Kuroko’s Basket: manga
Ed ecco un altro mangaka che esordisce sulle pagine di Weekly Shōnen Jump (della cara e vecchia Shueisha) e riesce subito a fare il botto grazie a Kuroko no Basuke (titolo originale di Kuroko’s Basket).
Infatti quest’opera è il primo manga di Tadatoshi Fujimaki ed è diventato quasi subito uno dei manga di punta del Jump accompagnato da Naruto, Bleach e One Piece.
Annunciato dalla casa editrice italiana Star Comics a Lucca Comics & Games 2012, verrà pubblicato a partire da febbraio 2013 con il titolo Kuroko’s Basket.
Non sono ancora noti i dettagli sull’edizione, ma visto il target e la distribuzione sia in edicola che in fumetteria, presumibilmente, si tratterà di un edizione standard cioè un 11,5×17,5, senza sovracoperta, al costo di 4.20 euro.
Lo status in Giappone è di 19 volumi e di una sua possibile conclusione non vi è nemmeno l’ombra.
Kuroko gode inoltre di un adattamento anime prodotto della Production I.G a partire dall’aprile 2012.
Kuroko’s Basket: trama
Kagami è un giocatore di pallacanestro che, dopo esser stato ammesso alla scuola superiore Seirin, entra a far parte del, mediocre, club di basket della scuola. Ad affiancarlo ci penserà Kuroko, anch’egli una matricola, che pare avere una strana abilità: riesce a celare la sua presenza e ad effettuare passaggi molto rapidi. Kuroko faceva parte della squadra Tohou, nelle scuole medie, chiamata “la generazione dei miracoli”; una quadra imbattibile composta unicamente da veri talenti. Una volta comprese le abilità e potenzialità di Kagami, Kuroko si offre di fargli da “ombra” perché “un’ombra diventa più scura quando la luce è più forte”.
Grazie a queste due matricole il liceo Seirin fa un salto qualitativo che lo porta ad essere competitivo con le squadre giovanili più forti del Giappone. Iniziano così le partite del liceo seirin il cui unico sogno è quello di vincere l’ambito campionato nazionale, ma ben presto si accorgono che la scalata è più complicata del previsto.
Kuroko’s Basket: recensione
Come potete vedere le basi gettate sono un po’ banaline perché stiamo parlando a tutti gli effetti di uno shonen puro. Infatti tutti gli elementi tipici del target vengono a galla sin dalle primissime battute.
La storia assume un andamento lineare per primi volumi e, forse, fin troppo semplicistico, ma dal volume 7, grazie ad un colpo di scena “necessario”, riesce un po’ a spezzare questa linearietà della sceneggiatura.
Impossibile non associare Kuroko no Basuke ad atri manga sportivi come Slam Dunk e Dogashi. Soprattutto sotto il profilo realistico possiamo affiancarlo a Slam Dunk, mentre per quella componente puramente shonen del manga possiamo accostarlo a Dogashi Kaden.
La struttura è piuttosto semplice, principalmente composto da allenamenti, partite e qualche elemento extra per dare un po’ di spessore ai personaggi all’infuori dello sport. Gli allenamenti, che di solito sono la parte più noiosa di uno shonen sportivo, devo dire che sono piuttosto brevi e ben strutturati grazie anche al supporto di altre squadre che danno una mano ai protagonisti (cosa, per altro, già vista in Slam Dunk).
Le parti predominanti sono, ovviamente, le partite sviluppate soprattutto con elementi shonen come: abilità che vengono allo scoperto, azioni irreali e fasi cruciali che, guarda un po’, si manifestano a fine partita.
L’autore, nelle partite, riesce a mantenere un clima di tensione dall’inizio alla fine e sicuramente non fa annoiare il lettore. Piano piano nel corso dei volumi vengono approfonditi vari personaggi, grazie a flashback ben piazzati, mentre altri vengono lasciati un po’ in disparte soprattutto alcuni membri della squadra. Questa è una lacuna che, forse, verrà colmata con i prossimi volumi.
