Occhi dietro

Occhi dietro manga

Occhi dietro (Senome) è un manga horror soprannaturale scritto da Michio shusuke, e disegnato da Nokuto Koike nel 2008. In Giappone viene editato dalla casa Gentosha Comics, mentre in italia è pubblicato da Ronin Manga. La serie Occhi dietro è composta da tre volumi.

Occhi dietro trama

Shirotage; è questo il nome del villaggio in cui è concentrato il primo volume del manga che mi appresto a presentarvi.

Un villaggio sperduto tra le montagne, un bosco fitto attraversato da un ruscello, e una leggenda locale che vede come protagonisti i Tengu; creature fantastiche rappresentate come uomini-uccello, dal carattere ambiguo e capriccioso, benevole ma anche in grado di essere estremamente malvagie e che in questo manga vengono presentate da maschere dall’aspetto umanoide con capelli bianchi, zigomi sporgenti e un lungo naso prominente.

Quale scenario migliore per parlare di sparizioni?

E’ infatti proprio qui che, in un arco di tempo di poco più di un anno, avviene la scomparsa di quattro bambini mai ritrovati, a parte uno; il primo. Ma anche in quel caso parlare di ritrovamento non è del tutto esatto… l’autore ce lo narrerà in un bel colpo di scena, per cui non vi anticipo troppo!

La prima sparizione avviene durante la festa estiva dedicata ai Tengu, evento che attira molte persone in quel villaggio che, per questo motivo, continuerà a festeggiarla negli anni successivi, nonostante i suoi abitanti abbiano attribuito tali sparizioni proprio a quelle creature. Tale disgrazia inciderà pesantemente sulla reputazione del paese che, ipocritamente, continuerà però a celebrare questa festa, adorandone le divinità.

Shirotage però, nonostante d’estate pulluli di persone, durante la stagione invernale è altamente spopolato, ed è proprio durante questo periodo che facciamo la conoscenza di uno dei protagonisti: Michio Shusuke. Questi è uno scrittore che, ignaro della tragedia consumatasi su quei monti, si ritroverà ad essere l’unico cliente della locanda gestita dal signor Utagawa, un uomo scappato cinque anni prima dalla frenetica Tokyo. Lo stesso uomo che gli svelerà gran parte dei fatti accaduti nel passato.

Quindi cosa c’è di meglio di una passeggiata rilassante nei boschi dopo una chiacchierata così lugubre?

E così, come nei migliori film horror in cui la ragazza, inseguita dal mostro di turno, invece che correre verso la porta, imboccherà la prima rampa di scale che la porterà al piano superiore, allo stesso modo Shusuke non poteva prendere decisione peggiore! Infatti, durante la sua escursione, questi s’imbatterà in persone a dir poco misteriose e gli accadrà qualcosa di talmente inquietante da farlo scappare da quel villaggio, interrompendo il suo viaggio in anticipo.

Che sia stata la sua fervida immaginazione da scrittore a tirargli qualche brutto scherzo, oppure era stato il racconto dell’uomo a suggestionarlo?

Shusuke, nell’incertezza, decide di rivolgersi ad un vecchio compagno d’università, ormai perso di vista, ma che sapeva interessarsi a fenomeni paranormali.

Fin da subito Makibi Shosuke ci viene presentato come un personaggio scaltro, intelligente e scettico. Sì, perché investiga nel soprannaturale pur non credendo in quel che vede, andando quindi ad indagare per cercare la vera essenza delle cose, la verità intrinseca degli oggetti, nell’attesa del manifestarsi di un vero spirito. In tal modo smaschera santoni e affini, ed in molti si rivolgono a lui proponendogli casi inspiegabili e misteriosi. Ed è esattamente mentre passa al vaglio uno di questi assieme alla sua collaboratrice, che le sue vicende si intersecano con quelle di Michio Shusuke.

Delle foto. Occhi. Suicidi… tanto basta a collegare i due casi, e a destare la curiosità di Shosuke che decide di seguire l’amico proprio a Shirotage!

Nel frattempo vi è un terzo filo narrativo che viene raccontato, ma che non si intreccia ai precedenti.

