Lucca Comics 2015: Intervista a Yasuhiro Nightow

Salve gente, vi aspettavate il tipico articolo burlone che annunciava una nuovissima serie o la morte di qualche autore amatissimo?

Mi spiace deludervi, m negli ultimi tempi sono stato un po’ impegnato e mi ero completamente dimenticato di avere ancora un po’ di materiale da pubblicare della scorsa Lucca Comics & Games 2015… gomen gomen!!!

L’ultima volta che ho pubblicato un articolo sulla scorsa Lucca Comics è stato per il Press Café di Yasuhiro Nightow, promettendovi che a breve avrei pubblicato anche l’intervista privata che la J-Pop ci ha gentilmente concesso. Questa volta mantengo la promessa (anche se ci ho messo un po’ di tempo a ricordarmene XD ) e vi presento l’intervista al sensei Nightow!


Shinji Kakaroth: Ci può parlare della sua infanzia e di quando ha deciso di diventare un mangaka?

Nightow: In realtà non c’è un momento preciso in cui ho deciso di diventare un mangaka. A un certo punto della mia vita mi sono ritrovato a vivere sapendo di dover diventare un mangaka.


Shinji Kakaroth: Quando ha iniziato, è stato difficile entrare nel mondo dei manga con tutta la concorrenza, anche se pubblica spesso per riviste a cadenza mensile?

Nightow: Spesso, come accenni anche tu, si sente di mangaka che hanno fatto enormi fatiche per entrare nel mondo dei professionisti. Tutto sommato, non sento di poter dire di me la stessa cosa. Prima di entrare nel mondo del manga, lavoravo in quello delle doujinshi, disegnavo storie originali, ed era più o meno quel periodo storico in cui il mondo editoriale cominciava a pescare i nuovi talenti proprio dal mondo delle doujinshi, per cui gli editor facevano un salto a questi eventi per incontrare alcuni di questi autori che autoproducevano le proprie storie, per scovare nuovi talenti. È stato proprio così che ho sconosciuto il mio primo editor, per cui non sono una di quelle persone a cui sono stati respinti diversi progetti prima di poter entrare nel mondo dei manga, o che si sia dovuto tormentare per comprendere bene che tipo di prodotto creare.

Shinji Kakaroth: Al Press Café ci ha spiegato come è nato Vash, ovvero voleva ideare un western però con un personaggio atipico e bonaccione, ci può spiegare come è nato il personaggio del Reverendo Wolfood?

Nightow: È passato talmente tanto tempo che in realtà non ricordo più come è nato il personaggio di Wolfwood. Ricordo comunque che ho iniziato ad abbozzarlo quando, parlando con un amico, di come sarebbe stato interessante inserire un antagonista che non si capisse bene se fosse un nemico o meno. In seguito mi è venuta l’idea di questa enorme croce che si porta dietro e da lì pian pianino si è delineato il personaggio.


Shinji Kakaroth: E invece da dove è nata l’idea di creare la seconda di copertina demenziale?

Nightow: Di norma, la seconda di copertina dei manga è semplicemente una versione in bianco e nero della copertina o sovracopertina a colori. Tutto sommato mi sembrava una cosa un po’ noiosa. Allora ho pensato “Vediamo cosa potrei farci di divertente?” e da lì è nata l’idea della contro-copertina demenziale con delle versioni parodistiche dei personaggi in copertina.

Shinji Kakaroth: Per quanto riguarda Kekkai Sensen, com’è nata l’idea e da dove ha preso ispirazione per questa serie?

Nightow: Il concept iniziale era quello di un manga dove i personaggi potessero lottare urlando il nome della propria mossa speciale.


Shinji Kakaroth: Quando ho letto il primo numero, vendendo tutti gli esseri soprannaturali e mostruosi ho pensato subito ai Miti di Cthulhu di H.P. Lovecraft. Al Press Café ha detto che non era fan degli spaghetti-western, ma è riuscito a scrivere un ottimo western in quello stile. Per Kekkai Sensen ha letto qualche storia di Lovecraft per ispirarsi?

Nightow: Ho letto diverse opere di Lovecraft, anche se non posso certo dire di aver letto qualsiasi cosa in circolazione, perché non sono un appassionato così sfegatato. Quel che ho voluto inserire all’interno di quest’opera è quel senso di paura e terrore che coglie l’uomo di fronte all’ignoto e all’inafferrabile,  quando si pensa a creature misteriose e mostruose, o a storie soprannaturali che per la ragione umana è completamente incomprensibile. In questo senso ci sono delle analogie tra l’opera di Lovecraft e Kekkai Sensen.


Shinji Kakaroth: Come mai ha scelto come protagonista Leonardo Watch, un semplice ragazzino con un potere da spettatore, rispetto ai suoi colleghi della Libra, tutti abili nel combattimento?

Nightow: Più o meno la motivazione è la stessa di Trigun, visto che in un mondo dove un lettore si aspetta tanta violenza il protagonista ha tutto sommato un’indole non violenta. Questa cosa l’ho voluta riproporre anche qui. Se Leo avesse avuto qualche superpotere straordinario, il ruolo degli altri personaggi sarebbe stato minore, ma se ci riflettete bene, il potere di Leo in realtà è la chiave a cui ruota tutto, visto che senza vedere il nemico non è possibile colpire o prendere a calci il nemico. È grazie a lui che spesso c’è la percezione del nemico.


Shinji Kakaroth: Quali sono i suoi personaggi preferiti di Kekkai Sensen? I miei sono Femt e Aligura.

Nightow: Non saprei scegliere un personaggio preferito all’interno di Kekkai Sensen, anche perché ogni personaggio è una parte di me. però posso dire che il personaggio più comodo all’interno della storia per me è Zapp, perché tutti gli altri sono personatti piuttosto rigidi, come Claus sempre così serio, invece Zapp ha un indole più stupidotta, per cui quando c’è da sdrammatizzare una scena sfrutto lui e tutto si risolve.

Shinji Kakaroth: Ultimamente si è conclusa la serie animata di Kekkai Sensen, mentre qualche anno fa Vash è tornato nel mondo dell’animazione col film Badland Rumble. Ci sono per caso proposte per una nuova serie tv più fedele al manga originale?

Nightow: Al momento non ci sono progetti concreti che riguardino l’animazione di Trigun, ma se dovessero giungere, da parte mia ci sarebbe la massima collaborazione.


Shinji Kakaroth: Cosa ha provato quando le hanno proposto di realizzare Badland Rumble?

Nightow: Questo progetto è partito soprattutto grazie alla spinta dei fan al di fuori dal Giappone, quindi mi sono avvicinato al progetto con un profondo senso di gratitudine nel cuore. Poi era passato del tempo sia dalla serie animata televisiva che dalla conclusione della serializzazione del manga e ho preferito tornare all’intrattenimento puro, riflettendo su come si potesse dare questo intrattenimento allo spettatore sfruttando le tecnologie di animazione moderne.


Shinji Kakaroth: Qual è il suo sogno per il futuro?

Nightow: Al momento non vedo o desidero un punto d’arrivo alla lontana, sono abbastanza felice al momento. Quello che mi propongo per il futuro è di continuare a lavorare con la mia attività creativa, facendo attenzione alla salute e cercando di non ammalarmi.


E anche questa è fatta! Come sempre ringraziamo J-Pop per averci concesso l’intervista!

Continuate a seguirci visto che qui c’è ancora del materiale in fase di pubblicazione, e il prossimo autore protagonista delle nostre interviste sarà un altro dei grandi ospiti della scorsa Lucca, Tsutomu Nihei.