Intervista 2010 alla A.Fu.I. associazione fumetterie italiane

Ecco la nostra intervista alla A.Fu.I. (associazione fumetterie italiane). Troverete numerose domande sullo stato del mercato, sull’opinione delle fumetterie sulle numerose case editrici che in tempo di crisi continuano a nascere, sulle prospettive del fumetto manga e in generale.

afuilogo

Ecco la nostra intervista

1) [Nanoda.com] Salve, può presentarsi?
[A.Fu.I] Mi chiamo Daniele Pignatelli, e da 12 anni sono il proprietario della Libreria del Fumetto “Comic House” di Sarzana (SP).

2) [Nanoda.com] Potrebbe spiegarci cos’è la A.Fu.I.?
[A.Fu.I] L’A.Fu.I. è l’unica associazione attualmente esistente che rappresenti le fumetterie italiane. E’ nata e cresciuta con lo scopo di tutelare i diritti dei librai e di migliorarne le condizioni lavorative, ma anche per attivare un proficuo confronto di informazioni ed esperienze lavorative.

3) [Nanoda.com] Perché secondo voi è necessaria una tale associazione?
[A.Fu.I] Veniamo definiti “librerie specializzate”, e trattati con gli stessi criteri, soprattutto fiscali, delle librerie di varia, quando i nostri metodi lavorativi sono esattamente l’opposto. E questo è solo uno dei motivi che hanno spinto, nell’ormai lontano 2007, un gruppo di noi a riunirci a Roma e a fondare l’associazione.

4) [Nanoda.com] Chi fa parte dell’A.Fu.I.?
[A.Fu.I] Le fumetterie, ovviamente.

5) [Nanoda.com] Quante fumetterie ci sono in Italia?
[A.Fu.I] È un dato abbastanza aleatorio, perché le aperture e le chiusure sono continue, e perché bisogna definire meglio il termine “fumetteria”. Diciamo attorno alle trecento, come gli spartani, sperando di non fare la stessa fine.

6) [Nanoda.com] Sapreste fornire una statistica del numero di lettori di manga per sesso e fascia di età?
[A.Fu.I] Non ci occupiamo di questo genere di statistiche.

7) [Nanoda.com] Cosa ne pensate del mercato del fumetto odierno? Si parla di crisi ma l’offerta non fa che aumentare, specialmente dei manga, grazie al loro sistema non esclusivista, basta vedere in questi giorni l’annuncio di un nuovo “editore” Goen.
[A.Fu.I] Questa è una domanda interessante. In effetti, guardando anche oltre la crisi, il problema è che la “torta” da dividersi è troppo piccola. Il mercato del fumetto in Italia è ancora troppo piccolo perché nascano così tanti editori, che di fatto non fanno altro che “infilare le mani” sempre nelle solite tasche. Il vero editore nuovo utile sarà quello che, con la sua nascita, riuscisse a portare al fumetto tutte quelle persone che al momento frequentano abitualmente le librerie di varia, ma non si avvicinano al fumetto, per snobismo, disabitudine o limiti culturali pregressi.

8) [Nanoda.com] Ritenete che ci sia in atto un’operazione secondo la quale, in un momento di crisi, chi può permettersi perdite inquina il mercato così da conquistare spazi sempre più grandi, magari puntando al monopolio?
[A.Fu.I] Se ti riferisci a qualche editore in particolare, dovremmo parlare di questo specifico editore. Altrimenti, non credo che la nascita di una ENNESIMA casa editrice sia da vedersi come un tentativo di monopolio, ma casomai come il suo contrario, l’ennesima frammentazione dell’offerta, che spesso finisce per non risultare di livello accettabile per permettere a questo o a quell’editore di andare oltre i 2-3 anni di vita. Ovviamente, non stiamo augurando nulla a nessuno, ci mancherebbe, ma dopo svariati anni di esperienza in negozio, purtroppo la nostra diffidenza nei confronti di certe nuove, entusiastiche proposte è in aumento.

