No. 6

No. 6 Anime

No. 6 è un anime, composto da 11 episodi, tratto da una serie di light novel di Atsuko Asano e pubblicate da Kodansha tra l’Ottobre del 2003 e Giugno 2011. Prodotto dallo studio Bones, è stato diretto da Kenji Nagasaki, il character design è stato affidato a Satoshi Ishino (Excel Saga, Secret of Nogizaka Haruka), la sigla iniziale “Spell” è cantata da Lama (Un-Go ED), e la sigla finale “Rokutōsei no Yoru” è cantata da Aimer.
A Marzo del 2011 sulla rivista Aria di Kodansha è iniziata la serializzazione di un adattamento manga omonimo illustrato da Hinoki Kino.
In Giappone è stato trasmesso a Luglio 2011, mentre in Italia l’anime è tuttora inedito.


No. 6 Trama

Sion è un ragazzo prodigio che vive, proprio per il suo Q.I, una confortevole e agiata vita nella lussuriosa zona di Cronos all’interno dell’area numero 6, detta appunto No. 6, una delle sei città-stato create dopo l’ultima grande guerra che ha devastato il mondo.
Il giorno del suo 12° compleanno, dopo aver festeggiato con un’amica ed essere tornato a casa per via di un tremendo temporale, incontra un ragazzo che si fa chiamare Nezumi (che in giapponese significa Topo ) e che sta disperatamente fuggendo dalle autorità. Sion decide di aiutarlo, lo cura e lo nasconde, ma proprio per questo motivo gli viene strappato ogni privilegio ed è costretto, insieme a sua madre, a lasciare la zona di Cronos e trasferirsi a Lost Town.

Quattro anni dopo, in seguito ad una serie di misteriose morti in cui Sion rimane coinvolto, si ricongiunge a Nezumi, che lo salva. I due si ritrovano così a vivere insieme nei bassifondi, oltre le mura di cinta che separano la città dal resto del mondo; ed è così che Sion, con l’aiuto di Nezumi, inizia a scoprire i terribili segreti del No.6.


No. 6 Recensione

Una serie con dei buoni spunti di carattere sci-fi ma che, a mio avviso, avrebbe potuto andare ben oltre. Personalmente credo che la brevità della serie non abbia permesso di approfondire alcuni temi chiave e che si sia scelto col numero di episodi a disposizione, di curare più il rapporto fra i due protagonisti e i cambiamenti che Sion deve affrontare.

Mi è piaciuto vedere l’evoluzione di Sion: di come si sia destato dal torpore che avvolgeva la sua vita e abbia, nel corso degli episodi, assaporato l’amarezza della realtà, di come abbia realizzato che c’è un intero mondo al di fuori del No.6, di tutti quegli eventi positivi e negativi che la vita pone davanti, di tutte le azioni buone ma anche le atrocità che gli esseri umani sono in grado di compiere.

Avrei preferito un maggiore approfondimento delle questioni che riguardano la città in sé, il governo e il suo sistema di controllo e le altre cinque città-stato.
Anche se il primo episodio risulta un po’ lento, nel corso delle puntate il ritmo aumenta e si va via via scoprendo la realtà che si cela dietro l’immagine di questa città tranquilla e perfetta, a prima vista senza nessuna macchia.

A livello tecnico l’anime è molto buono, molto carino il character design e le animazioni sono di ottima fattura, lo stesso vale per le musiche: orecchiabile sia la canzone di apertura “Spell” che quella di chiusura “Rokutōsei no Yoru”, anche se tra le due preferisco l’ultima.