Lucca Comics 2018: Press Café con Mikio Ikemoto

Qualche giorno fa vi ho fatto tornare nella fresca e soprattutto umida aria di Lucca, attraverso l’articolo sul Press Café con Junji Ito!

Questa volta vi riporto a poche ore dopo, da quell’evento visto che quest’anno Lucca ha messo tutti i Press Café orientali attaccatissimi, e questa volta come ospite c’è il successore di Masashi Kishimoto al disegno di Boruto, ovvero Mikio Ikemoto. e come piccolo bonus il caporedattore Hiroyuki Nakano di Weekley Shonen Jump.


Fin dall’inizio viene presentato Kawaki come una figura contrapposta a quella di Boruto, ora che si sono incontrati questa contrapposazione comincia a essere spiegata e ora vediamo come boruto va per la via del ninja, mentre Kawaki va contro. Ci puo’ spiegare un po’ cosa ha in serbo per questi due personaggi?

All’inizio del manga viene mostrata una scena con Boruto e Kawaki, entrambi già adulti, mentre combattono. Ora siamo arrivati al punto in cui si inizia a capire in che direzione andrà la storia, ma non posso dire più di tanto per non fare spoiler.

Visto che esistono manga, anime, film, videogame e un romanzo spinoff di Boruto, ci può parlare della multimedialità del progetto Boruto?

So che Boruto è un prodotto multimediale, ma io purtroppo mi occupo solo del manga. Sono comunque contento che tutti questi progetti abbiano riscosso successo.


Ho avuto modo di intervistare il sensei Toyotaro qualche anno fa e gli ho chiesto la stessa domanda che vorrei fare al sensei Ikemoto, ovvero come considera il rapporto con il maestro Kishimoto? Questo rapporto influisce molto sulla scrittura del manga?

Sì, sono abbastanza influenzato dal sensei Kishimoto, e nonostante il mio tratto sia un po’ diverso da quello del sensei credo di esserne ancora influenzato.

Ma a livello di trama, il manga lo prosegue assieme al sensei o decide da solo come far proseguire la storia?

In generale facciamo tutto assieme, le parti più delicate le visioniamo col signor Kodachi, ma alla fine tutti e quattro, compreso l’editor, decidiamo come proseguire la storia.

Una domanda per il signor Nakano, la mostra di Shonen Jump si è conlcusa. Possiamo sapere se avete in mente altri eventi per fine anno per il festeggiamento dei 50 anni e quale delle mostre sia andata meglio?

Nakano: Questo evento è stato messo in piedi per l’anniversario di 50 anni di Shonen Jump. Per adesso la mostra è stata davvero grande e non sappiamo se riusciremo a fare qualcosa di simile per il sessantesimo anniversario. Il prossimo più grande sarà quello del centenario e siccome il manga sta volgendo sul digitale, fra cinquant’anni non sappiamo se ci saranno ancora le tavole originali. Forse esporremo dei tablet? Stiamo comunque pensando sfruttando il materiale per la mostra che giri per il mondo. Ce la metteremo tutta.


Quando un manga viene letto da così tante persone, ha un impatto forte su tante persone in tutto il mondo, per cui quanto crede di essere influenzato da questa pressione mentre disegna?

Ikemoto: Non ci penso granché, per cui riesco a disegnare in completo relax, senza farmi influenzarmi da questi numeri.

Nakano: I mangaka comunque passano giorni e giorni a testa china a disegnare e non hanno neanche idea che il manga che disegnano è vendutissimo in tutto il mondo.

Com’è stato il rapporto con Kishimoto durante la serializzazione di Naruto?

Ho iniziato a lavorare su Naruto dal settimo capitolo, per cui ci abbiamo lavorato per quindici anni assieme. Per me è un amico, un maestro e un fratello. Avendoci passato tutto questo tempo, è praticamente più di un parente e sono felice di averci lavorato assieme.


Una domanda per l’autore e la casa editrice. Quanto pesa la casa editrice per la trama di un manga, perché un manga si possa estendere o meno?

Nakano: Shonen Jump è la rivista più venduta in Giappone, per cui escono sempre grandi hit dalle sue pagine, quindi c’è molta pressione da questo punto di vista. Per cui il caporedattore mette sempre un edito a fianco di ogni mangaka per fare in modo che il manga venda e sia sempre migliore.

E dal punto di vista dell’autore questo come viene visto?

Mi sento sempre sotto pressione.

Anche il suo editor sembra molto giovane, sente questa pressione anche per questo?

Sì, anche per questo, soprattutto sento la pressione dei fan.

Ha detto che sente la pressione del fandom, ha interazioni attraverso i social?

Non ho un rapporto diretto con i fan, perché i social non li seguo ed è la prima volta che mi trovo di fronte a un pubblico e sto iniziando a realizzare che ci sia un pubblico che mi segue.

C’è un po’ di parallelismo tra Boruto che ha un padre ingombrante come Naruto, mentre il sensei ha un maestro ingombrante come Kishimoto, questo lo ispira nella realizzazione di Boruto?

Sì, il rapporto tra Naruto e Boruto e quello tra Kishimoto e me si somigliano molto.


Perché la scelta del nome Boruto, che suona come Naruto?

Non è molto chiaro, ma effettivamente si somigliano le pronunce. Ho preso ispirazione dal nome di Neji Hyuga, che in giapponese vuol dire una “vite” quindi “bolt” in inglese, e poi anche la spirale simbolo della famiglia “Uzumaki“.


I primi capitoli di Naruto erano molto di gruppo e poi la storia si è concentrata sui personaggi principali, in Boruto c’è un parallelismo. Nella serie originale era quella la parte che le è più piaciuta e ne è più legato come tanti fan che in Shippuuden hanno perso questa visione d’insieme?

Anche a me è piaciuta la prima parte in cui ci sono tanti personaggi che lavorano in squadra. La parte di Shippuudeen la trovo meno interessante, ma non riesco a dire con certezza quale delle due parti mi piaccia di più. Alla fine è il sensei Kishimoto che organizza tutto, per cui è normale ci siano similitudini. Boruto come la serie di Naruto parla di un processo di crescita e ci saranno dei punti in comune.


Il fatto di espandere un universo narrativo esistente non è una regola, solitamente i personaggi sono molto legati ad un solo autore in Giappone. Secondo lei potrebbe capitare più spesso?

Preferisco un lavoro in team, anche per questo ho accettato di lavorare al seguito di Naruto.

Sappiamo che il tratto del sensei è diverso da quello di Kishimoto, un po’ tondeggiante, ma per alcuni personaggi li ha resi un po’ diversi. Da cosa è nato questo processo di rivisitazione?

Per il design il sensei Kishimoto mi ha dato carta bianca. Per certi personaggi forse ci ho messo troppo di mio. Per esempio per Sarada e Sasuke, che è molto difficile da disegnare.


Qual è il personaggio che preferisce disegnare perché più semplice e uno che trova difficile da mettere su tavola?

Devo ammettere che sono tutti difficili da disegnare. Credo di dover ancora prendere meglio la mano sui personaggi. Avete toccato un tasto dolente. Non credo di essere tanto bravo a disegnare.


E anche per questa volta è tutto, mi raccomando attendete i prossimi appuntamenti, perché potrete leggerne delle belle, visto che poco dopo questa intervista con la stampa, abbiamo partecipato al Press Café con il sensei Leiji Matsumoto. Se volete sapere che domande gli sono poste e come ha risposto, non dovete far altro che continuare a seguirci!