– 8B) [Nanoda.com] Relativamente al punto 8, non parlo relativamente all’ingresso di un nuovo editore, ma dell’aumento dell’offerta che stanno facendo anche i grandi editori, sia quelli “isolati” sia quelli di uno stesso distributore.
In un mercato in crisi aumentare il parco titoli, riempire il mercato, proprio perché tutti attingono alla stessa tasca, porta una perdita generale che solo i grandi sapranno reggere, magari nell’ottica di ritrovarsi con uno spicchio di mercato maggiore passata la bufera.

[A.Fu.I] Il problema, però, resta quello, secondo me, dell’esiguità della “torta”. Se un ragionamento del genere lo applicassimo ad Apple, piuttosto che a Sony, ciascuno nei rispettivi campi, allora sarei d’accordo. Ma qui, più che una torta, da spartirsi c’è una tartina… E aggiungo che sono convinto che la differenza non sia fatta tanto dalla quantità delle proposte, quanto dalla loro effettiva qualità. Un editore mainstream può tranquillamente saturare il mercato di materiale inerente, faccio un esempio, gli zombie, perchè l’argomento “tira” e perchè interessato ad accaparrarsi quella fetta di mercato. Ma quando il titolo di qualità in materia, ossia “The Walking Dead“, ce l’ha Saldapress, che non è un editore gigantesco, c’è poco da fare…

9) [Nanoda.com] Ad oggi qual è la suddivisione in percentuale di mercato di fumetti fra Italiani, Americani, Manga (e fumetti orientali in genere), e Europei?
[A.Fu.I] Questo è un dato che varia da negozio a negozio, spesso dipendente dai gusti del negoziante stesso. Per esperienza diretta, posso dire che (a parte bestseller oggettivi) lo stesso fumetto ha dati di vendita differenti a volte anche tra due negozi della stessa città.

10) [Nanoda.com] Quali sono i distributori del settore?
[A.Fu.I] Star Shop, Pan e Alastor sono i distributori principali. Ci sono anche Cosmic Group e Golden Distribution, sempre legati al fumetto, ed alcuni negozi come il mio si rivolgono anche a qualche distributore di varia.

11) [Nanoda.com] C’è chi dice che quello della distribuzione sia un terreno di monopoli. Mettiamo che io ho una fumetteria, posso ad esempio ordinare i fumetti Panini da Pan e quelli Star Comics da Star Shop,per convenienza, o sono obbligato a legare al mio negozio un solo distributore pur non essendo un franchising?
[A.Fu.I] Dal punto di vista della convenienza, l’ideale sarebbe avere un solo distributore, per minimizzare le spese di spedizione e ottenere, a fronte di maggiori fatturati, migliori condizioni di sconto. Ma nessuno dei tre distributori principali è così completo e “perfetto” da giustificare una scelta del genere. Il franchising è una scelta che offre qualche vantaggio in più, ma chiede in cambio l’esclusiva, e non sempre questa è una scelta vincente.

12) [Nanoda.com] E ritenete che sia una politica conveniente per voi?
[A.Fu.I] Quale?

– 12b) [Nanoda.com] Quindi è possibile prendere i fumetti da due distributori diversi… e la scelta del distributore unico non è obbligata, ma di convenienza, giusto? Ma questa convenienza è solo sul maggiore sconto su maggiori quantitativi?Se PAN prende i fumetti Star Comics da Star Shop, li pagherà più di quanto Star Shop lo paga a Star Comics… per il semplice fatto che ha non passaggio in più. A meno che i due distributori maggiori esclusivisti si scambino i titoli (esempio Star Comics e Planet Manga), quindi prendere i fumetti Star da Star Shop dovrebbe costare meno, avrebbe meno ricarico da sostenere. Un po’ come succede per i DVD dove Terminal Video magari fa il 30% e un distributore intermediario che da loro si rifornisce fa il 20%.
Se questa divisione non è conveniente vuol dire che il ricarico è fisso per tutti… ed è sorprendente.

