Mostra di Aquiloni Giapponesi all’Istituto di Cultura di Roma (Marzo 2015)

Proseguiamo sempre con il reportage del 12 Marzo 2015 dall’istituto giapponese di cultura di Roma.

Quest’oggi vi parlerò della mostra di aquiloni giapponesi.

Risalgono a duemila anni fa i primi aquiloni, di origine cinese.

Comparirono in Giappone in epoca Heian (794-1185 d.c.) ed erano denominati “falchi di carta”, traduzione letterale del loro nome cinese.

Le materie prime utilizzate erano la carta giapponese, il bambù e il canapa.

Il Giappone è l’unico paese al mondo a presentare una varietà così ampia di aquiloni.

Durante il periodo Heian si racconta che gli aquiloni venissero realizzati come veicolo di messaggi e come mezzo privilegiato per la consegna di comunicazioni attraverso gli antri dei castelli o dei fossati.

Durante il periodo Edo (1603-1868), la riduzione del costo della carta permise una grandissima diffusione degli aquiloni anche tra i ceti più poveri. Fino ad allora a realizzarli erano esclusivamente le classi nobili.

Gli aquiloni si arricchirono di elementi pittorici e cromatici quando la tecnica xilografica progredì e diede origine all’espressione ukiyoe.

Divenirono così popolari da essere utilizzati come forma di ribellione contro lo strapotere dei militari sui civili, i quali, facendo volare i propri aquiloni sulle proprietà dei primi, avevano l’ardire di osservarli dall’alto.

A seguito di questo fu bandito dal governo il lancio degli aquiloni.

Oggi si vedono solo aquiloni che recano messaggi di buon auspicio o augurali.

Secondo la credenza una maggiore altezza sarebbe fonte di maggior fortuna, si crede inoltre che alla nascita di un figlio maschio, in occasione della Festa dei Bambini (5 Maggio) si debba lanciare un aquilone recante il suo nome, assieme alla raffigurazione del guerriero leggendario Kintaro, o del valoroso eroe Ushiwakamaru, al fine di assicurare al neonato salute e forza.

Le tartarughe e le gru, simboli di longevità sono molto diffuse come decorazioni.

Spesso gli aquiloni volano anche allo scopo di scacciare il male; decorati con volti demoniaci o mostruosi, hanno il compito di assicurare ai suoi abitanti salute e serenità, oltre a proteggere la propria casa.

I visi che mostrano la lingua hanno anch’essi la funzione di allontanare il male, così come i giochi basati sulla lunghezza del filo dell’aquilone.

Attualmente a causa degli spazi sempre più ridotti vedere un aquilone in volo è sempre più difficile, i bambini oramai si interessano solo a videogame e modellismo.

Però alcune strutture scolastiche o comunali tendono al ripristino della manualità nelle scuole elementari, dove l’istituzione di ore di insegnamento di metodi e oggettistica popolare ha contribuito alla riscoperta dell’aquilone.

In questo modo con la costruzione di aquiloni di vecchio stampo e nuovi si trasmette ai posteri un’arte folclorica tramandatasi di generazione in generazione.

Gli aquiloni presenti all’istituto sono 23.


Se siete interessati a vedere la mostra sugli aquiloni giapponesi potete farlo solo fino al 24 Aprile 2015.

Nel prossimo reportage vi parlerò dell’ultima mostra presente all’istituto: quella riguardante gli Okiagari-koboshi.