Cap 1

Cap 1

Era solo la terza ora di lezione che seguiva ed erano passati meno di due mesi da quando era entrato all’università…

Light guardava cadere i petali dei ciliegi in fiore dalla finestra della sua aula domandandosi, ancora una volta, se la decisione di seguire le orme di suo padre fosse la più giusta da prendere…Soichiro Yagami, il grande ispettore di polizia. Il suo sogno era quello di eguagliarlo e proprio per questo era entrato nella migliore università di Tokyo con il massimo dei voti. Ma ultimamente i suoi propositi avevano iniziato a vacillare di fronte all’inefficienza della polizia e i suoi dubbi si erano concretizzati con la liberazione di Yamakawa Oshita, un criminale sospettato dell’uccisione di alcuni ragazzi e rilasciato per mancanza di prove. Secondo le notizie riportate dai telegiornali le vittime venivano violentate e torturate per diversi giorni e in seguito bendate ed uccise senza pietà. Come poteva la giustizia rilasciare un criminale tanto pericoloso? Di sicuro doveva avere agganci molto potenti…

Già…la legge era corrotta… E se fosse diventato un ispettore? Lo sarebbe stato anche lui? Come avrebbe potuto evitarlo?

Questi dubbi lo tormentavano, cosa poteva fare per cambiare le cose? Ma soprattutto…era davvero possibile cambiarle?

Mentre continuava a porsi queste domande non si accorse del suono della campanella che annunciava la fine della lezione.

“Light! Light!”.

“Mhh? Oh! Kiachi…scusa ero distratto, quando sei arrivato…?”.

“Ora… Accidenti a te! Sei così bravo che puoi anche permetterti di distrarti, ti invidio sai?”.

“Mphf ma che dici…? Scemo…”.

L’altro gli fece una linguaccia e poi continuò:

“Ascolta, io sto andando in biblioteca vuoi venire?”.

Tuttavia in quel momento l’attenzione di Light fu attratta da un oggetto scuro che vide cadere fuori dalla finestra . Non riuscì ad identificarlo poiché lo notò con la coda dell’occhio ma, incuriosito, decise di uscire in cortile per scoprire di cosa si trattasse e quindi decise di salutare in fretta l’amico.

“No, oggi non posso mi dispiace. Ho già un appuntamento nel pomeriggio. Mi raccomando studia e non partire con buoni propositi che poi si perdono per strada come al tuo solito” e, nel pronunciare quelle parole, non riuscì a trattenere un sorriso. Poi, distogliendo lo sguardo, in tutta fretta si diresse verso l’uscita dell’aula.

“Certo! Parli bene tu che hai il massimo dei voti in tutte le materie!” gli gridò dietro Kiachi che subito dopo lo vide sparire.

Imboccato il corridoio Light scese velocemente le scale e si diresse verso il cortile interno dell’università, arrivò fin sotto la finestra dell’aula dalla quale era appena uscito e, poco lontano nell’erba, notò un quaderno…

‹‹ Accidenti! A chi diavolo può venire in mente di gettare un quaderno dal terrazzo? ›› si chiese mentre si avvicinava.

Fece per raccoglierlo ma si arrestò ed ebbe un brivido lungo la schiena poiché sulla copertina lesse a chiare lettere le parole DEATH NOTE…

‹‹ Sarà uno scherzo di cattivo gusto ›› pensò, tuttavia la curiosità prese il sopravvento e una volta raccolto lo aprì cominciando a leggere a leggere…

– The human whose name is written in this note shall die.

‹‹ La persona il cui nome sarà scritto in questo diario morirà.››

– This note will not take effect unless the writer has the subject’s face in their mind when writing his/her name. Therefore, people sharing the same name will not be affected

‹‹ Questo diario non ha effetto se lo scrittore non ha in mente la faccia del soggetto in questione quando scrive il suo nome ››.

– If the cause of death is written within 40 seconds of writing the subject’s name, it will happen.

‹‹ Se la causa della morte viene specificata entro 40 secondi da quando viene scritto il nome del soggetto, quanto scritto si avvererà ››.

– If the cause of death is not specified, the subject will simply die of a heart attack.

