Nemici

Nemici

DICEMBRE 1810
Il cielo scuriva a oriente mentre un uomo alto percorreva le vie tortuose del Portogallo. Vacillava leggermente, come se avesse reso troppo onore all’ottimo vino di quel paese. L’ ala del cappello nero a larga testa gli nascondeva la parte superiore del viso e un impolverato mantello nero gli ondeggiava attorno alla caviglia.
-Mi sembri ubriaco Kit bevi per dimenticare?-chiese una donna dai folti capelli rossi. Era nascosta nella penombra. A mala pena l’uomo, la riconobbe solo quando mosse un passo in avanti illuminata dai pallidi raggi della luna, il biondo disse:
-Victoria!in effetti, bevo per dimenticare, ma tu non fai altro che saltare fuori- poi i suoi occhi color ghiaccio vagarono sul suo viso e sul suo corpo perfetto.
-Mmm ma lo sai che con i capelli rossi,sei una bomba?-
-Sai perché sono qui vero?cambiò discorso lei.
-Oh ma certo che lo so. Me lo chiedi ogni volti…cosi mi offendi!Che cosa credi che o poca memoria?il sospiro di frustrazione poi continuò -Non sei stanchi?ormai sono anni che non fai altro che rincorrermi, ogni volta….-.
La donna estrasse dalla manica dell’abito un coltello con il manico di legno con le sue iniziali Victoria Garden. L’uomo non si mosse di un millimetro, anche se la donna aveva intenzioni minacciose.
Sì avventò con tutta la rabbia che aveva in corpo o per meglio dire con tutta la rabbia che aveva accumulato in quegli anni, colpendolo al cuore. Kit si accasciò a terra toccandosi la ferita, glia angoli della bocca si alzarono all’insù.
-Questo non e un addio e tu lo sai bene Victoria ci rivedrà…-disse con un filo di voce, un ultimo respiro poi buio….

GENNAIO 1925
A fargli compagnia c’era quell’unica candela che illuminava debolmente la stanza della locanda e per passare il tempo stava leggendo un libro né anche il tempo di girare la settima pagina che bussò alla porta. Si alzò dalla sedia e si diresse alle porte facendo scattare la serratura poi ritornò alla sua postazione e continuò a leggere il suo libro.
La porta si spalancò.
-Sai benissimo perché sono qui vero?-chiese chiudendosi la porta alle spalle per poi appoggiarsi al tavolino proprio accanto a lui,incrociando le gambe con aria arrogante.
-Sei monotona Victoria…guardati sei di buon a famiglia,domestici che ti servono cos altro vuoi?-chiese chiudendo il libro rassegnato che non lo avrebbe letto.
-Tu sai bene cosa voglio…la mia rabbia sarà placata solo con la tua scomparsa-estrasse il coltello dal manico di legno.
-Se continuerai cosi la tua rabbia non si placherà mai!…ma so io cosa fare….quando ci rivedremo…chi sa quando chi sa dove….tu non avrai il coraggio di colpirmi con quel dannato pugnale che ti porti dietro-si alzò di scatto dalla sedia e avvicinandosi a lei continuo-Perché sarai pazza di me e questa sarà la mia vedetta-
-Oh Kit sei cosi sadomasochista?,mi viene da ridere,solo il fatto che tu abbia pensato ad una cosa cosi assurda….visto che io ti odio!non succedere mai.,..mai!-lo spinse da lei facendolo cadere a terra poi si mise a cavalcioni su di lui.
-Questo non e un addio e tu lo sai bene Victoria,ci ri vedremo….-
-Sei monotono Kit-poi la donna esitò per un minuto,che diede il tempo a Kit di ribaltare la situazione baciandolo con passione,sapendo perfettamente che quel gesto avrebbe mandato su tutte le furie Victoria….perchè lui conosceva bene Victoria!

OGGI
Goccia dopo goccia,ricadevano sulla pelle morbida di Lois scivolando sui seni e enfadizando le curve dei suoi fianchi. Con le dita affusolate e ben curate apri il portello della doccia. Usci avvolgendosi nell asciugamano di spugna che la copriva mala pena.
A piedi nudi si diresse in camera sua lasciando il bagno in disordine. Una sensazione strana la fece girare di scatto verso la porta d ingresso.
Un ragazzo dallo sguardo penetrante la studiava in mano le chiavi di casa.
-Tu…sei …Lois?-chiese scettico.
-Si e tu chi sei? Cosa ci fai con le chiavi di casa mia?-domandò inarcando il sopracciglio.
Pelle bianca,capelli biondi,occhi verdi ,gambe chilometriche, labbra carnose e rosee questa era Lois Woodley. La descrizione che aveva fatto sua madre non le dava affatto giustizia.
Immaginava una ragazzina con colzettoni e un paio di codini, insomma una scuolaretta.
-Ho trovato le chiavi sotto il tappeto….e sono entrato-Il ragazzo scoppiò in una risata,divertito dall espressione della bionda.
-Stavo scherzando…me le ha date tua madre,mi ha chiesto di tenerti d occhio in sua assenza-
-Grazie ma non ho bisogno di una babysitter,so cavarmela da sola non mi serve il tuo aiuto…-si interruppe non conoscendo il suo nome.
-Christian per gli amici Chris-
-Christian,quindi puoi tornare da dove sie venuto-
Il ragazzo si diresse verso di lei con una strana luce negli occhi,un pizzico di divertimento che Lois non colse.
Christian da vicino era davvero bello,occhi azzurro chiaro cosi di ghiaccio,capelli neri labbra perfette ,spalle larghe,ma non toglieva il fatto che non gli piaceva come la guardava. Forse avvolta in una micro asciugamano non aiutava di certo,quindi con le mani tirò l asciugamano cercando di coprirsi il più possibile.
-Ti preferivo rossa-gli sussurrò una volta avvicinatosi a lei.
In quel momento entrò la madre di Lois con due buste…aveva fatto shopping.
-Oh come vedo vi siete conosciuti,grazie Chris per avergli detto che ero uscita-poi rivolta alla figlia disse-Lois guarda cosa ti ho comprato?-apri la busta estrasse una maglia a maniche corte e una gonna a scacchi rossa e nera della Vivenne Westwood.
Si accorse che Chris la stava osservando…quel ragazzo aveva qualcosa di familiare ma dove lo avevo visto? incrociando i suoi occhi si accorse,anche se lo conosceva appena, che era attratta da lui…