Giappone: Diario di viaggio di SK (parte 4)

Bene, qualche giorno fa vi avevo lasciato con il racconto del mio primo salto ad Akiba ed ai suoi complessi grandi magazzini e palazzi pieni di oggetti e merchandising. Questa volta vi racconterò della giornata che ho passato al parco di Ueno, al tempio Sensoji di Asakusa.

Ueno

Il parco di Ueno è stata una delle tappe più caratteristiche tra quelle che ho visitato. Al suo interno si possono trovare tempi, statue e monumenti antichi, oltre ai magnifici alberi di ciliegio che fortunatamente nel periodo che ho passato in Giappone avevano appena cominciato a sbocciare.

Il silenzio e la calma regnano sovrani, mentre si intravedono lavoratori indaffarati, anziani che ammirano i fiori di sakura placidamente seduti, approfittando della bella giornata, e tanti turisti prevalentemente cinesi ed asiatici.

Passo di fronte alla statua di Saigo Takamori, che ferito nella battaglia di Satsuma, chiese ad un compagno di venire decapitato per preservare il suo onore dalla cattura del nemico.

Il percorso tra i viali alberati e le pagode che si innalzano verso il cielo prosegue tranquillamente in questa bella giornata primaverile e gli uccellini cinguettano allegri, saltellando di ramo fiorito in ramo fiorito, facendomi pensare che magari in questo momento dalla finestra della mia camera si può già sentire l’allegro garrito delle rondini, tornate dalla migrazione.

Sulla strada incontro giovani e vecchietti, alcuni impegnati a scattare foto con le proprie macchine fotografiche o cellulari degli alberi in fiore e degli uccellini che canticchiano. Proseguendo per una discesa attraverso diversi toori raggiungo un altro punto del parco, un vero angolo di templi tradizionali.


Continuo ad ammirare e filmare questi antichi tesori architettonici preservati nel tempo e giunti a noi da un lontano passato, finché non giungo alla parte più bassa del parco, uno spiazzo più moderno ed occidentale, con fontane e statue, oltre ad illuminazioni pronte per un matsuri che si sarebbe tenuto l’indomani.

Dopo un breve passaggio tra gli alti e bassi palazzi presenti attorno al parco, mi dirigo verso la prossima meta, il laghetto Shinobazu. Gabbiani, cormorani e diverse specie di anatre popolano questo lago, che nella stagione estiva ha una zona quasi completamente ricoperta dai lussureggianti fiori di loto.

Mi dirigo verso l’isoletta artificiale al centro del lago, dove si trova il bentendo, un tempio dedicato a Benzaiten (o Benten), una delle Sette Divinità della Fortuna, spesso apparse anche in anime e manga, tra cui Lamù/Uruseiyatsura.

Fedeli e turisti si aggirano in un continuo andirivieni su e giù per le scale del tempio, lanciando monete all’interno della grande cassa delle offerte. Dopo aver fatto visita nel tempio, mi rimbocco le maniche e mi dirigo verso la prossima tappa in questa immersione nel Giappone tradizionale, Asakusa.

Asakusa

Questo è uno dei quartieri più caratteristici di Tokyo, oltre che tappa turistica altamente frequentata per gli shotengai, le gallerie commerciali che qui si allungano ed incrociano in una fitta rete magica, che confluiscono verso il Kaminarimon, verso il tempio Sensoji.

Attorno al tempio e all’interno del parco fioriscono bancarelle sempre aperte che vendono cibi tradizionali tra i più disparati in un eterno matsuri. Sono presenti anche bancarelle con giochi tradizionali da fiera, come il gioco per prendere i palloncini nell’acqua e il kingyo sukui, ovvero le bancarelle dove è possibile catturare dei pesci rossi.

Sono rimasto piacevolmente stupito a vedere nella realtà tutte queste attrazioni che fin’ora avevo sempre e solo visto apparire negli anime e nei manga. Oltre ad una enorme granita, un taiyaki ancora caldo appena sfornato ho gustato degli ottimi ed enormi takoyaki fatti proprio sotto il mio naso.

Con la pancia piena a questo punto penso a soddisfare un altro importante bisogno, ovvero il richiamo otaku dentro di me che mi urla di dirigermi verso quella che si può definire solo con il termine “seichi“, luogo sacro… Akihabara. Ma questa è un’altra storia…