Interviste a Lucca Comics: Yoshiyasu Tamura

Ed eccoci alla seconda intervista del secondo giorno di Lucca Comics&Gamse 2014.

Questa volta vi presento un mangaka e pittore che già l’anno scorso era presente con una sua mostra personale nella più grande fiera italiana.


Shinji Kakaroth: Potrebbe presentarsi ai nostri lettori?

Tamura: Mi chiamo Yoshiyasu Tamura e sono un mangaka, ma attualmente mi occupo di pittura. Quest’anno ho una mostra personale al Palazzo Medici RiccardiFirenze. Ho anche fatto una collaborazione con una nota ditta di moda, Alexander McQueenLondra.


Shinji Kakaroth: Quando ha iniziato a interessarsi al disegno e quando ha deciso di intraprendere la carriera di mangaka?

Tamura: A 13 anni ho cominciato a disegnare manga, ma a 15 anni mi hanno contattato dalla Shueisha per far carriera come mangaka.


Shinji Kakaroth: Ci può raccontare di come si è sviluppata la sua carriera e se ha fatto l’assistente di autori famosi?

Tamura: La mia prima esperienza come assistente è stata per la sensei Yuko Asami che stava disegnando Wild Half su Shonen Jump. Poi ho continuato a fare l’assistente per altri maestri e ho cominciato così la mia carriera.


Shinji Kakaroth: Quando ha iniziato la pubblicazione del suo primo manga cosa ha provato e durante la serializzazione le sue sensazioni sono cambiate?

Tamura: Ero davvero scioccato dal fatto che non fossi così bravo a disegnare all’epoca. Perché rispetto al disegno fatto sul foglio originale, una volta stampato il manga, la qualità finisce per peggiorare. Era una cosa che sapevo, ma quando ho letto per la prima volta la mia opera stampata sono rimasto scioccato, e ho capito quanto fosse importante la qualità per un mangaka professionista.


Shinji Kakaroth: Ci può parlare un po’ di Fudegami e come è nata l’idea per quel manga?

Tamura: Sinceramente, la decisione di sfruttare il tema della calligrafia è stata davvero strategica. I manga, lo sanno tutti, sono stampati in bianco e nero, per cui come tema ci stava molto bene. Inoltre la calligrafia non era ancora molto collegata al mondo dei manga, per cui abbiamo voluto inserire un nuovo tema nel mondo dei manga, per cui mi sono impegnato a imparare la calligrafia.


Shinji Kakaroth: Quando ha deciso di lasciare la carriera di mangaka e iniziato a fare l’illustratore?

Tamura: Man mano che passano i tempi, il modo di produrre un manga è cominciato a cambiare drasticamente grazie all’uso delle tecnologie. Prima tutti i mangaka disegnavano a mano dall’inizio alla fine, mentre adesso serve molta tecnologia, quindi ho lasciato i manga proprio perché preferisco dipingere con le mie mani. A causa di questo declino del disegno dei manga in vecchio stile, bisognava scegliere o di migliorare le mie abilità di disegno o apprendere questa nuova tecnologia. Per questo ho scelto di migliorare le mie abilità di dipingere a mano piuttosto che usare i manga in digitale.


Shinji Kakaroth: Già l’anno scorso abbiamo visto alcune sue opere i mostra e anche quest’anno. Come è nata l’idea di unire elementi classici, come belle ragazze in kimono con pettinature da geisha, ed elementi  naturali, come fiori e farfalle?

Tamura: Dato che ho cominciato la mia carriera come mangaka, mantengo tutt’ora un desiderio di esprimere al meglio il personaggio ritratto. Quindi immagino il personaggio del ritratto come se fosse un personaggio di un manga. Il fatto di rappresentare una ragazza con piante, fiori o farfalle, vuole proprio rappresentare una caratteristica e identità del personaggio, ed essendo giapponese cerco di esprimere il mio paese, per questo spesso ci sono ragazze in kimono, che riescano a rappresentare il Giappone.

Shinji Kakaroth: Per le illustrazione delle fantasie sui kimono delle ragazze crea da zero i disegni o prende ispirazione da fantasie di kimono esistenti?

Tamura: Osservo spesso dei kimono reali, perché ogni kimono in Giappone ha un significato ed una rappresentazione. Per cui ogni volta che disegno un kimono, cerco di disegnare fantasie che abbiano significati che rappresentino il personaggio. Poi i miei personaggi hanno spesso indosso dei kimono formali, questo serve per dar loro un appeal.


Shinji Kakaroth: Solitamente dalla fase di concezione dell’illustrazione (bozzetto e rifinitura), quanto tempo passa prima che il quadro sia completo?

Tamura: Se tutto va bene e riesco a fare alla svelta, direi due settimane. Però nella fase di ideazione ci vuole più tempo, per cui ogni volta cerco di mettere nel mio calderone diverse idee, e su questo versante non so davvero quanto tempo ci voglia per farmi venire l’ispirazione.


Shinji Kakaroth: Alcune illustrazioni sono semplici, altre sono più fantasiose, come ragazze fuse con alberi o animali. Da dove è nata l’idea e c’è  un tema che vuole rappresentare in questa fusione della ragazza che si trasforma in albero?

Tamura: Provo sempre a inserire tanti elementi e significati all’interno di un dipinto. Il manga è un’arte che rappresenta una storia sfruttando tante pagine con diversi significati, mentre in pittura c’è un solo disegno. Per questo cerco di fondere tutto in un quadro, come se fosse un manga.

Shinji Kakaroth: Se tornasse a fare il mangaka, che storia le piacerebbe disegnare?

Tamura: Ho una storia interessante in mente, ma è un segreto.


Shinji Kakaroth: È stato già ospite l’anno scorso qui a Lucca. Cosa pensa di Lucca Comics? Tamura: Anche in Giappone ci sono eventi simili, dedicati a comics e manga, ma qui vedo molto questa gioia e divertimento, non solo dei visitatori, ma anche degli ospiti, lo staff e gli organizzatori. E questo mi fa molto piacere.


Shinji Kakaroth: Che differenza c’è tra le fiere giapponesi e internazionali rispetto alla nostra?

Tamura: Sto imparando molto da questa diversità dei paesi europei. Credo che questo mi stia dando una spinta per la creazione delle opere e per la mia carriera artistica. Credo sia un’esperienza molto importante.


Shinji Kakaroth: Ha mangiato qualcosa di buono?

Tamura: Tutto è buonissimo!

Shinji Kakaroth: Ha mangiato qualcosa di buono?

Tamura: Non bevo più caffé in Giappone dopo aver assaggiato il gusto del caffé qui in Italia. Lo stesso vale per la pizza. Ne ho mangiate di ottime a Napoli e non mangio più pizza in Giappone.


Shinji Kakaroth: Qual è il suo sogno per il futuro?

Tamura: Anche se la mia carriera è cominciata da mangaka in Giappone, ma attualmente sono molto attivo in Europa. Credo che col passare degli anni, spero che degli europei diventino famosi in Giappone nel mondo dei manga, come una sorta di interscambio culturale. Secondo me in futuro nascerà una nuova arte ibrida e vorrei proprio osservarne lo svolgimento. Sicuramente mi piacerebbe fare da padre per questo nuovo fenomeno.


Molto bene, ringraziamo ancora Ochacaffé, che ci ha permesso di intervistare il maestro Tamura e ci vediamo prossimamente con altre interessanti interviste! ^_-