Un numero record di giovani giapponesi scelgono il suicidio piuttosto che affrontare la prospettiva di diventare degli sporchi NEET, secondo quanto affermano le statistiche dei suicidi in possesso della polizia, con numeri più che raddoppiati negli ultimi 4 anni.
Il termine NEET, acronimo di Not in Education, Employment or Training, è un acronimo che indica per l’appunto tutti i giovani che sono fuori dall’ambiente scolastico (che siano le superiori o l’università), senza un lavoro e che non stanno facendo tirocini o altre attività di addestramento al mondo del lavoro, in poche parole quelli che da noi sono stati chiamati a causa dell’allora Ministro Tommaso Padoa-Schioppa i bamboccioni.
La polizia ha iniziato a raccogliere statistiche sul motivo per cui così tanti giovani si stanno suicidando, partendo dalla difficoltà di trovare lavoro nel 2007, e da quel momento c’è stato un aumento vertiginoso del 250% a 159 suicidi nel 2011.
Di questi 159, 52 erano studenti, 41 universitari e 4 studenti delle superiori.
La polizia ha determinato che le motivazioni del suicidio attraverso interviste con le famiglie e i contenuti delle lettere lasciate dai suicidi, lasciando uno sbocco per capire che il numero effettivo potrebbe essere anche più alto.
La crisi finanziaria, lo yen forte e il recente aumento di disastri naturali sono tutte identificabili come cause indirette dell’aumento, mentre come cause dirette l’essere rifiutati, ricevere stipendi miseri e un lunghissima perdita di tempo nella ricerca.
E’ da diverso tempo che il suicidio è una delle principali cause di morte giovanile, ma mentre precedentemente la causa della morte principale era la fatica e lo stress per il sovraccarico di lavoro dopo aver avuto un posto di lavoro, sembra proprio che i giovani nipponici si stiano suicidando giusto perché non riescono a trovare offerte di lavoro decenti.
La strada della carriera e ovviamente la vita che ne consegue, che tradizionalmente per i giapponesi è determinata quasi totalmente da due eventi principali della giovinezza, i risultati degli esami finali delle superiori, che determinano in quale università potranno entrare (la vita universitaria è considerata come una vacanza tra l’orrore della scuola giapponese e l’agonia della ricerca di lavoro), e le prime offerte di lavoro che riescono ad assicurarsi grazie ai colloqui fatti durante l’ultimo anno dell’università.
Come risultato, la pressione esercitata in entrambi i periodi è assurdamente intensa, ed ancor di più quando le offerte di lavoro dai laureati sono scarsi e i salari sono schifosamente bassi, aumentando il numero di chi non riesce a divenire un umile impiegato o un dipendente pubblico, affrontando una vita di povertà e umiliazioni (senza contare il lungo periodo di celibato per gli uomini) come operai, tuttofare o, peggio di tutto, NEET.
L’acronimo “NEET” è stato ideato in maniera innocente nel gergo burocratico del Regno Unito, ma sembra che sia stato scelto dai media giapponesi trasformandosi ben presto come termine dispreggiativo per tutti i giovani che incapaci e i reietti della società.
Nessuna sorpresa dal fatto che la maggior parte di NEET che affollano le pagine di 2chan si chiedono come mai qualcuno preferirebbe perdere la vita piuttosto che aggiungersi ai loro ranghi, anche se la maggior parte degli impiegati che guadagnano sembrano concordare che una vita da servo e con una paga da fame è preferibile ad una vita da scroccone sulle spalle dei genitori che dividono il loro tempo tra il trollare su 2chan e seguire anime:
“Meglio la morte che diventare NEET!”
“Ma perché la razza nipponica è così ossessionata con ciò che gli altri pensano di loro?”
“Preferiscono la morte ad una vita sgradevole. Davvero, questo è uno specchio della personalità giapponese.”
“Almeno potevano darsi fuoco sulla soglia delle compagnie che li hanno rifiutati!”
“Se dovessi diventare NEET, sarebbe meglio farla finita! Una vita senza obiettivi, facendo solo la sanguisuga sui propri genitori, è peggio che essere cadaveri!”
“Da quando mi sono diplomato ho perso oltre un anno alla ricerca di lavoro… e tutto quel che sono riuscito ad ottenere è un po’ di lavoro part-time per distrarmi. E’ dura per i giovani d’oggi.”
“E’ dura avere così tanto orgoglio.”
“Per un laureato, probabilmente la morte è un’aspettativa migliore al diventare NEET.”
“C’era un tempo in cui era gradevole anche solo fare l’impiegato…”
“Ma essere stati NEET non danneggia forse la propria carriera?”
“Suicidarsi perché non si riesce a trovare lavoro è da idioti. Lasciate perdere i lavaggi del cervello che vi fa la società e provate a cercare in un’altra nazione altamente sviluppata! Solo così riuscirete a cambiare i vostri valori!”
