Another è una light novel (tipo di romanzo illustrato giapponese editato in stile manga) dai tratti prettamente horror.
Scritta da Yukito Ayatsuji, e disegnata dal bravissimo Hiro Kiyohara, già noto in Italia per manga dello stesso genere quali Holiday – La sparizione, e Tsumitsuki.
Composto da quattro volumi Another, ormai completo nel nostro paese, è pubblicato dalla casa editrice Star Comics che uscendo dai consueti canoni editoriali, quali principalmente shojo e shonen, propone un senin dai toni tetri e la trama decisamente complessa.
Another Trama
In ogni scuola giapponese che si rispetti vi è una, o più leggende che ne rende accattivante e suggestiva la frequentazione. Ma cosa accadrebbe se il mito oltrepassasse i confini della fantasia, e finisse per fondersi con la realtà?
E’ ciò che sta per scoprire Kōichi Sakakibara, un ragazzo di quindi anni. Orfano di madre ed affetto da un problema polmonare, è costretto a trasferirsi a casa dei nonni in quanto il padre, per motivi di lavoro, si è dovuto trasferire in India.
Arrivato nella piccola cittadella di Yomiyama, viene immediatamente iscritto alla scuola, che possiede il medesimo nome della città, e finisce proprio nella sezione C in cui vige una terribile leggenda. Essa narra le lodi di una studentessa che l’aveva frequentata anni addietro.
Avvenente ed eccellente tanto negli sport quanto nel rendimento scolastico, Misaki era amata, ammirata ed elogiata da tutti. Sfortuna volle, però, che morisse all’improvviso. Tuttavia, a causa della sua benevolenza e popolarità, nessuno dei suoi compagni di classe accettò la sua scomparsa, e di comune accordo con gli insegnati, la sezione continuò la quotidiana vita scolastica come se la giovane fosse ancora viva, dando vita alla leggenda, ma al tempo stesso anche ad una maledizione!
Sakakibara è però all’oscuro di tutto ciò poiché, a causa di un grave problema di salute, perde le prime settimane di scuola, le più importanti data la classe in cui è inconsapevolmente capitato. Sebbene in ospedale il ragazzo avesse ricevuto la visita dei due rappresentanti di classe, i quali sin da subito sembrano volergli parlare di qualcosa che tuttavia non hanno il coraggio di rivelare. Ma Kōichi sembra non farci troppo caso, pensando che esso avesse a che fare con il suo cognome, Sakakibara. Lo stesso che il serial killer Shinichiro Azuma – realmente esistito in Giappone- usa come pseudonimo.
A stupirlo invece, è il fatto che, al termine della visita, il compagno gli porge la mano, gesto al quanto inusuale in Giappone, e la cosa ancora più strana è che non può fare a meno di notare durante quella breve stretta, che la mano del compagno presenta un leggero tremore.
Ma quella non sarà l’unica stranezza della giornata. Difatti, davanti l’ascensore dell’ospedale al ritorno di una passeggiata, il ragazzo incontra una ragazza dall’aria alquanto misteriosa, ed una bambola in mano. Anche lei porta la divisa scolastica della Yomiyama e quindi, usando la benda che la giovane porta ad un occhio come scusa per parlarle, Sakakibara le chiede se anche lei è ricoverata nell’ospedale, ma la ragazza, poco propensa al dialogo, prima di incamminarsi nel corridoio che porterà all’obitorio, rivela solo che sta andando a trovare la sua metà.
Un incontro che spiazzerà non poco il nostro giovane protagonista il quale, per un momento, si auto convince di aver avuto un incontro fortuito con un fantasma. Convinzione che prende sempre più forma quando se la ritroverà in classe, dove nessuno sembra vederla a parte lui.
Un incontro che Misaki stessa, questo il nome della ragazza, gli rivelerà di aver scatenato l’inizio di una maledizione che provocherà una lunga scia di sangue… gli alunni della sezione C, e i loro parenti più stretti, spirano uno ad uno di morti violente.
Another: Recensione
Trovo che Another sia davvero un bel manga!
Disegni stupendi e storia avvincente, devo ammettere che mi sono sorpresa non poco nell’apprendere che questo manga porti la firma Star Comics, dato che mi sembra un tipo di opera che mi sarei aspettata di trovare tra le file della Panini.
Davvero un ottimo acquisto!
Come dicevo, la storia è fatta molto bene. La trama è scorrevole e coinvolgente. Il manga, infatti, si legge tutto d’un fiato e non manca di colpi di scena. I personaggi, poi, son ben caratterizzati, e la mano esperta del bravissimo Hiro Kiyohara sembra donar loro vita propria.
Il presente ed il passato si intrecciano, il lettore sbircia tra le vite dei vari personaggi senza neppure avere il tempo di affezionarcisi e la moria che colpisce la cittadella trascina il lettore in una lunga scia di avvenimenti che lo guidano, lo ingannano, e lo appassionano fino alla fine.
L’intreccio piuttosto complesso della trama, incita non solo ad andare avanti con la lettura ma ad immedesimarsi con i personaggi cercando così di scoprire la verità prima ancora che l’autore la riveli.
Il personaggio che mi è piaciuto di più, è quello della bella e misteriosa Misaki. Sempre ambigua, impenetrabile e all’apparenza matura, è allo stesso tempo immensamente fragile e sul punto di cedere. Su di lei l’autore gioca tantissimo, ora con il nome, ora con la personalità…
Mi è davvero dispiaciuto che il manga sia composto di solo quattro volumi, secondo me sarebbero dovuti essere almeno sei per spiegare fino in fondo ogni singolo particolare che, in alcuni casi, resta senza spiegazione, come la storia della studentessa Misaki che poi si rivela non essere proprio chi dicevano essere…
E mi spiace dover essere tanto criptica per non dover spoilerare.
Difatti, chi ha già letto qualche mia recensione sa quanto io ami analizzare e parlare delle opere lette, ma in questo caso mi è davvero impossibile.
Incuriositi? Bene! Non vi resta che leggerlo!!!
Ora veniamo alla valutazione dei volumi; dotato di sovraccoperta, il manga è composto da quattro volumi. La carta è bella spessa, e l’inchiostro non resta sulle dita. I disegni sono puliti ed i tratti ben marcati.
Bello in tutto. Che altro dirvi… fatemi sapere la vostra opinione, mi raccomando!
appena finirò di procurarmi i volumi restanti di HOTD è uno dei primi che comincerò assolutamente. NON VEDO L’ORA