Hajime no Ippo (jap)

È ora di menare le mani!
A dire la verità era da tanto che aspettavo una serie sulla boxe che riuscisse a rinverdire i fasti del mitico Rocky Joe. Negli anni 80 infatti ne avevamo fatto una bella scorpacciata di anime, vuoi anche grazie alla passione che gli importatori italiani tutti della classe 50 o giù di lì avevano per questo nobile sport che negli anni 60 in una Italia in ricostruzione aveva raggiunto una fama incredibile tale da ergerlo tra gli sport più seguiti e tale da riempire palazzetti dalla portata gigantesca (come il PalaEUR a Roma che nei match più importanti riusciva a fare un tutto esaurito da 15.000 persone).

Col passare del tempo però vuoi per la situazione economica che migliorava e che portava sempre più a far scomparire quelle situazioni sociali particolari che rendono possibile la nascita di un campione, vuoi anche per la parcellizzazione dei titoli (corone) che sa tanto di presa in giro, in Italia la boxe si è ridotta sempre più a sport di nicchia e i palazzetti, sempre meno teatri di sfide importanti, hanno cominciato a svuotarsi, frequentati solo dai vecchi appassionati che ormai navigano sulla cinquantina. La boxe infatti è uno sport di sacrificio, abnegazione ed estrema forza di volontà e nell’Italia di oggi dove l’obiettivo è il denaro facile con il minimo sforzo (i vari programmi televisivi diffusi per l’etere ne sono l’esempio) non attecchirà più e credo resterà solo un ricordo relegato alla storia culturale della rinascita del nostro paese. Ma tralasciando questo incipit un po’ melanconico veniamo a parlare di questo Hajime no Ippo anime tratto dal fortunato manga di Jyoji Morikawa serializzato su Shukan Shonen Magazine oramai da 13 anni e che ancora trova una continuazione dopo ben 64 tankobon (è iniziato nel 1990).

Ippo Makunouchi è il classico ragazzo timido ed impacciato legato fortemente alla madre e che la aiuta ogni giorno nel suo lavoro nei pressi del porto di Tokyo. Per questo motivo i suoi rapporti interpersonali sono molto limitati e questo lo porta ad essere bersaglio di un gruppo di teppisti della sua scuola che forti della sua timidezza lo pestano all’inverosimile insultandogli anche la madre.

La sua vita però cambia quando incontra il boxeur Mamoru Takamura, che notatolo in difficoltà lo soccorre e susseguentemente lo porta nella palestra dove si allena, per medicarlo. In quel luogo per farlo sfogare dei torti subiti lo invita a colpire un sacco e da lì scopre l’innata potenza del pugno di Ippo e le sue innate qualità pugilistiche.

Da quel momento in poi Ippo inizierà una nuova vita incentrata sulla sua passione per la boxe, grazie alla quale riuscirà ad acquisire sicurezza in se stesso, nonostante un carattere un pò impacciato, determinato dal grandissimo amore rivoltogli dalla madre dopo la morte del padre.

Makunouchi Ippo inizierà la sua strada verso il titolo di campione del Giappone nei pesi piuma (kg 57,153) affrontando campioni in erba come il pugile Ichiro Miyata dotato di una tecnica eccelsa e capace di danzare sul ring o il pregevole Ryuichi Hayami il cui uno-due di una velocità portentosa non da scampo all’avversario.

Ma con la perseveranza e la tenacia, Ippo riuscirà a sconfiggere questi campioni?
Inutile dire che essendo un anime incentrato sulla boxe è un anime che riesce ad appassionare facilmente lo spettatore, che rimane legato alle azioni di attacco e di difesa per tutta la durata degli episodi. Incredibile dictu infatti per la prima volta ci ritroviamo di fronte ad una rappresentazione animata verosimile della boxe. Nelle passate produzioni infatti, tra cui anche Rocky Joe, si assisteva ad incontri che della boxe reale avevano poco, anzi nulla, mentre si avvicinavano moltissimo alla visione spettacolarizzata dei film di Silvester Stallone.

