Lucca Comics 2023: Showcase e Intervista a Satsuki Yoshino

Dopo l’ultimo articolo sulla conferenza stampa e lo showcase della Toei, vi riportiamo ancora una volta a Lucca Comics & Games 2023, questa volta allo showcase e intervista a Satsuki Yoshino, autrice di Barakamon e Handa-kun ospite di GOEN.

Durante lo showcase la sensei ha disegnato in silenzio una tavola di un manga ispirato all’esperienza del suo viaggio in Italia, facendo partire Handa-sensei proprio verso il nostro belpaese, con Naru stupita, rispondendo tra una pausa e l’altra ad alcune domande poste dal presentatore dell’evento.

Per richiesta della sensei, non sono state fatte foto o riprese sia durante l’evento che durante l’intervista a Satsuki Yoshino.


Showcase Satsuki Yoshino

Sensei che ne pensa del tempo qui a Lucca? Anche da lei capitano eventi climatici simili?

Yoshino: Quando ci sono questi eventi climatici, stiamo tutti insieme con i vicini.

Quindi immagino che i rapporti umani siano la caratteristica forte delle zone rurali.

Yoshino: Esatto, i rapporti umani sono davvero molto importanti quando uno vive in una piccola comunità.

Aveva una base segreta anche lei quand’era giovane?

Yoshino: Non avevamo proprio una casa, ma sulla montagna vicina avevamo costruita una base fatta di rami tra gli alberi, e avevamo fatto in modo che gli adulti non potessero scoprirla.

Parliamo del suo percorso particolare. Lei è partita da un piccolo villaggio, per cui uno la immagina andare in una grande città a cercare un editore. Per cui qual è stato il suo percorso che l’ha appassionata al punto da diventare mangaka?

Yoshino: Quand’ero alle elementari, diciamo quando avevo circa 10-12 anni, mi interessavano un po’ tutti i manga, e in particolare mi piaceva Slam Dunk, che parlava di basket. Credo che mi abbia molto colpito, perché Inoue era davvero bravissimo. Sarà perché giocavo un po’ a basket, ma da quel punto mi sono interessata di più al disegno, per cui penso sia stato quello il mio inizio.

A quel tempo non avevo tanto materiale per disegnare, per cui ho continuato a disegnare con quello che avevo, finché un giorno, intorno ai 18-19 anni, non sono andata in una grande città a compare tutti i materiali che mi servivano. Credo quello sia stata la mia partenza professionale.

Anche riuscire a ottenere tutti questi pennarelli e pennelli è stato difficile, ho dovuto mettere i soldi da parte per poterli acquistare, ma ora ho una grande collezione. A quel punto ho iniziato a disegnare un po’ alla volta, giorno dopo giorno, cercando con determinazione di finire questa serie.

Quando ho preparato qualcosa da pubblicare, ho iniziato a mandare i miei lavori a tutti gli editori.

Satsuki Yoshino
Autoritratto della sensei Satsuki Yoshino

Come si approccia all’umorismo? Cosa crede serve per far ridere? Lei disegna qualcosa che fa ridere lei per prima?

Yoshino: Ho scelto Handa, questo maestro di calligrafia, perché è un personaggio cool ma allo stesso tempo un po’ rigido, quindi questo suo modo di porsi fa anche un po’ ridere. Di contro, c’è Naru con cui questo suo modo di fare crea un contrasto esilarante, per cui ho pensato che sarebbe stato divertente da disegnare.

Prima ha menzionato Slam Dunk, ci sono altre serie manga o film che l’hanno ispirata sull’umorismo o sul modo di far interagire i personaggi tra di loro?

Yoshino: Un altro manga che mi ha colpito parecchio è Le Bizzarre Avventure di JoJo, in particolar modo il personaggio di Rohan Kishibe. Sono rimasta folgorata da una frase che il sensei Araki gli fa dire in un volume, ovvero “Non c’è bisognno di uscire da un piccolo villaggio ed andare in una grande città per diventare un bravo mangaka!“. Quando l’ho letta mi ha davvero incoraggiato.

Yoshino: (Parlando del disegno che sta realizzando…) Molti dei miei personaggi hanno i capelli neri, per cui mi tocca inchiostrarli. Nei primi volumi ho lavorato da sola, con mia madre che ogni tanto cancellava le matite. Per passare al digitale è stato difficile, e infatti per qualche volume i disegni sono meno precisi, ma una volta che ho imparato ho cominciato a lavorare solo in digitale, per cui è tanto tempo che non lavoro su una tavola a questo modo, inchiostrando e applicando i retini.

Tavola disegnata dalla sensei Yoshino
Tavola di Barakamon disegnata dalla sensei Yoshino

Intervista a Satsuki Yoshino

Sensei, ci può parlare della sua giovinezza? Lei era più come Naru o come Handa sensei?