[A.Fu.I] La convenienza di cui parli, per un negozio, è molteplice.

Maggior fatturato=maggiore sconto=miglior trattamento in generale. Quando una fumetteria chiede qualcosa di “strano” al suo distributore, penso sia legittimo per quest’ultimo, prima di rispondere, verificare con chi sta parlando effettivamente. Se ho un debito con il mio fornitore, e gli chiedo di dilazionarmi ulteriormente i pagamenti, oppure se chiedo una fornitura straordinaria di merce per questo o quell’evento, la mia storia personale presso quel fornitore avrà il suo peso. Senza contare che, con un unico fornitore, calano anche le spese di spedizione, che sono una voce abbastanza incisiva nel bilancio di una fumetteria.

Poi, ogni distributore gestisce i propri clienti come meglio crede, quindi le fasce di sconto sono variabili e possono essere, a parità di fatturato, più o meno interessanti.

13) [Nanoda.com] Quando escono dei nuovi fumetti su cosa basate la vostra valutazione sul prodotto, sulla sua bontà, se acquistarlo o meno, in che quantità?
Agli occhi esterni di chi poi li acquisterà presso di voi sembra che tutto ruoti attorno alle riviste informative dei distributori: Anteprima, Mega, Star Preview etc…
Non ritenete che ci possa essere il rischio che, proprio per il loro legame naturale, non ci sia oggettività nel proporre un prodotto?
È sbagliato pensare che se io sono un esclusivista di un distributore, avrò maggiore visibilità sulla rivista informativa a lui legata anche su prodotti di minore appeal rispetto a terzi che magari propongono un titolo di maggiore qualità, più atteso dai lettori, e quindi dalle maggiori vendite probabili?

[A.Fu.I] Principalmente, a parte albi che conosciamo perché letti in inglese, o perché preceduti dalla loro fama, dobbiamo affidarci alle poche e carenti informazioni che ci vengono da Internet o dai periodici di settore. I quali, essendo legati ognuno ad un distributore diverso, lavorano seguendo esattamente la logica che ipotizzi tu (basta vedere la pagina di Planeta sull’Anteprima, o la pagina di Panini su Mega), privilegiando l’esclusivista e penalizzando gli esclusivisti altrui. Su queste basi, possiamo dire che non esiste uno strumento, per noi come per il cliente, che aiuti ad orientarsi nella galassia delle uscite mensili senza tentare di “indirizzare” le preferenze.

14) [Nanoda.com] Vi ritenete quindi informati, in particolare sui manga?
[A.Fu.I] Ci riteniamo informati per quanto possibile. Ovviamente, gestire una fumetteria comporta una mole di lavoro tale, che spesso il tempo per girare per forum alla ricerca di questa o quella notizia viene a mancare.

15) [Nanoda.com] Internet e quindi il parere di chi poi compra, può essere il canale oggettivo?
[A.Fu.I] Il parere di chi compra è senza dubbio importante, ma non può essere preso a verità assoluta e imprescindibile, in primis perché viene da un pubblico che ha le competenze che può avere, appunto, un “pubblico”, e non da addetti ai lavori, e come secondo motivo, perché anche il lettore, come chi vende e chi stampa, ha dei gusti e tende a magnificare ciò che incontra le proprie preferenze.

16) [Nanoda.com] È luogo comune pensare che i gestori delle fumetterie siano gli appassionati di un tempo in cui il fumetto giapponese non c’era o quanto meno non in maniera così massiva e che, vuoi perché non conoscono, vuoi perché i loro amati eroi sono stati spodestati da ragazzini con gli occhi enormi e i capelli cotonati che non sempre si chiamano Goku, per questo non vedano di buon occhi i manga. È vero?
[A.Fu.I] È vero che questo è un luogo comune. E’ vero che chi apre una fumetteria, o chi la rileva, lo fa perché ama il fumetto, e non (mi auguro!) perché ci vede una fonte di arricchimento certa. Ma da qui a vedere in ciò una forma di ostracismo verso un settore, ce ne passa. Casomai è vero che il lettore di manga non vede altro che i manga, nel 70% dei casi, e quindi spesso gli sforzi del libraio per incanalare le letture verso qualche capolavoro del fumetto “del resto del mondo” risultano spesso vani e frustranti.

