Verità

Verità

Dopo lunga e periosa malattia ci sono riuscito!!! Ecco la mia nuova fan-fic! Sono 4 capitoli dove le storie si intrecceranno tra loro.
Questo è un tributo ai personaggi di Gravitation a volte dimenticati dalle folle!! spero di riscire a allegarla bene stavolta e che naturalmente vi piaccia!! ^^

tutti i personaggi non sono di mia invenzione ma dell’ autrice Maki Murakami e è lei a possederne i diritti.

Noi vediamo con gli occhi, ma a volte la mente contorce ciò che per lei è insopportabile, creando verità fittizie.

Non è detto che ci rendano felici, però ne siamo dipendenti e ci accontentiamo.

Vero Tohma?

Shuichi correva come un lampo per i corridoi della NG. Batté contro oggetti e persone, lungo la strada fu salutato dai suoi amici Hiro, Fujisaki e Ryuchi ma lui li ignorò completamente.

Si buttò letteralmente nell’ufficio di Seguchi Tohma, il presidente della NG, nonché il famosissimo tastierista dei Nittle Grasper, la band più seguita del Giappone.

Lo riconobbe subito: il cappello in testa, il suo completo scuro e il giubbetto pieno di fronzoli, in piedi di fronte all’ enorme finestra dove si specchiava il suo riflesso, con quella espressione di totale e certa superiorità in confronto di tutti gli altri esseri umani.

Osservando quella faccia riflessa Shuici provò una sensazione di disgusto e ancora affannato esclamò – L’hai fatto di nuovo! –

Tohma si voltò lentamente, camminò con una precisione perfetta, arrivò al centro della stanza, superando Shuici senza mai guardarlo e poi bisbigliò – Cosa stai cercando Shindou? – la furia del ragazzo esplose – Non parlarmi come fossi un bambino Tohma! Lo sai benissimo di cosa parlo, bastardo che non sei altro! Ti sei di nuovo messo in mezzo tra me e Yuki! –

Tohma rispose con il suo solito sorriso – Ho fatto solo la cosa giusta da fare-

Il giovane cantante lo prese per una spalla e lo portò faccia a faccia a lui – La cosa giusta da fare era dirmi che Yuki si trovava in ospedale!-

Seguchi tornò con la mente a ieri, quando, mentre attraversava la strada con Yuki, un pirata della strada lo aveva preso in pieno, lasciandolo sulla strada come uno straccio.

Immediatamente Tohma aveva chiamato soccorsi e all’ospedale i medici diagnosticarono solo una frattura alla gamba.

– Grazie a dio! Yuki te la sei cavata con poco, non sai che spavento che ho preso – Yuki – Tohma avverti tutti, anche Shuichi –

Tohma chiamò tutti, Mika e Tatsuha, ma quando toccò a Shuichi non compose neanche il numero.

Il presidente si staccò dal ragazzo – Non ho ritenuto importante avvertirti – – Stronzate! Tu non mi hai voluto tra i piedi, come sempre! –

Shuici lo fissava dritto negli occhi, sembrava volesse entrargli dentro la testa attraverso quello sguardo incredibilmente calmo.

Ma come fa? Come crede di aver ragione? Non capisce che nega l’ evidenz…

Tohma si sedette sulla poltrona – Ora, Shindou, esci di qui che ho meglio da fare che ascoltare i piagnistei di un poppante! –

Il presidente notò che il ragazzo aveva abbassato la testa, come se stesse pensando agli ultimi avvenimenti, ma la rialzò subito mostrando uno sguardo pieno di energia, la stessa che aveva mentre cantava – Ho capito. –

Nello stesso istante entrarono Mika e Tatsuha.

Mika – Shuici! Tohma! Che sta succedendo qui? Tatsuha mi ha chiamato appena Shuici è partito per la NG dicendomi che era successo, come di prassi ormai, un casino fra voi, ma ora voglio sapere – Toh,a rispose diretto a Shuici senza neanche pensare alla moglie e al giovane fratello di Yuki – Cosa avresti capito Shindou? – – Ho capito perché non ci lasci in pace. Perché tu non hai pace –

La parola “pace” rimase come a galleggiare nell’aria, echeggiando il suo significato nelle orecchie di tutti i presenti, distribuendo reazioni diverse.

Tatsuha si appoggiò alla porta, mika sospirò – Shuici no.. – il ragazzo dai capelli fucsia stava attendendo una risposta.

