Giappone: Diario di viaggio di SK (parte 9)

Ultimo appuntamento con questa mia rubrica. Questa volta vi racconterò della mia visita alla First Avenue Tokyo Station, ovvero i negozi nei piani sotterranei della stazione di Tokyo, al Kokyogaien, i giardini attorno alla residenza imperiale, al Kokkai Gijido, il palazzo del parlamento giapponese, e l’ultima puntata ad Akiba.

First Avenue Tokyo Station

All’interno della stazione di Tokyo si trova una complessa rete di negozi, bar e ristoranti conosciuta come First Avenue Tokyo Station. Divisa tra il piano terra ed il piano sotterraneo, moltissime marche famose hanno qui i loro negozi, anche per sfruttare il movimento di gente che si ammassa nella stazione principale della capitale. Visto che al mio arrivo non ero sceso alla stazione di Tokyo, ma a Shinagawa, avevo deciso preventivamente di farci un salto, anche per via del consiglio di una cara amica.

Sono circa le dieci del mattino e la stazione è già animata, con giapponesi e turisti stranieri (soprattutto cinesi e orientali) che vanno avanti e indietro, girando per i negozietti aperti e attendendo l’apertura di altri, un po’ come me. Infatti nonostante siano quasi le dieci, la maggior parte dei negozi hanno ancora la serranda completamente abbassata. All’esterno si percepiscono rumori che fanno intendere che il personale all’interno sta lavorando all’allestimento dei prodotti, prima di aprire effettivamente i battenti.

Mentre aspetto faccio un giretto osservando le vetrinette d’esposizione, tra cui l’angolino della TBS, dove si trovano alcuni cartoncini autografati dalle doppiatrici delle protagoniste di Busou Shinki, ovvero, Ann (Kana Asumi), Hina (Minori Chihara), Aines (Kaori Mizuhashi), Lene (Megumi Nakajima).

Oltre ai negozi che volevo visitare (Jump Shop, Donguri Garden) trovo tanti altri nomi famosi, come uno store dedicato a Hello Kitty, ad Ultraman, alle Pretty Cure, a Snoopy, ai Lego, ai gadget e anime di varie reti televisive come la NHK e la TBS, e perfino a Rascal, di cui negli anni ’80 è giunta in Italia la serie animata sui canali Mediaset, mandata in onda con il titolo Rascal, il mio amico orsetto.

Finalmente arriva l’orario d’apertura e come per magia tutte le serrande si alzano assieme, automaticamente. Tantissimi sono gli store dedicati con gadgettistica di generi davvero vari: portachiavi, libri, capi di vestiario, astucci, portafogli, salviette, asciugamani, cravatte. Senza contare che molte cose sono acquistabili solo in questi negozi, come la sacca di mazze da golf di Ultraman, e tanti altri gadget che ho visto al Jump Shop.

Anche al Donguri Garden, dedicato completamente ai personaggi delle serie dello studio Ghibli, si può trovare materiale unicamente acquistabile in questa sede e dei generi più disparati, dai semplici capi di vestiario e peluches, fino alle stoviglie della vita di tutti i giorni, che potete vedere in questa foto.

Una volta concluso il giro dei negozietti e appurato che i prezzi sono davvero altissimi per le mie tasche, mi dirigo all’esterno della stazione, per dare un’occhiata anche alla vecchia stazione lì accanto. Sia l’interno che l’esterno sono davvero meravigliosi, in uno stile molto occidentale e d’epoca.

Dopo una piccola pausa mi sono diretto ai Giardini Nazionali.

Kokyogaien

La strada dalla stazione ai giardini non è molto lunga, e sui grattacieli  si può notare molto spesso la pubblicità promozionale per i Giochi Olimpici di Tokyo 2020, che il governo spera di ottenere.

Dopo le prime strutture che facevano parte della prima cinta muraria della antica Edo, si trova il parco di Wadakura, ricostruito nel 1995 sulla base dell’idea della continuità del nuovo sviluppo e in occasione del matrimono del Principe e della Principessa giapponesi.