La boxe invece si basa principalmente sulla difesa e sulle metodologie per rompere la stessa, per la prima volta assistiamo ad analisi tecniche che ci rendono possibile la comprensione della stessa, sebbene la componente della spettacolarizzazione dell’evento non venga abbandonata e gli stessi personaggi si ritrovino ad essere più potenti in forza ed in massa muscolare di quanto realmente sarebbero nella loro categoria (Ippo ha la massa muscolare di un peso massimo e non quella di un piuma e la sua potenza di colpo male si addice a quella reale di uno della stazza di 58 chili scarsi). Nonostante questo però un passo avanti lo si è fatto in particolare nelle tecniche di scontro e di movimento veramente molto verosimili in tutti gli incontri ma in particolare in quelli tra Ippo e e Kobashi o l’eccezionale incontro di Hayami nell’episodio 20 in cui la danza dell’avversario (di cui non ricordo il nome, perdonatemi) mi ha fatto sobbalzare dalla sedia per il realismo straordinario.

Delle animazioni quindi, a cura della Madhouse, non si può che parlare bene se si eccettuano alcune cadute stilistiche in sparuti episodi, la colorazione è veramente ben fatta e il dinamismo dei personaggi rende la tensione degli scontri elevata.

Sono assenti anche le ripetizioni delle animazioni, una caratteristica delle serie tv dalla durata lunga il ché non è che un bene per la visione della stessa. Un particolare cenno va poi fatto alla componente comica che intervalla fantasticamente gli episodi principalmente incentrati sui match. Takamura e gli altri amici del giovane e promettente campione, infatti, non perderanno tempo a prendersi gioco del timido Ippo prendendo di mira in particolare le sue dimensioni falliche prima bersaglio di scherno dal suo nome “Ippo-potamus” e poi dedica ad un fuoco d’artificio dalle dimensioni gigantesche. Insomma anhe le risate saranno garantite. Le animazioni sono accompagnate egregiamente dall’ottima colonna sonora di matrice rock realizzata dall’ex leader dei Tipographica Tsuneo Imahori, già autore dell’OST di Trigun. Gli incontri vengono pompati da un sound rock molto intrigante e le sigle d’apertura e chiusura (ben 3) sono veramente molto interessanti.

Ricordo in particolare la seconda d’apertura Inner Light nonché la prima Under Star (che trovate nel trailer disponibile) entrambe opera del gruppo nipponico Shocking Lemon. Per quanto riguarda la regia un plauso lo merita Akira Nishimura, che riesce nell’arduo compito di non far risultare ripetitivi i continui incontri su cui è incentrata la serie tv. In particolare non rimane schiavo dello slow motion, uno strumento di particolare effetto, ma che non da l’effettiva dimensione della potenza di colpo e di velocità della stessa e utilizza in determinate occasioni anche i movimenti tipici della telecamera a spalla posta nella visuale del boxeur. Infine come non fare un elogio a Koji Sugiura rispettivamente Chara design e direttore artistico della serie (per chi non ricordasse il nome è stato il mecha design di serie di grido come Gundam 0083 Stardust Memories e Tenku no Escaflowne, nonché direttore delle animazioni di Gundam 0080), il suo tratto riprende stilisticamente quello di Morikawa degli ultimi tankobon, quindi più lavorato. Direzione, storia, chara design, musiche, stile, credo di aver detto tutto, quindi posso concludere con alcune considerazioni finali.

Indubbiamente è una serie tv lunga (76 episodi + il recentissimo special tv “Champion Road“) nonostante questo, per come è strutturato (azione e comicità sono ben intervallate) credo sia un anime che riuscirebbe facilmente a sfondare qui in Italia se proposto nei canali giusti (leggi Mtv) d’altronde lo stesso Great Teacher Onizuka è una serie tv lunga ma sta riscuotendo comunque il successo che tutti si aspettavano. Hajime no Ippo per certi versi gli si avvicina molto e per me lo supera anche, quindi sarebbe una serie tv dalle grandi potenzialità da sfruttare con una adeguato doppiaggio (niente vaccate tipo Slam Dunk please) e un buon adattamento.

Chi vivrà vedrà! Io il sasso sullo stagno l’ho gettato!

Recensione di Massimo Valenghi