‹‹ Se la causa della morte non è specificata il soggetto morirà per un semplice infarto ››.

– After writing the cause of death, the details of the death should be written in the next 6 minutes and 40 seconds.

‹‹ Dopo aver scritto la causa di morte, ulteriori dettagli sulla morte stessa devono essere scritti entro i 6 minuti e 40 secondi successivi ››.

Light continuava a fissare quello strano quaderno nero riflettendo tra sé e sé:

‹‹ Davvero uno scherzo di cattivo gusto…certo che sarebbe bello se fosse vero… Ma che diavolo vado a pensare? Devo essere matto! Sarà meglio che torni a casa a studiare invece di soffermarmi su queste sciocchezze o rischio di far tardi all’appuntamento con Ryuzaki! ›› e così mise il quaderno nella borsa e si avviò.

Una volta rincasato notò che ancora non c’era nessuno, infatti era da ben due settimane che Soichiro, suo padre, non rincasava. Stava investigando su un caso molto importante: un serial killer.

La madre di Light, invece, era morta quando lui era da poco entrato al liceo, venne uccisa davanti agli occhi della sua famiglia da un criminale in fuga e questo episodio, a distanza di anni, rappresentava per lui e suo padre una ferita ancora aperta. Entrambi non riuscivano a perdonarsi il fatto di non aver potuto evitare quella disgrazia. Light a volte si domandava se non fosse solo quello il motivo che lo spingeva ad andare avanti nel suo intento di entrare in polizia.

Entrato nelle sua stanza, poggiò sulla sedia la borsa e prese i quaderni e i libri per poter studiare ma decise di lasciare il death note, pensando che era inutile starlo a tirare fuori visto che l’indomani ne avrebbe cercato il proprietario per restituirglielo. Una volta seduto alla scrivania iniziò a studiare noncurante della fame e senza badare al tempo che passava quando, ad un tratto, venne interrotto dal rumore del cellulare che squillava. Continuando a tenere lo sguardo incollato sui libri allungò il braccio per prenderlo ma quando rispose non fece in tempo a dire “pronto” che l’interlocutore dall’altra parte lo interruppe urlandogli:

“Che fine hai fatto?”.

“Ryuzaki? Sono a casa perché…?”.

“Stupido! Sono due ore che ti aspetto!”.

“Cosa?!” chiese e, guardando l’orologio al polso, accorgendosi che effettivamente l’ora dell’appuntamento era passata da un pezzo, continuò “scusa, stavo studiando e ho perso la cognizione del tempo…”.

“Come al solito…” rispose ironico l’altro.

“Adesso dove sei?”.

“In una caffetteria vicino al luogo del nostro appuntamento!”.

“Ok, arrivo aspettami lì”.

Riagganciando Light corse a prepararsi, fece tutto in fretta e quando finalmente fu pronto uscì. Mentre era per strada iniziò a piovere, ed avendo scordato a casa l’ombrello, giunto sul posto era bagnato fradicio ma, senza perdere tempo, entrò nella caffetteria dove subito iniziò a cercare l’amico con lo sguardo.