17) [Nanoda.com] Però leggendo su internet non è insolito vedere i “clienti informati”, appassionati di manga, parlare in maniera non proprio soddisfatta dei propri rivenditori. Da cosa pensate che dipenda questo?
[A.Fu.I] Questo è normale, perché il “cliente informato”, essendo spesso monotematico (lettore di manga, oppure di supereroi, o di graphic novel), è giocoforza più informato di noi nello specifico, dato che il nostro lavoro consiste nel conoscere un po’ di tutto, dalle trame dei manga non ancora usciti in Italia, ai metodi di conservazione degli albi da collezione. Probabilmente, se un lettore Marvel entrasse in una fumetteria piena di gadgets giapponesi e di manga a palate, la sua reazione sarebbe la stessa.

E poi bisogna vedere, a volte chi parla su Internet lo fa perché, ad esempio, il suo fumettaro di fiducia non gli fa più credito…


18) [Nanoda.com] Oramai è palese, anche gli editori non lo nascondono, che le fumetterie sono un vero e proprio crocevia sul destino di un titolo; un fumetto proposto pur atteso dai clienti comunque prima deve passare attraverso di voi, del vostro giudizio… convincervi. Possibilità di resi, cambi di magazzino, tutti sistemi per ravvivare il settore e l’offerta. È una politica vincente? Basta solo questo?
[A.Fu.I] Questo non basta, anche perché le promozioni che vengono fatte, spesso, sono promozioni solo “di facciata”. Quando per avere il proprio nome su Anteprima sia spesso necessario acquistare, a scatola chiusa, 50-80 copie di un manga, senza reso, con le informazioni frammentarie e partigiane di cui si diceva prima, questa sarebbe una promozione? Una fumetteria acquista una pubblicità su Anteprima pagando 60 euro, e con questi riceve in cambio 60 copie della rivista. Perché dovremmo sentire il bisogno, spendendo alla cieca altri soldi, di comparire in più parti della stessa rivista?

Un editore che CREDA nel proprio lavoro, che ci creda abbastanza da investire tempo (non solo denaro) per promuovere i propri albi, deve lavorare sulla comunicazione. Non deve convincerci, non siamo bambini viziati che vogliono il gelato all’ora sbagliata, ma deve metterci in condizione di capire per quale motivo, tra le molte proposte, dovremmo puntare sulla sua. Perché dovremmo credere nell’ennesima serie, convincerci che non finirà anche questa nell’enorme dimenticatoio del fumetto italiano, perché dovremmo investire noi denaro in una proposta nella quale l’editore per primo non investe in promozioni che non ci “allettino”, ma ci diano la possibilità di esporre e promuovere i prodotti. Perché in Italia, quando si parla di “conto vendita” o di “reso”, nell’ambiente del fumetto fanno tutti finta di non capire?

19) [Nanoda.com] Quali sono le vostre “ricette” e quelle che vorreste sentirvi dire?
[A.Fu.I] L’unica ricetta possibile è quella della cooperazione, dall’autore all’editore, dalla distribuzione alla libreria. E questa cooperazione deve avere come scopo la realizzazione di iniziative che servano a promuovere la lettura, ad allargare la base, a dare visibilità ad un linguaggio che noi tutti amiamo, allo scopo di poter ingrandire e consolidare, soprattutto in questo periodo delicato, il movimento del fumetto italiano.

