Freesia

In un Giappone alternativo sconvolto da lunghi periodi di guerra il diritto è mutato tornando al vecchio codice di Hammurabi dell’ “Occhio per Occhio e Dente per Dente”.

Se qualcuno uccide una persona i suoi amici, familiari hanno il diritto legale di assoldare qualcuno che uccida a sua volta l’assassino, sotto l’egida dello stato centrale. A sua volta il governo permette al criminale di assumere una guarda del corpo per potersi difendere dai killer professionisti.

Lo scontro non è casuale: si sceglie una data e un luogo che viene transennato e se ne esce solo chi sopravvive.

Kano, il protagonista, è uno di questi killer professionisti. Reso totalmente incapace di provare emozioni da un addestramento speciale avuto durante i tempi del servizio militare, accetta senza cura di sé tutte le missioni.

Oltre a abilità fisiche da combattimento i giorni bui nell’esercito hanno lasciato in lui anche numerosi problemi psicologici, rendendolo una persona imprevedibile e contorta, senza una personalità unica definita.

Originale è il modo con cui Freesia è disegnato: uno stile che ricorda i tratti ‘BIC’ di Blame!, una bozza più che un disegno finito, graffiante nei tratti ultra plastici e dinamici. Uno stile particolare che può anche far storcere il naso nell’impatto ma che ha un suo perché e una sua bellezza.

Lo sviluppo psicologico dei personaggi fatto da Matsumoto è decisamente profondo: complessi nella loro rappresentazione presente frutto delle esperienza passate. Tutti sconvolti nel profondo da problemi che sfaccettano la loro personalità in maniera da renderla di difficile comprensione immediata. Questa è anche la parte dove zampilla più profondamente la violenza che pervade l’atmosfera di questo manga.

Allo stesso modo è accurata la descrizione dello scenario societario su cui le vicende ruotano. Le sue leggi, le sue corruzioni, le sue deformazioni, il suo razzismo spietato, tutto è preciso e concorde nel complesso.

Si potrebbe assimilare a Battle Royale sia per la crudezza narrativa sia per il modo di criticare i problemi reali di una società corrotta ricorrendo a iperbolizzare la violenza.

Per i contenuti è stra consigliato a un pubblico maggiorenne.