Era già trascorso un anno da quando Ryuzaki gli era stato presentato dal padre. In quel periodo stava collaborando con la polizia alla risoluzione di un difficile caso. Doveva ammettere che all’inizio non gli aveva fatto una buona impressione e, poiché lo aveva visto taciturno, trasandato e con lo sguardo perso nel vuoto, era venuto spontaneo pensare che non avrebbe mai avuto nulla a che spartire con lui. Tuttavia, dopo averlo incontrato un po’ di volte all’università e averci scambiato qualche parola, aveva iniziato a cambiare opinione e, stranamente, aveva cominciato a nutrire il desiderio di frequentarlo anche se non avrebbe mai dimenticato quanto restò colpito nel vedere una persona stravagante come lui prender parte alla cerimonia di presentazione all’università. Il detective si era iscritto per seguire i movimenti di uno studente sospettato di omicidio, Takamori Tsuna il quale, in seguito, si scoprì affetto da una sindrome di sdoppiamento della personalità. Era per questo che, malgrado i pedinamenti e gli sforzi, la polizia non riusciva ad incastrarlo. Infatti, sebbene tutti gli indizi portassero a lui, ogni volta che il ragazzo era stato fermato, nonostante le varie pressioni fattegli durante gli interrogatori, ovviamente si era proclamato innocente. Ritrovandosi con le mani legate l’ispettore Yagami aveva richiesto l’aiuto di Ryuzaki il quale, dopo aver accettato ed essersi infiltrato, non perse tempo. Si fece notare dal sospettato e, una volta entratoci in confidenza, quando Takamori tentò di ucciderlo lo arrestò risolvendo così un caso che andava avanti da mesi in poco meno di due settimane. Però, una volta portato a termine il lavoro, essendosi ormai iscritto all’università in cui studiava Light, decise che nel suo tempo libero avrebbe continuato a frequentarla dato che il ragazzo gli interessava non poco e così fece di tutto per attirare la sua attenzione. Cosa che fu piuttosto semplice grazie al suo modo di essere. D’altronde sarebbe stato alquanto difficile non notarlo a causa del suo modo di vestire e delle pose assurde che assumeva nel sedersi. Infatti, alla cerimonia d’inaugurazione del nuovo anno, nonostante l’importanza dell’evento, indossava una semplicissima maglietta bianca, dei jeans, scarpe da ginnastica e quando si sedeva teneva i piedi poggiati sul piano della sedia, le ginocchia strette al petto e si mordeva il pollice. A vederlo dall’esterno sembrava un ragazzo completamente fuori di testa anche se i suoi ottimi voti dimostravano il contrario tuttavia, conoscendolo meglio, Light scoprì che quelle pose, insieme all’enorme quantità di dolci che ingurgitava ogni giorno, gli servivano a concentrarsi o almeno questo era ciò che Ryuzaki affermava. Dato che entrambi erano stati ammessi all’università con il miglior punteggio questo contribuì non poco ad aumentare la sua voglia di avvicinarlo cosicché, parlandoci più approfonditamente, si accorse che era estremamente colto, intelligente, sveglio, deciso ma anche raffinato e per nulla saccente. Era un vero piacere confrontarsi con lui ed in breve tempo divennero ottimi amici. Venne così a sapere che, nonostante avesse solo ventidue anni, grazie alla sua intelligenza e alle migliori scuole private si era già laureato, che era un importantissimo detective e che continuava a frequentare l’università solo per il piacere di incontrarlo e ovviamente questo non aveva fatto che aumentare la stima che provava nei suoi confronti.

Quando finalmente lo ebbe individuato, Light gli si sedette di fronte con aria scocciata per via dei vestiti bagnati e, dopo averlo salutato, si scusò per averlo fatto aspettare. L’altro fu divertito nel vedere quell’espressione imbronciata e gli rispose con un sorriso, dopo di che iniziarono a ordinare. Ryuzaki, gustando la sua cioccolata calda, prese a ricordare il loro primo incontro e a quanto fosse stato immediatamente attratto da lui. In seguito, quell’attrazione fisica, era divenuta amore tuttavia, nonostante Light rifiutasse molti inviti per stare con lui, vedendo che era sempre circondato da splendide ragazze non aveva la certezza che condividesse i suoi stessi sentimenti e così aveva preferito tacerli pur di non rovinare la loro splendida amicizia.

I due discussero a lungo, come erano soliti fare, del più e del meno, soffermandosi sul fatto che quello fosse periodo di esami e che Light, come suo solito, era tranquillo e sicuro di sé. Poi passarono a parlare del nuovo caso di cui si stava occupando Soichiro ma subito il discorso cadde sul nuovo collaboratore che questi si era scelto, il giovane e inesperto Matsuda, del fatto che a quella indagine avrebbe dovuto dedicarsi Ryuzaki e che questi, però, aveva preferito rifiutare senza neanche chiedere i dettagli dato che aveva già accettato di occuparsi di un altro difficile caso. Ed era proprio a causa di quest’ultimo che le occasioni di incontrare Light, sia all’università che al di fuori di essa, si erano drasticamente ridotte cosicché, non appena trovava un momento libero, lo trascorreva con lui.

“Ryuzaki? Ehi! Mi stai ascoltando?”.

