Angel Links

Devo dire che la Sunrise ha una spiccata simpatia per le piume svolazzanti alla Forrest Gump, visto che nelle ultime produzioni (Escaflowne in primis) il candido volo di una piuma è tema fisso di tutte le sigle d’apertura.
Così succede anche in Angel Links, questa bella serietta che mi appresto a recensire per deliziare voi fedeli lettori (Slurp!, leccata diretta…).

Prima di tutto introduciamo il background specificando che Angel Links è uno spin-off di Outlaw Star, cioè si ambienta nello stesso universo e presenta dei personaggi, non i protagonisti, in comune. Le similitudini si fermano a questo in quanto sia come impostazione, che come design, Angel Links si presenta come una serie completamente diversa.

La storia si centra sul giovane (bono) capitano della nave Angel Links (ma và…), Li Mei Fon. L’equipaggio dell’AL è costituito da mercenari pagati per fare da scorta a convogli, per missioni di salvataggio e così via (mercenari erano anche i protagonisti di Outlaw Star). In ogni episodio i nostri simpatici si divertiranno ad usare il loro Links Cannon (che fantasia di nomi!) per distruggere ciò che in quella puntata va loro poco a genio, mediante una devastante reazione a catena che termina con una molto caratteristica esplosione a forma di angelo. Yuppì, scenograficoooooo!

Come dicevo, siamo lontani da Outlaw Star, volendo fare un paragone direi che qui è tutto un po’ più serioso rispetto alla viva demenzialità di OS.Angel Links mostra un plot basato su molti luoghi comuni: trama, comportamenti, veloce soluzione dei problemi in ogni episodio.Quindi una storia di fantascienza abbastanza stereotipata, ma…c’è un ma:

la storia nasconde numerosi misteri e interrogativi sul passato dei personaggi che possono attrarre non poco lo spettatore, anche perché il tutto è ben studiato per rendere attraenti questi interrogativi ed essere invogliati a proseguire nella storia. Quindi potremmo dire che la storia d’azione (quella stereotipata) fa da copertura ad una storia più complessa (quella dei personaggi, in particolare di Mei Fon).

Entriamo ora nella scienza e nella tecnica.
Angel Links è tecnicamente molto bello: l’animazione si mantiene su livelli elevati per una serie TV, e qui si supera di netto Outlaw Star.

Ma non solo, il design dei personaggi è molto più gradevole: la protagonista è veramente carina sia come personaggio che nei costumi, a parte il lieve particolare del seno sproporzionato a livello assurdo per una sedicenne (ma anche per una 20enne, 30enne, 40enne, 50enne….) all’interno del quale “vive”, inoltre, il suo animaletto di fiducia, Taifei, un misto tra un coniglio, un gatto ed un pipistrello che, all’occorrenza si trasforma nella spada di Mei Fon (ehm, che casino…).

Inoltre la regia è sempre molto attenta al torace della protagonista..

Riprendendo il discorso sui costumi, apprezzo lo stile cinese nel loro design, molto elegante e nient’affatto fuori luogo in un universo con un mecha design molto curato e denso di particolari.

Una nota particolare: la nave Angel Links parte sempre con la stessa sequenza animata in tutti gli episodi, come succedeva nei cartoni di robot della nostra infanzia (buuuuu…..).

Devo raccomandarvi questa serie?

Nel globale direi di si:
i primi episodi potrebbero sembrarvi un po’ seccanti, ma la storia si evolve e, senza troppe pretese, potreste gustarvi delle buone orette di intrattenimento. E poi il livello tecnico è davvero molto buono.

Recensione di Stefano Poggioli