Tokyo Ghoul

Tokyo Ghoul – Anime

Di ritorno dal Lucca Comics & Games 2015, oltre a tante emozioni contrastanti e appaganti allo stesso tempo, sono personalmente giunto ad una conclusione: a differenza dello scorso anno, questo appuntamento non ha avuto un tema principale. Mi spiego meglio. Nella passata stagione erano uscite serie animate di grande rilievo che avevano conquistato il pubblico, il successo si poteva poi vedere osservando l’alto numero di cosplayer e di merchandising in vendita al Lucca Comics & Games. Questa edizione, invece, la serie o le serie dominanti sono mancate. L’unica presenza leggermente di spicco, fatta eccezione per i soliti ed intramontabili classici, è relativa all’opera di Sui Ishida: Tokyo Ghoul. Nonostante, inizialmente, l’avessi lasciata da parte come possibile scelta “da vedere un domani”, a seguito della mia personale riflessione ho deciso di dare una possibilità alla serie animata i cui diritti sono stati acquistati dalla Dynit.


Tokyo Ghoul – Trama

In una Tokyo contemporanea gli esseri umani convivono con spietati mostri mangiatori di uomini: i Ghoul; esseri apparentemente identici a qualsiasi uomo o donna presente sulla terra, ma la cui unica fonte di cibo è la carne umana. Uomini e Ghoul coesistono, però la loro non è affatto una convivenza pacifica poiché in entrambe le fazioni sono presenti gruppi estremisti che tentano di imporre la supremazia della propria specie sull’altra. Ken Kaneki è uno studente universitario, timido, appassionato alla lettura e con un solo unico amico; i suoi genitori sono morti quando era piccolo e quella tragedia ha segnato il suo carattere. Il motore che spingerà Kaneki ad intraprendere un lungo e periglioso viaggio è l’incontro con Rize: un’affascinante ragazza sua coetanea con la quale condivide la stessa passione per la lettura. I due si incontrano in un bar che frequentano abitualmente, si presentano e concordano di rivedersi presto. Con sua enorme sorpresa Ken scoprirà che Rize è un Ghoul, nome in codice l’Ingorda, il cui unico obiettivo consiste nel cibarsi della carne del giovane ragazzo. A seguito di uno spiacevole e misterioso incidente, tutti e due si ritrovano in fin di vita. Per poter salvare la vita a Kaneki i medici sono costretti a trapiantargli gli organi di Rize, ma al suo risveglio il ragazzo scoprirà che qualcosa in lui è cambiato: l’acqua e i normali cibi che ha sempre mangiato gli provocano una nausea incontrollabile, i morsi della fame lo attanagliano costantemente e inspiegabilmente si sente attratto dalla carne umana. Senza volerlo, Ken Kaneki è diventato un Ghoul o, meglio, un mezzo Ghoul, come dimostra il fatto che uno solo dei suoi occhi ha assunto i tratti distintivi di questi mostri: pupille nere e iridi rosse. Dopo l’incidente Kaneki dovrà imparare a convivere con la sua nuova natura, metà umana e metà Ghoul, sarà forse lui che riuscirà, un domani, a far sì che due specie così distanti e differenti possano convivere in pace tra di loro?


Tokyo Ghoul – Commento

Di Tokyo Ghoul sono state prodotte due serie animate di 12 episodi l’una, i 24 episodi totali trattano tutti i 14 tankobon dell’edizione cartacea. Al momento sono usciti altri quattro Tankobon dal titolo Tokyo Ghoul: Re, ambientato tre anni dopo la fine di Tokyo Ghoul, serializzazione che potrebbe continuare gli eventi da dove sono stati precedentemente interrotti. Il “come” si evolverà la storia di Ishida è ancora difficile da stabilire. Effettivamente il finale dell’anime e dei primi 14 volum cartacei è aperto, molte domande e punti oscuri sono lasciati insoluti. Nulla vieta che in questa nuova serializzazione saranno date alcune delle risposte tanto attese.

Tra manga e anime vi sono alcune differenze di non poca rilevanza che hanno fatto storcere il naso a molti: più di una parte dell’anime è stata affrontata con superficialità, tagliando o modificando alcune sezioni che hanno un ruolo ben più importante nel manga. Il motivo per cui è stata fatta una simile scelta rimane ignoto, certo è che alla luce della lettura del manga è più semplice seguire la trama, la quale appare anche più chiara e lineare. Guardando solo l’anime, invece, vi sono diversi interrogativi che, oltre a non trovare risposta, sembrano introdotti a caso e privi di utilità, soprattutto per quanto riguarda i personaggi. Il numero dei protagonisti è elevato, non è difficile destreggiarsi tra di essi eppure c’è un aspetto che lascia perplessi. Molti personaggi rivestono, almeno inizialmente, una parte centrale della trama, o almeno questo è quanto è portato a pensare lo spettatore, poiché ben presto si rende conto che molti di essi sono destinati a cadere nel dimenticatoio. Non è raro incontrare personaggi elaborati e rilevanti per un paio di puntate, ma completamente dimenticati successivamente. Risulta difficile comprendere il motivo per cui vengono introdotti protagonisti che hanno le carte in regola per ribaltare tutto ciò che si è imparato, fino a quel momento, su Tokyo Ghoul, ma che alla prova dei fatti risultano delle semplice comparse di cui non si comprende l’utilità.

