Vision of Escaflowne: A Girl in Gaea

Generalmente i film che seguono il successo di una serie si producono in base a due grandi politiche: la prima è quella di continuare la serie e portarla a termine (vedi Evangelion, anche se è un caso particolare). La seconda è quella di narrare delle vicende che si trovano in periodi contemporanei allo svolgimento degli episodi (tipo Cowboy Bebop), oppure in un tempo non determinato prima (prequel) o dopo (sequel) il lasso di tempo in cui svolge l’intera serie.
Ma il film di Escaflowne si pone in una politica a parte.

“A Girl in Gaea” non ha assolutamente nulla a che fare con la serie TV da cui viene tratto. Si pone come una storia indipendente, né precedente, né successiva.

Sebbene il cast di questo film sia composto da delle facce abbastanza familiari, non si può dire che siano esattamente gli stessi personaggi incontrati nei 26 episodi televisivi: i nomi restano gli stessi, così come la connotazione dei visi molto simile, ma le differenze sono abbastanza, in funzione di ruoli e personalità lievemente rivisitati. Un esempio lampante è dato proprio dal personaggio principale, la nostra Hitomi, che in questo film ci viene mostrata come una ragazza psicologicamente distrutta e persino presa da tendenze suicide… un po’ lontana dalla ragazza abbastanza sorridente della serie. Bene, qui la nostra Hitomi, cupa e perplessa, difficilmente (mai ^__^) la vedrete sorridere.

E gli altri membri del gruppo?

Van diventa molto più stile “eroe” serio e vissuto, mentre Allen, da parte sua, non è più il solito nobile cavaliere un po’ frivolo. Merle sembra più o meno la stessa e Dilandau un po’ più verso lo psicotico ^__^
Vengono introdotti anche dei nuovi personaggi, cioè Sora (metà donna, metà bestia) fedele attendente di Folken, e il guerriero Ryoun.

Ma bisogna anche precisare una cosa: ai fini della storia Hitomi e Van (tra i buoni) sono i personaggi che appariranno nella maggior parte delle scene. Gli altri personaggi (a parte i cattivi principali) saranno presenti solo di contorno (come “gioia per gli occhi”) per fungere da riempitivo in alcune locazioni e inquadrature, ma per il resto non li vedremo agire molto.

La storia del lungometraggio, in grande linee, è questa:
Nel mondo di Gaea, Van, leader del clan del Dragone Bianco, è riuscito a riconquistare l’Escaflowne, mitica armatura da combattimento, dalle mani dei suoi nemici (in una sequenza con inquadrature davvero da Oscar). Van è infatti coinvolto in una guerra contro il malvagio Folken. Intanto sulla Terra, nel nostro mondo, Hitomi, sudentessa liceale, è una ragazza fortemente depressa che dichiara alla sua migliore amica, di voler morire. Ma prima di poter pensare qualunque modo per metter fine alla sua vita, una strana visione la catapulta nel mondo di Gaea facendola letteralmente cadere tra le braccia di Van. Hitomi viene riconosciuta come la “Tsubasa no Kami” (“Dea delle Ali”, lo so che in italiano non suona proprio benissimo..), la persona per cui Van ha giurato di combattere. Hitomi verrà così coinvolta nella battaglia contro Folken, che a sua volta la vuole catturare ed in seguito utilizzare l’Escaflowne per far suo il mondo di Gaea.

Tutto questo prendetelo e shakeratelo in circa un’oretta di azione, voli e batter d’ali, combattimenti spettacolari di uomini e armature attraverso il fastastico mondo di Gaea e otterete il film di Escaflowne.

E’ probabile che da quanto ho scritto fino ad ora questo film possa sembrare alquanto banale… proprio per questo è bene passare al lato tecnico per spiegarvi che in realtà ci troviamo di fronte ad un vero pezzo da collezione.

A Girl in Gaea è un vero capolavoro audio e video, che dimostra pienamente di essere stato realizzato nell’anno 2000 e di sfruttare tutte le conosce tecniche e potenzialità tecnologiche di questo nuovo millennio.

L’animazione è superba, con un’attenzione al dettaglio ed una fluidità dei movimenti davvero fuori norma. In aiuto agli animatori, viene poi una regia attenta, in grado di evidenziare ogni scena d’azione in maniera davvero unica.

Quello che può lasciare disorientato l’amante della serie è senz’altro il disegno, completamente differente rispetto a quello conosciuto in TV: a parte i toni più cupi, caldi e artistici nella colorazione, il character design si distacca soprattutto per la realizzazione dei nasi dei personaggi non più “alla Cyrano” (caratteristica che ormai identifica la serie di Escaflowne nel mondo degli Anime), ma ora arrotondati e quasi “a patatina”. A questo si aggiongono degli occhi con particolari più complessi e per questo maggiormente espressivi.

Il motivo di questi cambiamenti è probabilmente da ritrovare nello staff tecnico che ha realizzato il film. A Girl in Gaea non è infatti stato prodotto internamente alla Sunrise (ma da questa solo distribuito e finanziato), ma sviluppato dallo studio Bones, formato da un gruppo che partecipò alla realizzazione della serie originale e che poi si è distaccato dalla casa madre per creare uno studio di produzione a parte. Queto film è, appunto, il loro primo lavoro.

Ritornando all’aspetto tecnico, non posso che rinnovare nuovamente il mio stupore per la complessità delle animazioni e per lo studio delle meccaniche e dei movimenti, caratteristiche che rendono le scene d’azione davvero una gioia per gli occhi. Da notare che lo staff ha poi voluto caratterizzare le scene di combattimento in maniera più “cruda” rispetto al tocco maggiormente soft che era presente negli episodi TV. Ma la cosa non guasta, anzi ben si integra con il carattere globale del film.

La colonna sonora è rimasta nelle mani della mitica Yoko Kanno … e si sente!

Oltre al tema e ai cori principali di “Dance of Course”, sono presenti dei nuovi brani d’accompagnamento sempre nello stile eroico, orchestrale e pomposo che accompagna le gesta di Van anche in TV. Davvero di grande pregio anche il brano finale “Yubiwa”, cantato dalla dolce voce di Maaya Sakamoto.

Come giudizio finale, penso che abbiate già capito.

“A Girl in Gaea” prende spunto dalla serie semplicemente per i personaggi, ed in modo generale.

L’insieme delle musiche e delle scene creano un impatto audiovisivo davvero eccezionale. Ma a causa della trama davvero misera (e anche compressa), il dettagliato mondo di Gaea che avete potuto scoprire in TV non sarà svelato neanche in minima parte e la costruzione delle relazioni tra i personaggi è stata eliminata (esistono principalmente Van, Hitomi, Dilandau e Folken).

Non per questo, però, bisogna bollare negativamente questo film. “A Girl in Gaea” è infatti da prendere come produzione a sè stante, e come tale non posso che consigliarvi con tutto il cuore di vederlo, perché si tratta davvero di un capolavoro di tecnica la cui visione non può che lasciarvi pienamente soddisfatti… per conoscere bene i personaggi, ci sono i 26 episodi per la TV.

Da vedere e collezionare… e speriamo in una prossima versione italiana.

Recensione di Stefano Poggioli