introduzione un po’ romanzata lo so, ma è questo l’effetto che mi fa un buon incontro di pugilato e questo è stato l’effetto che mi ha fatto questa pellicola egregia perché è riuscita ad unire una regia impeccabile con i temi musicali strapompati e soft che aveva già apprezzato nella serie tv.

Che significa essere forte?

Questo si chiede Ippo Makunoichi anche dopo lo scontro vittorioso con Takeshi Sendo, la sua sete di sapere e di combattere non si ferma di fronte al primo traguardo ma continua sebbene le situazioni personali a volte cerchino di scavalcare la sua dedizione alla boxe. Siamo di fronte dopotutto ad una serie che si è resa celebre per gli intervalli comici tra uno scontro e l’altro ( non incontriamo la serietà e tragicità tipica di Ashita no Joe), la vita di Ippo non è solo la boxe, è fatta di amicizie fraterne, di amore e di lotta, Ippo è un ragazzo come tutti ed è giusto che nel contesto sociale odierno sia così.

Ma chi incrocierà i guantoni con Ippo in questo gustosissimo lungometraggio?

Chi lo sfiderà per rubargli tutto?

Il boxeur Sanada, noto in Giappone per la sua indubbia qualità di grande studioso dei punti deboli dei propri avversari (perché medico e quindi ben consapevole dei danni che può provocare un colpo ben assestato) che viene allenato da un acerrimo ex-rivale dell’allenatore di Ippo, Dankichi. Ma la rivalità tra le due coppie sarà ben particolare. Il rispetto sarà sempre un elemento fondamentale, sebbene chi si scontra decide della “vita” e della “morte” dell’altro.

Prima di passare al lato tecnico preciso il fatto che ho dovuto velare di molto la trama in quanto molti degli eventi che accadono durante l’incontro svelano particolari della serie tv che possono essere degli spoiler molto fastidiosi per chi non avesse ancora potuto visionare la serie. Visto che Hajime no Ippo è una serie tv che va gustata a fondo senza spoiler di sorta ho deciso per questo tipo di autocensura sperando che vi sia gradita.

Tecnicamente ci troviamo su livelli di una spanna superiore alla serie tv. In particolar modo si è dato risalto ai colori, alle dissolvenze e alla regia che potendosi impegnare senza celerità sulle inquadrature è riuscita a realizzare il perfetto lavoro che rende la congiuntura tra dinamismo e potenza di colpo subito ottima.

Alcune scelte tra cui la dissolvenza delle ombre la sfocatura e la nebbiolina da vapore sono sublimi, l’introduzione del film ci getta nel mezzo del ring ed ha un crescendo sempre più potente e glorioso che fa stringere i pugni anche al più calmo spettatore presente. Ci si trova in piedi mimando il Dempsey-Roll assieme a Ippo sia all’inizio che alla fine del film e poco importa se, ahimè, alla fine la tipologia tecnica dell’incontro risulta essere la medesima, come se procedesse a turni in un ipotetico gioco di ruolo tra i due contendenti.

La regia è affidata al direttore della serie tv, Akira Nishimura che come dicevo rende grazia ad ogni movimento tecnico di Ippo e Sanada ponendo la camera nel posto giusto a volte con inquadrature talmente ravvicinate da var entrare lo spettatore tra i contendenti.

Le animazioni della Madhouse risultano sempre fluide sia nelle situazioni di lotta che nelle scene distese. In particolare da notare è lo stacco di colori e di luci tra gli interni e gli esterni, le situazioni di tensione le possiamo riscontrare anche dalla luminosità utilizzata.

Poiché le musiche di Tsuneo Imahori (Trigun) permangono quelle eccellenti della serie tv, concludo elogiando il lavoro fatto da Koji Sugiura sulla caratterizzazione dei personaggi. In questo film si è davvero superando dando il meglio nelle situazioni comiche in cui la mimica facciale di Ippo assume espressioni davvero buffissime e divertenti oltre lo spasso.

Che dirvi d’altro?
Avevo consigliato Hajime no Ippo, come non posso consigliarvi questo Champion Road? Unico consiglio è di vederlo solo dopo aver visionato l’intera serie, sarebbe davvero un peccato sciuparsi i colpi di scena della serie tv. Hasta pronto!

Recensione di Massimo Valenghi