20) [Nanoda.com] Conto vendita. Mesi fa la Star Comics aveva ipotizzato l’adozione di questo sistema anche per le fumetterie. Perché non se ne è fatto più nulla? Potete chiarire la situazione? C’è possibilità che se ne parli in futuro?
[A.Fu.I] Non credo che questa domanda dobbiate farla a noi. Noi abbiamo ricevuto una comunicazione in cui si annunciava l’inizio di questa sperimentazione, e poco dopo ne abbiamo ricevuta un’altra in cui ci avvisavano che il progetto era sospeso. Se volete dei retroscena, chiedeteli a Star Comics.
Sicuramente, quello che posso affermare, è che le fumetterie, a differenza di quello che è stato detto, non hanno il potere di far cambiare idea ad un editore o distributore.

21) [Nanoda.com] Le vendite online, magari degli stessi editori, il futuro prossimo delle letture online e su cellulare, possono essere il colpo di grazia o il “bello di maneggiare la carta” è insostituibile?
[A.Fu.I] La situazione si può evolvere in entrambi i sensi, per questo è indispensabile avere continuamente il polso della situazione, e per noi, come per editoria e distribuzione, diventerà sempre più importante collaborare per evitare di fare la fine dei negozi di dischi e, di recente, delle videoteche, sacrificate sull’altare del progresso e del download più o meno legale.

23) [Nanoda.com] Quanto è calato il mercato rispetto a 4/5 anni fa?
[A.Fu.I] Non abbiamo statistiche a riguardo che possano avere valenza su scala nazionale: dovreste parlarne con i distributori.

24) [Nanoda.com] Poniamo il caso che domani finisce Naruto, e magari anche One Piece. Una situazione del genere sarebbe sostenibile?
[A.Fu.I] È finito anche Sandman, Preacher, è morto Capitan America, ha chiuso John Doe (per fortuna temporaneamente)… eppure sia noi che l’editoria siamo ancora qui, scongiuri facendo.
La verità è che anche vendendo centinaia di copie, il guadagno della fumetteria su un manga da 3 euro e 90 è una cifra che da sola non risolve nulla.

E al di là del best seller sporadico, lavorare per abituare i clienti alla lettura è un ottimo modo per esorcizzare queste paure ataviche, perché un cliente che legge, esattamente come accade in libreria, appena chiuso un libro sentirà la necessità di leggerne un altro, appena terminato di affrontare un autore desidererà scoprirne uno nuovo. O nella tua domanda è contenuta l’affermazione che, dopo One Piece e Naruto, c’è il nulla?

– 24b) [Nanoda.com] Non c’è nulla non nel senso di qualità, c’è l’universo, ma nel senso delle vendite. Vedendo un po’ i discorsi che si fanno e qualche classifica di vendita, nel settore manga, che abbiamo pubblicato anche noi, vendita in fumetteria, si vede che tolti 4 o 5 titoli da oltre 15000 copie c’è un abisso con il resto delle offerte, che magari stanno tra le 1500 e le 5000 copie. Mi sbaglio?
Non sbagli.
Però, se non ricordo male, la prima serie di Dragonball faceva “numeri” ancora maggiori, quando uscì. Poi terminò, eppure siamo ancora tutti qui, il fumetto esiste ancora e le proposte in fumetteria, come abbiamo avuto modo di dire già prima in questa stessa intervista, aumentano a vista d’occhio.
Non so se o quando arriverà il “nuovo Naruto”, ma credo che sarebbe preoccupante dover vivere aspettando con angoscia la fine di quei 4-5 titoli che dici tu come si attende la fine del mondo.

25) [Nanoda.com] Un altro terreno scottante è quello dei rialzi dei prezzi. Come funziona?
Poniamo che il fumetto XXX dell’editore YYY oggi subisca un aumento di 1 euro. Nelle fumetterie ci saranno degli arretrati acquistati al prezzo originale minore. Anche quelli vengono aumentati o mantengono il prezzo di prima?