Yoshino: In realtà non ero come nessuno dei due, potrei dire che somigliavo più a tutti gli altri bambini, come Hina e Kenta. Ero abbastanza vivace, ma non mi sentivo proprio la protagonista.

Che riviste arrivavano sulla sua isola?

Yoshino: Shonen Jump e Shonen Sunday arrivavano, anche se il villaggio è piccolo c’è una libreria dove arrivano i manga e le light novel.

Ha messo delle esperienze autobiografiche per la creazione di Tamako, come l’episodio in cui impazziva perché erano finite tutte le copie della rivista contenitrice del suo manga preferito?

Yoshino: Sì, un po’ come lei, ma ho voluto rappresentare un po’ quel tipo di otaku un po’ fujoshi, come ad esempio il suo soprannome.

La cosa che colpisce di Barakamon è lo stupore infantile, sia di Naru per le cose di città che del sensei per le cose rurali. Quanto ritiene importante questo concetto?

Yoshino: Adesso il mondo è cambiato e spesso siamo costretti a cambiare casa. Ci sembra che vada tutto bene, ma in realtà credo non sia così. Questo cambiamento può essere attutito solo da buoni rapporti interprersonali.

Ha sperimentato di persona quel gap culturale tra la vita di un paesino su un’isola e una grande città?

Yoshino: La prima volta che sono andata a Tokyo, c’era una folla assurda e tantissime macchine. Mi sono stupita quando un autobus ha superato un altro autobus. Non ho vissuto in prima persona, ci ho passato solo una settimana.

Io ho una famiglia molto numerosa e l’atmosfera amichevole della gente del villaggio in Barakamon mi ricorda quand’ero piccolo e ci rivedevamo con tutti i parenti a casa dei nonni. Lei ha vissuto in prima persona quella atmosfera?

Yoshino: Ho due fratelli più piccoli, solitamente a capodanno o durante l’obon vengono altri parenti e amici da fuori, e facciamo grandi tavolate anche noi.

Per quanto riguarda la calligrafia, in Giappone viene insegnata a scuola. Secondo lei quanto è importante e qual è stata la sua esperienza?

Yoshino: È importante per me, purtroppo non la insegnano dappertutto, immagino solo in alcune scuole. Penso sia molto importante, perché quando ho iniziato a fare calligrafia ero dritta e seduta composta sulle ginocchia (seiza) per avere una buona concentrazione. A me piaceva molto ma non ho fatto un vero corso, ho fatto tanti studi.

Come è nata l’idea per lo spin off Handa-kun?

Yoshino: All’inizio pensavo di fare uno spin-off sul fratellino di Tamako, ma parlando con la mia editor è uscita fuori l’idea per una serie su Handa alle superiori.

Intervista a Satsuki Yoshino - copertina di Handa-Kun
Buona lettura dell’iIntervista a Satsuki Yoshino

Ha detto che è la prima volta che partecipa a una fiera fuori dal Giappone, come si sta trovando?

Yoshino: È la prima volta che vengo all’estero e lo stesso vale per una convention, non pensavo fosse così grande. L’Italia e Lucca mi hanno davvero colpito, soprattutto per quanta gente partecipa.

Allo Showcase ha detto che sua madre l’aiutava cancellando, ora sua madre la sta chiamando per sapere come sta, visto il recente allerta meteo?

Yoshino: Sì, mi contatta ogni tanto su line. Le ho detto di andare su Youtube e vedere i video di Lucca Comics 2023 e anche lei è rimasta scioccata da quanta gente c’è.

Com’e’ stato il passaggio dal disegno analogico al digitale?

Yoshino: Ho comprato il computer, i programmi, la tavoletta grafica e i manuali che spiegano come funzionano ma non ho avuto tanto tempo di leggere tutto bene. Infatti i primi volumi di passaggio (verso il 9-10) non mi sembrano disegnati bene, alcune linee sono un po’ spesse e poco precise. A forza di lavorare il passaggio col tempo è diventato naturale.

Ha mangiato qualcosa di buono in questi giorni?

Yoshino: Sì, la pizza, la pasta, il gelato e un fantastico tiramisù.

E il nostro caffé che è diverso da quello giapponese?

Yoshino: Buonissimo, molto ristretto, ma buono.

Qual è il suo sogno per il futuro?

Yoshino: Mi sono molto divertita durante questo viaggio, tanto che vorrei diventare una viaggiatrice ma non so se viaggiare da sola sarebbe così divertente.


Come sempre ringraziamo gli amici di Lucca Comics & Games e di GOEN che ci hanno permesso di fare quest’intervista a Satsuki Yoshino.Se volete tornare con noi ai giorni di Lucca Comics 2023, restate con noi!

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