Poi Tohma scoppiò in una risata lunghissima – Oh Shindou, ora sei davvero ridicolo, arrivi anche a credere di sapere come mi sento? –

Shuici urlò – Basta fingere Seguchi Tohma! So che non ti perdoni per quello che ha fatto Kitazava! –

Tohma si paralizzò completamente, quel nome lo colpì come un proiettile sulla testa.

– Tu soffri dentro perché ti ritieni responsabile! Vuoi mantenere il controllo su Yuki, per non permettere che ricapiti quell’ errore. –

Tohma – Io non soffro affatto, mi sono preso le mie responsabilità – e per la prima volta, la sua voce tradì le sue parole.

Shuici riprese il suo discorso – Kitazava fu la più orrenda sorpresa della vita di Yuki e della tua, la sua follia non portò solo alla sua morte, ma causò effetti che si sono prolungati fino ad ora. Ma perché vuoi che ti perseguiti ancora? – Tohma si lanciò addosso a Shuici con una velocità animale, caddero a terra e mentre la bombetta del presidente volava sopra di loro, lui, furioso, urlò – Cosa sei tu?! Cosa sai tu!? Hai mai avuto qualcuno che si fidava di te? Hai mai sostenuto un peso del genere? NO! – Mika si avvicinò a loro decisa a fermarli ma Tatsuha la bloccò dicendo – Sorellina, sai meglio di me che non sono affari tuoi stavolta. Shuici riuscirà ad aiutare tuo marito, come con nostro fratello.

Mika si morse un labbro. Aveva ragione, bisognava stare a guardare.

Shuici – TU NON SEI SUO PADRE TOHMA! – calciò tohma lontano e rimaste in ginocchio – Non sei nessuno –

Tohma restò per terra, come una carcassa, Shuici si alzò – Ora Yuki non è più solo, ha me. E insieme ce la faremo. Se tu vorrai esserci vicino come amico, ti apriremo tutte le porte, altrimenti noi andremo avanti. La scelta è la tua. –

Il ragazzo si avvicinò a Tatsuha – Tatsuha, potresti accompagnarmi a casa? Sono venuto a piedi fin dall’ ospedale… – – Certo Shuici! Andiamo. –

Rivelare la verità è come togliere da una parete tutti i suoi strati di vernice. Rimane il bianco pieno delle vecchie imperfezioni, delle macchie, delle righe di colori, in perfetta visione.

La cosa bella è scoprire che tutto quel caos ci piace e, in fondo, non c’è niente che vada male.

Mika si accovacciò vicino Tohma e appena lei gli accarezzò la schiena, lui si girò di scatto, abbracciandola, anzi, reggendosi a lei.

– Mika, non sono nessuno! Yuki potrebbe andare avanti senza di me, perché, perché? –

Le lacrime di Tohma scendevano come cascate, sprofondando lungo i capelli della moglie – Perché per me non c’è possibilità di guarire? Morirei se rimanessi l’ ultimo a soffrire di questo fardello!! Perché a me non è concesso di dimenticare il dolore? –

La donna disse – Tohma, la tua voglia di controllo ti ha portato a non poter sfogare il tuo dolore, anzi, ti ha reso una spugna, che ha assorbito il dolore degli altri, rendendolo tuo – lo sollevò, portandolo viso a viso con lei – Non puoi controllare tutto ciò che accade per impedire ai tuoi cari di soffrire, l’ unica soluzione è di stare vicino a chi ami ed essere più fedele e leale possibile. –

Tohma si strinse di più a Mika – Cara, mi dispiace. Non posso essere definito il più presente dei mariti. – Mika rise – Tu mi piaci perché sei indipendente, hai stile, suoni in maniera celestiale, e poi sei l’ unico al mondo che sa frenarmi quando esagero, quando voglio vincere a tutti i costi, anche quando sbaglio, tu ci sei sempre, alla fine –

Tohma si asciugò le lacrime e sorrise – Grazie. Perché tu sei la sola a vedermi davvero, nonostante tute le mie identità o etichette. Ti amo.

Le prese il viso con le mani e la baciò.

Si diedero un bacio lungo e carico di amore, poi uscirono da quello studio, restando vicini, si baciarono lungo tutti i corridoi, infine nell’ auto anche lei rispose – Ti amo. –