Yoshiyuki Tomino: intervista al Foreign Correspondents’ Club of Japan – seconda parte

Intervista a Yoshiyuki Tomino del 7 luglio, in occasione del Foreign Correspondents’ Club of Japan. Questa volta potrete leggere le varie domande e risposte dirette che sono state fatte al maestro giapponese.

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Questo articolo segue a Yoshiyuki Tomino – intervista al Foreign Correspondents’ Club of Japan, prima parte

Informazioni importanti prima della lettura:

  • Il testo dell’intervista è stato tradotto a partire da una trascrizione inglese. Poiché l’originale giapponese non è risultato disponibile, e quindi non verificabile, è possibile che la traduzione italiana riporti errori derivati dalla trascrizione inglese.
  • La traduzione italiana è a cura di Gualtiero ‘Shito’ Cannarsi in esclusiva per Nanoda.com. Se ne autorizza la riproduzione strettamnente parziale e citazionistica previo inserimento di link a questa pagina. La riproduzione integrale del testo non è in nessun caso consentita senza esplicita autorizzazione dell’autore e di Nanoda.com.

DOMANDA 1:

Vorrei rivolgerLe una domanda molto concreta sull’industria dell’animazione. Un sacco di animazione è stata esternalizzata in Corea e in Cina, fuori dal Giappone. Lei crede che l’età dell’oro dell’animazione giapponese sia finita, e che in futuro l’animazione dalla Cina o dalla Corea o da altre nazioni eclisserà l’animazione giapponese? Lei pensa che questa industria, in un certo senso, scomparirà?

RISPOSTA 1:

Devo incominciare scusandomi. Di mio, è raro che io guardi degli anime, quindi per me è molto difficile dirvi quale sia la situazione corrente. Comunque, la situazione che Lei ha descritto… ho come la sensazione che sia probabilmente vera, ma in dettaglio non saprei. Tutto quello che posso dire è che il processo creativo in Giappone sta ovviamente mostrando un declino. Detto ciò, comunque, io non penso che questa tendenza discendente continuerà per sempre. Alla fine avrà un arresto.

Negli ultimi anni, ho lavorato come uno dei giudici in un festival di arti mediatiche. Sono molto coinvolto nel vedere le opere di studenti, quindi ho un’idea su cosa la generazione corrente sta facendo nei riguardi del mondo dell’animazione.

Non so se questo risponderà alla Sua domanda, ma io penso che il mezzo espressivo degli anime sia entrando nella zona-pericolo. Quel che intendo dire con questo è che dando uno sguardo ai giovani, vedo che c’è una forte tendenza ad abbandonare il lavoro di gruppo per focalizzare le loro energie sulla creazione di progetti individuali e a lavorare solo in proprio. Credo che, fondamentalmente, il processo creativo di un film, si tratti di un film animato o di qualsiasi altra cosa, sia di base uno sforzo di gruppo. Adesso tra i giovani c’è una tendenza a scartare o disprezzare i lavori degli studi, e questo non è un buon trend.

In merito alla tua osservazione sulla Cina e la Corea del Sud, noto che queste industrie stanno ricevendo grandissimo supporto dai loro rispettivi governi. Come risultato, osserviamo uno scoppio di creatività. In altre parole, la vediamo porsi in un nuovo contesto. Stiamo assistendo alla crescita di nuovo talento. Stiamo assistendo al riversarsi di grande interesse in nuovi generi. Stiamo assistendo a questo genere di considerevoli risultati, e di conseguenza, dal punto di vista giapponese, stiamo fronteggiando una tremenda minaccia da queste nazioni.

Fondamentalmente, quanto a queste tradizioni, c’è una difficile sfida si trovano ad affrontare. E’ una questione tecnologica. Per esempio, io credo si faccia eccessivo affidamento e dipendenza dal lavoro digitale in computer graphic. Credo che il cuore della cinematografia venga davvero dal lavoro di gruppo e dal lavoro in studio, e poiché si fa così grande affidamento sulla tecnologia e non sullo sforzo umano di gruppo, il tipo di risultato che si osserva non ha i ricchi contenuti visivi che potrebbero essere possibili, e penso che questo sia qualcosa con cui queste nazioni avranno a che fare.

A riguardo della tecnologia digitale, vorrei fare un’altra osservazione. Molti di voi concorderanno con me che guardando i maggiori successi di Hollywood, questi tendono a non essere tanto interessanti. E la ragione di ciò è che c’è un eccesso di affidamento e abuso della tecnologia digitale.

Guardando alla Corea del Sud, alla Cina, a Hong Kong o a Taiwan, dato che la loro industria cinematografica si è sviluppata più tardi che negli Stati Uniti, loro hanno semplicemente iniziato tutt’a un tratto a incorporare tecnologia aggiuntiva. Ne sono completamente sopraffatti, ci si sono completamente persi e nella maniera più positiva, la stanno apprezzando moltissimo. Ma in conseguenza dell’essere ubriachi di tecnologia digitale, hanno come dimenticato le più fondamentali regole e concetti dietro alla cinematografia. Di conseguenza, credo che con l’andare del tempo le loro opere saranno meno interessanti, da un punto di vista cinematografico. Ma questa non è una critica per quelle nazioni, perché Hollywood è già caduta in questa trappola. Il Giappone è già caduto in questa trappola. Credo ci siano dei pericoli intrinseci all’affidarsi eccessivamente alla tecnologia digitale.

In effetti, potrei andare avanti sulla faccenda per un bel po’, ma non so quanto profondamente voi siate al corrente di queste questioni. In ogni caso, dato che ho un tempo limitato concluderò qui la mia osservazione.