I Giardini Nazionali Kokyogaien sono situati nel centro di Tokyo e sono stati aperti al pubblico per la prima volta nel 1949. Prima di quel momento, i giardini facevano parte della zona del Palazzo Imperiale e coprono 115 ettari di territorio. In questo posto si trovava l’antico castello di Edo, che era il più grande tra i castelli costruiti in Giappone. Quel che rimane delle mura di pietra, dei fossati e dei portali si trova tutt’attorno ai giardini. La cosa si nota tantissimo dalla superficie d’acqua di cui sono ripieni i fossati, scavati tutto attorno ai giardini, per rendere più difficile al nemico di accedere al castello.

I primi bellissimi alberi che si possono notare a colpo d’occhio sono dei pini neri giapponesi (Pinus Thunbergii), che fanno capolino da sopra le antichissime mura difensive, e sono noti nel mondo proprio per la cultura del bonsai.

Ammirando le varie costruzioni tradizionali, che spuntano tra gli alberi e fanno parte del complesso del Palazzo Imperiale (non visitabile), continuo placidamente in questa caldissima giornata di inizio primavera, ammirando il quieto scenario che circonda i giardini.

Nel laghetto del fossato si possono facilmente notare delle carpe koi e diversi volatili acquatici, come anatre e cigni. Proseguendo verso l’entrata principale si attraversa il ponte Nijubashi (che significa doppio ponte) e si passa sotto la seconda cinta muraria, alta almeno una dozzina di metri.

Nel parco c’era un grande via vai non solo di turisti, ma anche di operai, che stavano lavorando al restauro di alcune zone del palazzo imperiale, per cui in zone ristrette al pubblico.

Da lontano si riescono a scorgere le strutture ai margini del palazzo imperiale.

Salgo sul Tenshudai, quello che una volta era uno dei masti sopraelevati dove si ergeva il palazzo Honmaru Goten, che fungeva come palcoscenico per le funzioni pubbliche e riesco a fotografare un panorama straordinario.

Qui potete ammirare una mappa tecnica di com’era suddivisi il parco quando ancora il castello di Edo era eretto, una vera e propria piccola città autonoma.

Kokkai Gijido

Per raggiungere il Palazzo del Parlamento bisogna circumnavigare buona parte dei giardini macinando parecchi chilometri. All’uscita dai giardini ci sono altri bellissimi scenari, tipicamente giapponesi.

Passo di fronte a diversi palazzi in stile occidentale, tra cui la libreria e l’ambasciata inglese.

Ho continuato a seguire il corso del fossato, finché non sono giunto verso la strada da imboccare per raggiungere il palazzo del parlamento, spesso raffigurato in anime e manga, tra cui le serie delle CLAMP. Ovviamente ci sono guardie ad ogni entrata e riesco a fotografare il palazzo solo attraverso le sbarre dell’inferriata.

Una volta passato di fronte a questo imponente palazzo per quest’oggi non avevo altri impegni, per cui ho pensato di fare un ultimo salto ad Akiba, per prendere qualche altro pensierino per delle amiche e amici.

Akihabara

Ancora una volta mi immergo nel mondo degli otaku giapponesi, scovando negozi e negozietti con prezzi più o meno bassi, cercando affari come un cane da tartufo. Dopo aver preso qualcosa da mangiare in un combini, mi fiondo in giro e scovo un negozietto che vende delle console SuperNintendo (o SuperFamicon) sui 40 euro, mentre le cartucce dei giochi a 50 yen (circa 40 centesimi) l’una.

Le strade come sempre sono molto frequentate di gente, e sin dalla stazione sono dislocate in punti strategici un sacco di maid, che sponsorizzano ognuna il proprio maid kissa, fornendo volantini con la mappa per raggiungerli e alcune scritte a pennarello con cuoricini e bacetti.

In diversi negozi non mi è stato possibile fotografare o fare riprese senza contare che le maid preferivano non farsi fotografare.