Il Silenzio degli Innocenti

Hitsuji no Uta – Il Silenzio degli Innocenti: manga

Il silenzio degli innocenti (Hitsuji no Uta 羊のうた) è uno dei primi manga della celebre mangaka Kei Toume, conosciuta in Italia per opere come Kurogane, Vita da Cavie, A Casa di Momo ed il recente – per quanto riguarda la pubblicazione italiana – Canta Yesterday per Me.
Il silenzio degli innocenti è stato pubblicato sulla rivista Comic Burger (di casa Scholar) dal lontano 1995 e, dopo la chiusura della rivista, è stato spostato sulla rivista Comic Birz, rivista targata Gentosha. Concluso dopo sei anni di pubblicazione, gode di un adattamento OAV di quattro episodi e di un drama radiofonico.

In Italia, il manga viene pubblicato dalla casa editrice Magic Press e finora sono usciti i primi quattro volumi dei sette che compongono l’opera. L’edizione MX è, come ci hanno abituato, molto buona, con pagine patinate, un po’ trasparenti, ma che riescono a tenere bene i neri, ed una buona rilegatura. L’edizione viene, inoltre, impreziosita dalle nuove sovracoperte con scritte metallizzate. Una nuova “politica” testata per la prima volta proprio su Hitsuji no Uta e, vi devo dire, che l’effetto non è proprio niente male!


Hitsuji no Uta – Il Silenzio degli Innocenti: trama

Kazuna vive insieme agli zii da quando era ancora bambino. Conduce una vita tranquilla e le sue attività sono principalmente: studiare e uscire con gli amici cercando di non far preoccupare eccessivamente i suoi zii. E’ un ragazzo molto timido e riservato ed ha dei buoni risultati a scuola. Insomma, un ragazzo normale che conduce una vita normale. Però un giorno la sua vita viene stravolta quando incominciano a presentarsi degli inspiegabili malori, che, in un primo momento, cataloga come dei “cedimenti” dovuti allo stress.

Dopo molto tempo Kazuna, senza un particolare motivo se non un sogno, vuole rivedere la casa di famiglia, la casa dove è nato e dove ha trascorso i primi anni della sua vita insieme al padre e alla sorella. Il quel posto, incontra, inaspettatamente, la sorella Chizuko, che non vede da quando era molto piccolo. Parlando con lei, scopre che i suoi malesseri non sono causati dal troppo studio, ma da una maledizione che pende sulla testa della famiglia Takashiro. Ai componenti della famiglia Takashiro, infatti, si può presentare una malattia che provoca un inspiegabile desiderio di sangue. A lungo andare questa grande sete può portare alla follia, della quale è morta la loro madre (i due fratelli portano il cognome della madre). Chizuko gli rivela che anche lei è affetta da questa malattia, che si trasmette per lo più alle femmine della famiglia, liquidando la cosa con la frase: “siamo una stirpe di vampiri!”

All’inizio Kazuna non ci vuole credere, gli sembra impossibile che esista questo tipo di malattia ereditaria, ma, con l’andare del tempo, si rende conto che le sue condizioni stanno peggiorando.
Ormai rassegnato, Kazuna non vuole causare sofferenze alle persone che più ama, perciò decide di abbandonare tutto e tutti per riportare questo fardello a casa, insieme alla sorella Chizuko.


Hitsuji no Uta – Il Silenzio degli Innocenti: recensione

Come potete leggere dalla trama, le basi del racconto non sono tra le più complicate o originali. Infatti, il tema principale – il vampirismo – è stato approfondito e trattato più e più volte in molti altri manga, libri e film. Tuttavia, l’errore più grande che potete fare nell’approcciarvi alla lettura de “Il silenzio degli innocenti” è quello di farvi ingannare da questi presupposti.

Hitsuji no Uta, infatti, si scosta sin da subito da altri manga come Hellsing o Shiki dove il vampirismo è visto quasi come un pretesto per poter inserire immagini splatter creando uno scenario apocalittico. Basta con superpoteri, zanne e quant’altro! La Toume, in quest’opera, vuole rimodellare il tema facendolo apparire come una malattia, così da riuscire a far vivere i personaggi con grande malinconia, disperazione, ma anche con grande senso di responsabilità. I due fratelli, ritrovati dopo molto tempo, non possono vivere tranquillamente, poiché l’immaginario collettivo non lo permette. Tutti noi siamo stati abituati a vedere i vampiri come personaggi malvagi, esseri terrificanti, il cui bisogno primario è quello di succhiare il sangue umano. Ebbene, Kazuna e Chizuko hanno proprio paura di questa reazione da parte della società e per questo vogliono vivere isolati, rassegnati di fronte a questa malattia incurabile. Per affrontare il loro pesante fardello, si sostengono a vicenda, cercando di ribellarsi dal loro destino crudele.
Chizuko, in realtà, più che sostenere il fratello, lo usa cercando di trovare in lui la figura paterna, che è stata – sotto alcuni aspetti – crudele con lei. Quasi una forma di autolesionismo. Kazuna, dal canto suo, ha un carattere principalmente debole e cerca una persona con la quale trascorrere la propria solitudine. Ma il suo animo buono, lo porta, in più occasioni, ad allontanare la compagna di classe, la quale cerca in tutti i modi di aiutarlo e, pur consapevole della sua malattia, gli confida il proprio amore. Egli, infatti, non può permettere ad una persona innocente di condividere la sua “malattia”. Questa voglia incessante di bere sangue umano, distrugge i due fratelli nel corpo e nell’anima, come una droga crea una grande dipendenza dalla quale è impossibile uscire.
Nel corso dei volumi, viene svelato qualche particolare della vita trascorsa da Chizuko con il padre, un padre che non ha saputo amarla, ma che semplicemente rivedeva in lei la moglie scomparsa.

Non è forse una boccata d’aria nel palinsesto di titoli dedicati a questo tema?

La Toume riesce benissimo ad esprime questi sentimenti, è quasi un gioco, per lei, dare molte sfumature alla storia, introducendo pochi personaggi, ma con grande umanità e facendo apparire la storia molto reale. Non sempre, ritroviamo nei manga, quale scopo dell’autore, creare dei personaggi vivi, con i quali potersi identificare.

I disegni si adattano bene al tipo di storia e di atmosfera che la Toume cerca di creare. Un tratto molto approssimativo, senza molti particolari, con “pennellate” lunghe ed un buon chara design. Si nota un certo cambiamento dei disegni all’interno del primo volume. Infatti, il primo capitolo è quasi abbozzato, ma con l’andare dei capitoli il tratto migliora notevolmente.

In Italia Il silenzio degli Innocenti – da quanto posso leggere dai post di Alberto Galloni sul forum dello SMO – non sta avendo molta fortuna e pare che le vendite siano di molto inferiori al previsto. Ora, scusate la parentesi, ma che tristezza! Possibile che tutti i buoni seinen debbano soffrire di scarse vendite? Non per niente gira il detto: i manga che meritano non vendono! Una piccola regola che non fallisce mai. Con questa recensione, spero di fare un po’ di pubblicità a questo titolo, così da non perdere la speranza di vedere altri manga dell’autrice con il marchio Magic Press.

In conclusione, non posso fare a meno di consigliarvi questa lettura. La mia non è che un’altra delle  recensioni positive che potete trovare nel web. Malgrado questo, purtroppo, l’opera non riesce a vendere.
Quindi, se state cercando un buon seinen che si scosti dalla banalità di sviluppo del genere vampiresco non potete non leggere Hitsuji no Uta – Il silenzio degli innocenti!

Fatemi sapere la vostra nei commenti o nel forum!