[A.Fu.I] No, in teoria no. E’ chiaro che, se una fumetteria lavora su grandi numeri, ci possono essere albi che sfuggono al controllo serrato del negoziante.
Ed è altrettanto chiaro che, se l’editore YYY segnalasse gli aumenti di prezzo direttamente sugli albi, questo genere di problemi sarebbe automaticamente risolto.

26) [Nanoda.com] E con i cosiddetti volumi esauriti? Ritenete lecito il mercato dei fumetti rari a prezzi decuplicati?
[A.Fu.I] Non possiamo farci nulla se un albo esaurito va a finire in fiera o su eBay a prezzi stratosferici, è la domanda che crea l’offerta e stabilisce il prezzo. E se una fumetteria si ritrova in possesso di un albo esaurito, è chiaro che cercherà di capitalizzare questo ritrovamento, a patto che il prezzo del volume in questione rimanga entro i limiti del mercato. Quello che non dovrebbe accadere, e che spero non accada nelle fumetterie AFuI, è che vengano bollati come “esauriti” e “introvabili” albi che sono perfettamente reperibili sul mercato. Purtroppo sappiamo che questo genere di cose accadono, e un comportamento del genere, anche se da parte di pochi, rischia di gettare discredito sull’intera categoria, bollando come “bottegai” anche i librai che cercano di fare il loro mestiere con serietà, impegno e passione.

Il rovescio della medaglia, per contro, è quello delle svendite che spesso si trovano in fiera: laddove gli albi rari vengono venduti a prezzo maggiorato (ma attenzione, spesso dagli stessi acquirenti, e non necessariamente dai negozianti), capitano spesso editori che svendono il proprio catalogo in fiera, a prezzi con cui le fumetterie non possono competere, e talvolta questo accade anche con le novità appena uscite (soprattutto a Lucca Comics dove le Nuove uscite sono molteplici). Questa, di fatto, è una sleale concorrenza di editori (e a volte distributori) nei confronti dei loro stessi clienti finali.

27) [Nanoda.com] Avete mai pensato anche voi al mercato dell’usato? Ritirare fumetti in cambio di buoni acquisto sul nuovo ad esempio… fumetti, collezioni complete, rivendute e prezzi bassi… questo non sarebbe un guadagno e una fidelizzazione nello stesso tempo?
[A.Fu.I] Dipende comunque e sempre da cosa si ritira, quali sono le condizioni degli albi e quale la loro rivendibilità. Comunque, alcuni di noi lavorano già in questo senso, sia ritirando con scambio di merce, sia pagando il materiale usato in contanti.

28) [Nanoda.com] Sapreste dirci quali sono i 3 manga più venduti (come titolo non come numero), e i 3 maggiori flop, degli ultimi anni? Non siate timidi che gli editori non si arrabbiano…
[A.Fu.I] Credo che i bestseller li conosciamo tutti, da Death Note a Naruto, a One Piece, a Fullmetal Alchemist, a Bleach… il flop è un concetto relativo, spesso dipende dalla fumetteria. Diciamo che, se si guarda bene alla storia editoriale di questi ultimi anni, quali sono i flop si intuisce facilmente…

29) [Nanoda.com] C’è qualcosa che vorreste dire ai lettori di fumetti del 2010?
[A.Fu.I] Prestate attenzione ai prodotti che acquistate, e scegliete con cura sia le serie da leggere, sia i negozi dove acquistare: spesso si tende a considerare il mondo del fumetto con accezioni negative per semplice sfortuna, perché si finisce ad aspettare per anni l’uscita di un titolo scomparso, o perché si capita “nelle grinfie” di negozianti che non fanno il loro lavoro come dovrebbero. Privilegiate la qualità.

E poi, naturalmente, crescete e moltiplicatevi! 😉

30) [Nanoda.com] Potreste darci i vostri riferimenti internet?
[A.Fu.I] Certamente. Il sito è www.afui.it, per parlare con noi potete scriverci a info@afui.it o a ufficiostampa@afui.it