La caratterizzazione dei personaggi è ben formula per alcuni (come Kuroko, Kagami, Kise, Midorima e il capitano Hyuga), mentre per altri come Aomine è abbastanza tipica e stereotipata. La mole di personaggi introdotti, che non compare solo come figure di passaggio, è relativamente vasta e, sicuramente, è un aspetto difficile da gestire per il mangaka. Ho detto “relativamente vasta” perché in uno shonen sportivo è tipico introdurre molti personaggi e sicuramente non è facile dargli un minimo di spessore e una caratterizzazione adeguata.
Per quanto riguarda il disegno, Tadatoshi Fujimaki ha un tratto molto semplice e non introduce molti particolari nelle tavole facendole apparire un po’ vuote. Rendono, comunque, abbastanza bene le scene action riuscendo a fare il loro lavoro senza infamia e senza lode. Neanche le cover sono il punto forte dell’autore visto che sono una più insignificante dell’altra.
Nel complesso ho trovato questo manga piuttosto coinvolgente, con i vari pro e contro del target che difficilmente non potrà avere successo in Italia. Opera che, comunque, non lascerà il segno nel sin troppo vasto palinsesto dedicato al target.
Voi l’avete letto? Cosa ne pensate?
Dello stesso genere ho letto solo monster, che però aveva delle parti fillerose sulle partite di tennis. Comunque credo che ci sia troppo fanservice nei manga moderni, dite la vostra su:
quinta colonna@mediaset.it.
L’appuntamento come di consueto è su mattino5.
“monster” ? non mi pare parli affatto di tennis, nè che ci siano fanservice – non è che ti confondi con “happy”, dello stesso autore? Se fosse cosi, non erano filler, è propio che è un manga sul tennis, per cui cosa ti aspettavi?( e non ci sono fanservice comunque).Poi, il fanservice è presente solo in certi generi, non certo in tutti
“Soprattutto sotto il profilo realistico possiamo affiancarlo a Slam Dunk” e “Le parti predominanti sono […] azioni irreali che, guarda un po’, si manifestano a fine partita.” (cit.). Non solo la recensione è contraddittoria, ma per nulla condivisibile: personaggi di scarsa profondità in una trama banale dall’inizio alla fine che itera partite noiose e coinvolgenti quanto la sabbia di una clessidra e priva di qualunque risvolto narrativo secondario. Un manga in cui il massimo del colpo di scena è il power-up dei personaggi. Shonen puro e shonen fatto-male non sono sinonimi
Simpatico vedere come hai tagliuzzato varie frasi darnone un significato tutto tuo.
Comunque i riferimenti alla parte reale, cioè l’accostamento a Slam Dunk, l’ho trovato negli allenamenti (e nella rece l’ho scritto), per alcuni aspetti della partita ed anche per il rapporto squadra-scuola (anche in questo manga come in SD organizzano dei corsi di studio intensivi per prendere tutti la sufficienza), per cui…no, non è contraddittoria. Poi, che non sia condivisibile…beh… io ho espresso il mio parere e se non è uguale al tuo, io, non posso farci niente…
Ho seguito l’anime. Partendo dal presupposto che a me piace il basket e che la shonennosità sprizza da tutti i pori e a parte l’oscenità di dare abilità assurde ai giocatori (tipo Midorikawa che riesce a centrare una bomba dalla parte opposta del campo! O_O;;;; ), è una serie molto carina, ma non so se un manga statico rende bene quanto in animazione. ^^;;;
Al momento sto guardando l’anime, e devo dire che mi piace molto, dopo Slam Dunk(e’ sottointeso)!
Sono veramente contenta che uscira’ il manga, anche se ho dato una sbirciata ai disegni, che non mi sembrano molto convincenti, sara’ che mi sono abituata bene a vedere l’anime!(^o^)
Ben venga comunque!!!yatta!