Influenze giapponesi e videogame

Nintendo, Capcom, Konami, Sega, Bandai Namco, Game Freak, FromSoftware: si tratta di alcune delle più note software house giapponesi, paese all’avanguardia nel mondo del videogioco fin dagli albori della storia di quest’ultimo. Per gli appassionati di videogiochi il Giappone rappresenta una vera e propria terra promessa, con innumerevoli prodotti videoludici che, in diversa maniera, sono stati in grado di formare generazioni di videogiocatori. Il rapporto tra il Giappone e il videogioco, infatti, può essere visto sotto un duplice punto di vista: il primo rappresentato da titoli ispirati a storia e cultura giapponese, un contesto decisamente esotico per il mercato occidentale, e il secondo da titoli prodotti in Giappone. Questi ultimi, oltre a rispecchiare un gusto videoludico a sua volta del tutto particolare, confrontandosi con generi videoludici ne hanno talvolta determinato la trasformazione, arricchendo a dismisura un settore dell’intrattenimento che deve molto al Sol Levante.

Si può prendere come esempio il genere tattico in tempo reale, dove al giocatore è dato il controllo di poche unità specializzate da impiegare in contesti particolarmente focalizzati sulla furtività: le serie di Commandos e Desperados sono due fra gli esempi più calzanti. Il recente Desperados 3 è stato prodotto da uno sviluppatore tedesco, Mimimi Productions, che vantava un precedente approccio al genere con Shadow Tactics – Blades of the Shogun. Come suggerito dal nome, le unità specializzate in questione sono calate nel contesto del periodo Edo giapponese, riflettendone architetture e personaggi. Altra incursione orientale, stavolta dagli statunitensi di Sucker Punch Productions, è poi stata fatta nell’avventura dinamica con Ghost of Tsushima: la trama segue il confronto improntato alla furtività tra un singolo samurai e un esercito mongolo mandato a conquistare l’isola giapponese di Tsushima. Da un punto di vista più casual, non mancano titoli ispirati a simboli giapponesi: è il caso di slot machine come Rise of Samurai o Tale of Kyubiko, due fra i numerosi titoli offerti tra le slot online di PokerStars Casino. L’utilizzo di simboli, componente essenziale del gameplay in questione, si presta particolarmente a inserirne alcuni iconici legati a tradizioni e mitologia giapponese, dando un setting ben riconoscibile a un intrattenimento fra i più casual ai quali è possibile pensare.

Venendo a videogiochi che di giapponese hanno invece proprio il DNA, meritano di essere menzionati alcuni titoli capaci di introdurre nuovi generi videoludici, o di ridefinirne altri. È il caso dei titoli J-RPG, acronimo che indica i giochi di ruolo alla giapponese: a differenza degli RPG orientali, quelli giapponesi pongono maggiormente l’enfasi sulla cooperazione e mettono il giocatore in controllo di un personaggio già ben definito, piuttosto che di un vero alter ego plasmabile. Tra i vari esempi si possono citare le serie Persona, Final Fantasy, Pokémon e i vari soulslike. L’incontro tra il Giappone e l’hack n’ slash, poi, ha creato i presupposti per la nascita del Musou. Nel genere tradizionale, caratterizzato da combattimenti principalmente corpo a corpo, sono stati inseriti come protagonisti noti eroi di manga o altri videogiochi, da cui il nome: musou, infatti, significa grosso modo inarrestabile o senza rivali, una definizione sicuramente calzante per un protagonista che fa della potenza il suo tratto distintivo. Tradotto in gameplay, il genere Musou racchiude titoli dove all’eroe si contrappongono ondate di nemici, di cui fare piazza pulita grazie alla netta supremazia vantata dal protagonista. Si può pensare a Hyrule Warriors, con personaggi provenienti dalla serie Legend of Zelda, o a One Piece Pirate Warriors, con i protagonisti del manga One Piece. Contributi importantissimi sono poi stati dati dal Giappone ai più diversi generi: per esempio il platform, con serie come Super Mario o Donkey Kong; l’horror, dai classici zombie di Resident Evil agli approcci più psicologici di Forbidden Siren o The Evil Within; i picchiaduro, dove le interpretazioni giapponesi hanno portato a classici come Street Fighter, Tekken e Soul Calibur, oltre ai vari titoli basati su manga come le serie Dragon Ball Budokai Tenkaichi e Xenoverse o Naruto Ultimate Ninja.

Il rapporto tra videogiochi e Giappone, in conclusione, è decisamente ricco. Non solo dal Giappone provengono titoli che non trovano paragoni nel mercato occidentale, ma anche quei titoli per i quali un paragone potrebbe essere fatto presentano tante e tali differenze da rendere impossibile un confronto completo. Probabilmente è meglio così: le influenze giapponesi, presenti nei più disparati contesti, portano benefici anche nel mondo del videogaming.