“Sono certo che molti di quelli che si suicidano erano comunque degli inetti, stupidi incapaci il cui solo pregio era l’orgoglio! Messi di fronte alla realtà del proprio fallimento di ottenere un posto di lavoro, non sono riusciti a sopportare la cosa.”
“Immagino che comunque diversi tra loro erano aspiranti suicidi che si sarebbero comunque uccisi. Questo è solo stato l’evento che ha fatto scattare prima la loro reazione. La vera causa era qualcosa di più fondamentale.”
“I giapponesi riescono solo a giudicare se stessi attraverso le valutazioni altrui. Giudicatevi da soli per voi stessi! Ignorate i pessimisti! Ci sono fin troppi pazzi simili in giro.”
“Beh, se non riesci a trovare lavoro subito dopo il diploma, le tue prospettive sono alquanto tetre. Se la tua famiglia ti addossa le colpe dei tuoi fallimenti, credo sia ovvio meditare il suicidio.”
“Se sei stanco di vivere, ucciderti è l’unica via di svolta. Essere coraggioso e andare avanti è molto più stancante.”
“Hanno mantenuto il loro orgoglio di esseri umani. Un uomo saggio messo alle strette sceglie la morte piuttosto che una vita come un semplice NEET.”
“I NEET non hanno neppure il coraggio di morire!”
“Gente come voi vale lo stesso che siano vivi o morti, questo sì che è una vergogna assoluta.”
“Da quando avere un lavoro è divenuta una virtù? E’ come se fossimo stati infettati dal comunismo o roba simile.”
“Questo è un test per capire di cosa sei capace. Se riesci a sopravvivere, potrebbe succedere qualsiasi cosa.”
Fonte: Sankaku Complex
Non so perchè ma nel leggere le prime righe ho visto il futuro del nostro paese
XDDDDDDDDDDDDDDD
in italia siamo bravi a non fare nulla sin dalle scuole elementari, vista la scarsa qualità delle nostre istituzioni, forse i nostri 20 enni non la prenderanno così male. ovviamente la mia è una critica a fannulloni che riempiono le scuole di oggi.
Così fai lo stesso gioco dei giapponesi però.
Guarda… Ho avuto proprio la stessa sensazione… Quanta sofferenza…
Chissa’ perche’ questa situazione mi sembra familiare!purtroppo in modo molto negativo!(*o*)
Noi siamo gente con lo spirito più accomodante, per questo tendiamo meno al suicidio! XD
Se in italia ci si comportasse cosi’ si resterebbe in pochi, visto la situazione attuale. Mio figlio dopo diplomato si e’ adattato x 3 anni a fare tutti i lavori che trovava, e per avere un lavoro fisso da 2 anni si e’ trasferito in Irlanda con moglie e un figlio di 5 anni, nel frattempo e’ nata anche una bambina che ora ha compiuto 1 anno. E decisamente una brutta cosa che una nazione non garantisca la sopravvivenza dei suoi cittadini, ma addirittura suicidarsi mi sembra eccessivo.
Complimenti a tuo figlio Giuliano, mi sa che torneremo a dover emigrare in massa come negli anni ’50!
Che tristezza -.-
Ovviamente in giappine c’è un’altra cultura…ma questo è un altro punto pro al fatto che allora sia una cultura de me***.
Meglio noi che ce ne sbattiamo e col metodo “sti ca***” andiamo avanti…giuro non riesco a pensare quali motivazioni ci siano dietro a un suicidio, invece di provare a vivere la vita fino alla fine.
Qualsiasi cosa accada, nel bene o nel male, va vissuta.
Se tu puoi dirlo per gli altri allora sei un dio, devo supporre.
La storia non mi è nuova…
Pure in Ticino quando i giovanni si suicidanno, molto spesso è per questo motivo!
pensa se vengono in italia ahahhahahaha
cmq giappone sempre il paese piu figo del mondo…..magari sto in metro e vedo uno “basta vivere con i miei!!” e pam se suicida ahaha
Dopo aver letto i commenti dell’articolo,il Giappone non è il paese più figo del mondo(cosi come nessun’altro).
Inoltre,non c’è saggezza nell’uccidersi, ma solo stupidità, specie se si è spinti dal gruppo(famiglia,popolo,ecc.) fanatico e superbo che non esita a trattare come feccia anche il più onesto delle persone,solo perchè il sistema non offre possibilità a tutti.
In Italia,poichè non siamo cosi fissati del giudizio altrui,se il sistema non garantisce posti decenti a tutti si emigra in un’altro paese con maggiori possibilità se proprio non si vuole fare lavori part-time,ma il suicidio è totalmente stupido.
certo che i giapponesi sono strani in fatto di agire… forse lo dico perché noi italiani siamo meno sviluppati di loro nel lavoro. MA date le statistiche, si vede che c’è gente che non crede nella speranza della vita (o almeno, è come la penso io). Vivere è già un miracolo ma essere suicidi è peggio di essere neet a mio parere.