Una casa sporca, un giovane dall’età indefinita, abbruttito dall’alcol e che continua a cercare incessantemente la morte nella bottiglia, anche forse per tentare di nascondere il senso di colpa per aver maltrattato e rubato sempre la pensione alla vecchia madre demente. E’ un uomo disperato, privo di ogni prospettiva, che vive nel fondo di un bicchiere e che un giorno, per caso, scopre una lettera della madre dove vi è scritta quella che sembra una sconvolgente confessione.

Probabilmente all’inizio il lettore si chiederà il motivo dell’inserimento di questo personaggio così estraneo alle linee guida della storia, ma questo diverrà più chiaro con l’evolversi degli eventi. Eventi che ti tengono calamitato alla pagine, che inesorabilmente vengono divorate morbosamente in un crescendo di tensione e drammaticità.

Occhi dietro © 2008 Michio Shusuke – Nokuto Koike / Gentosha Comics

I due autori di quest’opera, Nokuto Koike, il disegnatore, e Shusuke Michio l’autore del romanzo che lo ha poi adattato a manga, ci danno un mirabile esempio di come narrare una storia, svelando solo a poco a poco tutte le carte, mantenendo però inalterata la tensione che la pervade.

Il disegno è estremamente realistico, niente occhioni languidi pieni di stelline o visi perfetti, bensì personaggi umani, rappresentati nella loro quotidianità. Sì, perché troviamo il vecchio e rugoso capostazione che per passare il tempo, altrimenti interminabile, racconta storie di folklore locale; oppure Shusuke, timido ed insicuro, che si lascia spaventare dagli eventi della vita; o ancora Shosuke, un giovane rampante, sicuro di sé e dei misteri che gli si dispiegano davanti agli occhi; ed anche il giovane-vecchio distrutto dall’alcol che ha ormai lasciato ogni speranza e aspetta solo la venuta della morte.

Il disegnatore, Nokuto Koike, dosa poi ottimamente i chiari e scuri nelle tavole, permettendo un aumento della drammaticità nelle scene, nonché dell’inquietudine che regna sovrana.

Difatti, a mio avviso, la parola chiave di questo manga è esattamente inquietudine. Quella del tipo che ti fa sentire a disagio e a cercare un’altra posizione mentre sei seduto, quella che si diverte a farti sobbalzare ad ogni minimo rumore, o ancora quella che ti fa rizzare i peli sulle braccia e ti fa scorrere i brividi lungo il corpo. Da qui, scivolare nell’angoscia è semplice, basta solo lasciarsi andare alla storia, lasciarsi assorbire dagli eventi e leggerli tutti d’un fiato, immergendosi in quel fiume che scorre in mezzo al bosco, foriero di macabri eventi…


Occhi dietro Ronin Manga

L’edizione italiana inoltre è molto buona. La carta è spessa e chiara, le mani non rimangono macchiate d’inchiostro, e inoltre il volume è abbastanza elastico da permettere di vedere con comodo le tavole senza dover piegare la copertina, rovinandola.

Unico appunto che mi sento di fare è la mancanza di una nota esplicativa iniziale sui Tengu. Probabilmente – ma si tratta solo di una mia congettura – è stata unicamente una dimenticanza dal momento che nelle pagine successive si trovano tutte le note necessarie.

Spero vivamente che con i due volumi successivi gli autori siano riusciti a mantenere la storia sui livelli attuali, perché è da veramente molto tempo che non mi capitava sotto mano un horror di così buona qualità. Qualità data non solo dalla storia e dai disegni ottimi, ma anche dalla capacità degli autori di narrarla, dandole un taglio originale e coinvolgente. Mi ha colpito poi il modo in cui disseminano piccoli indizi e dettagli che diverranno più chiari con lo svolgersi degli eventi. Piccolo esempio è il titolo dell’opera che assumerà un significato preciso all’incirca a metà volume.

Se ancora non fosse abbastanza evidente, consiglio vivamente questo manga, a patto però di non essere facilmente impressionabili e di leggerlo alla luce del sole, e non a letto prima di andare a dormire come ho incautamente fatto io! Non è decisamente una lettura adatta a conciliare il sonno…


Mi piacerebbe dilungarmi ancora a parlare di quest’opera, ma se lo facessi sicuramente finirei per svelarvi troppi dettagli, compromettendovi così la lettura e i vari colpi di scena. Mi auguro quindi di avervi invogliati e incuriositi a sufficienza.

Beh, che fate ancora davanti al pc? Correte in fumetteria, ma mi raccomando… occhi aperti!

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