“Mh?…Scusa mi ero distratto…cosa mi stavi dicendo?” rispose l’amico il quale per un attimo si era lasciato rapire dal suo dolce.

“Ti ho chiesto se ti andava di finire il discorso a casa mia. I vestiti mi si sono praticamente asciugati addosso ma ho le scarpe ancora bagnate e non vorrei prendere un malanno. Tra l’altro non me lo posso permettere visto che, come ti dicevo, è periodo di esami!”.

“Ok però fammi prima ordinare un’ ultima fetta di torta…”.

“Anteporresti la mia salute ad un pezzo di torta?”.

“Si!” rispose Ryuzaki come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

“Tu…non ho davvero parole…” disse l’altro con voce rassegnata.

“Guarda che scherzavo…” rispose alzandosi e dirigendosi verso l’uscita.

Light colse l’occasione al volo e dopo aver pagato lo raggiunse. La pioggia era cessata, ma le nuvole non accennavano ad andarsene. Probabilmente di lì a poco ci sarebbe stato un secondo temporale. Camminarono in silenzio per molto tempo prima di arrivare a destinazione ma quando vi furono giunti Ryuzaki disse:

“Aspetta un momento” e, prima che l’amico potesse ribattere, si diresse verso la pasticceria all’angolo.

‹‹Mi sembrava strano che fosse uscito senza fare storie›› pensò l’altro che, con un sorriso, si apprestò a seguirlo.

Una volta entrati comperarono una torta di mele e qualche pasticcino, dopo di che, andarono a casa.

Aperta la porta Light si tolse le scarpe imitato da Ryuzaki che però, subito dopo, si diresse in cucina per posare i dolci. Nel frattempo il compagno ne approfittò per salire in camera sua, cambiarsi e, messosi degli abiti più comodi, lo raggiunse nuovamente. Insieme prepararono la cena, ovvero del semplice ramen precotto. Finito il pasto decisero di guardare un po’ di televisione quindi andarono in salotto dove Ryuzaki portò con sé quello che aveva comperato poco prima.

‹‹ Ma dove diavolo la metterà tutta quella roba? ›› si chiese Light guardando la figura alta e snella che gli si ergeva davanti e che si preparava ad ingurgitare tutto quello che era sul tavolo.

“Qualcosa non va?” chiese l’oggetto dei suoi pensieri.

“No…no figurati, mi domandavo solo dove pensi di mettere tutta quella roba…”.

“Lo sai che sono goloso…piuttosto…Soichiro non c’è?”.

“No…come ti avevo accennato prima è alle prese con il caso che hai rifiutato. Saranno ormai due settimane che non rincasa…”.

“Mhhh capisco…purtroppo a causa delle mie indagini non ho avuto modo di interessarmi alla faccenda né di dare una mano, me ne vuoi parlare?”.

“Sfortunatamente non avendo avuto molte occasioni di vedere mio padre, non conosco bene le dinamiche ma pare che uno yakuza di alto rango sia stato trovato sgozzato in un bagno del night club che era solito frequentare. La polizia sospetta di un uomo, “Kawabata Hinou” il quale perse la moglie e i due figli, di sei e undici anni, proprio per mano dello yakuza. Una questione di strozzinaggio. Fortunatamente non hanno abbastanza prove per incriminarlo, solo che, essendo la vittima un pezzo grosso, ora la polizia ha paura di una guerra per prendere il suo posto all’interno del clan mafioso”.

“Mh…fortunatamente dici?” ripeté Ryuzaki leccandosi un dito sporco di gelatina.

“Si, Kawabata ha solo vendicato la sua famiglia. Per non parlare del fatto che ha tolto di mezzo un pericoloso assassino che la polizia non poteva incriminare date le sue collusioni con importanti politici”.

“Non credo che sia comunque ammissibile. Un omicidio resta tale anche se ha delle attenuanti!”.

“Non definirei una semplice attenuante la strage della tua famiglia!”.

“Tu non sei obbiettivo…ma è comprensibile dopo quello che è successo a tua madre…”.

“Non una parola di più!” lo interruppe bruscamente Light.

Tra i due calò così il silenzio che, fortunatamente, venne interrotto poco dopo dal rintocco dell’orologio che segnava la mezzanotte…