La trama è avvincente e fluida. Vi sono momenti in cui il ritmo rallenta drasticamente, sfociando in dialoghi ripetitivi e, alle volte, leggermente ridicoli, soprattutto nelle prime puntate, ad esempio quando Kaneki scopre di essere diventato un Ghoul; detto ciò la serie mantiene sempre un ritmo e un livello medio alto che sopperisce agevolmente a queste lacune. In entrambe le serie, per quanto riguarda la sceneggiatura, abbiamo alti e bassi. Seguendo, forse, in modo più accurato il manga si sarebbero potute evitare queste oscillazioni qualitative.

I disegni sono ben realizzati: ogni personaggio è diverso dal precedente e anche se le espressioni del volto non brillano per personalità e differenza, vi sono molte scene nelle quali il contrasto tra i colori e la predominanza di toni scuri creano un effetto spaventoso e affascinante. Nelle scene di combattimento l’animazione raggiunge il massimo livello qualitativo.

Per quanto riguarda la colonna sonora abbiamo un’opening assolutamente meravigliosa, dinamica e coinvolgente, purtroppo le ost delle puntate non sono sempre eccezionali, si assestano su un livello medio che non brilla, ma nemmeno sfigura del tutto.

Nozione a parte meritano le censure. Premetto che trovo inutile, e dannoso per il messaggio che l’autore vuole mandare al suo pubblico, inserire delle censure. La differenza tra anime censurato e non è rilevante, sia in termini di violenza che di resa grafica. Alcune scene sono forti, bisogna ammetterlo, però nulla che turbi in maniera irreversibile il sonno del pubblico. Non vi è nessun motivo per censurare un simile prodotto, in particolare se si considera che è una serie il cui target di riferimento è un pubblico adulto.


Tokyo Ghoul – Parere Personale

La valutazione dell’anime cambia in base al fatto se si conosce, oppure no, il manga. Non è mia intenzione fare un confronto, mi limiterò a fare una considerazione sull’anime a prescindere dalla lettura del manga. Nonostante alcuni, evidenti, buchi della trama e apparizioni di personaggi apparentemente rilevanti, ma in realtà tutt’altro che tali, Tokyo Ghoul è una serie che attira e coinvolge. Di per sé la trama non è originale, la specie che convive nell’oscurità con gli esseri umani e ne divora i corpi è già vista, poco importa che si chiamino Ghoul (leggera novità per quanto riguarda il mondo degli anime degli ultimi anni) piuttosto che alieni o vampiri. I personaggi, invece, sono ben realizzati, soprattutto se si considerano i principali; risulta piuttosto appagante e coinvolgente seguirne l’evoluzione psicologica e sentimentale in base all’evolversi della storia. Ken Kaneki è il personaggio che cambia più di tutti, passando da un estremo all’altro, eppure una simile scelta non è affatto spiazzante. Il perché e le motivazioni che lo portano a ridisegnare il suo essere è comprensibile e condivisibile. Alle volte, anche se l’aspetto caratteriale è ben curato, si notano alcuni stereotipi e semplicità psicologiche che potevano essere evitate.

Aspetto che mi ha infastidito maggiormente, fatta eccezione per le inutili censure, è la trama in sé che in alcuni punti ho trovato poco chiara e banale. Credo, però, che prendendo l’anime in sé, e non paragonandolo al manga, vi siano molti più aspetti positivi che negativi. Ho seguito Tokyo Ghoul con entusiasmo, un paio di puntate centrali mi hanno fatto sbadigliare e la mancanza di alcune fondamentali risposte mi ha lasciato l’amaro in bocca, ma fino alla fine sono rimasto incollato alla serie. Il desiderio di vedere cosa sarebbe successo “dopo” non si è placato nemmeno alla vista della parola fine. Tutto sommato, rispetto a molte altre serie animate uscite recentemente, credo che Tokyo Ghoul sia un buon prodotto, facile da seguire e profondo quel tanto che basta da non essere dimenticato nel giro di qualche giorno.

Buona visione.