Mezzo Forte

Eccoci di nuovo a parlare, dopo A-Kite (recensito da Zio Ta-chan un po’ di mesi a dietro), di un lavoro realizzato dal poliedrico Yasuomi Umetsu, professionista dotato di un notevole talento nella realizzazione tecnica, che, però, si ostina a lavorare in un settore di nicchia come quello del pubblico maturo.

“Mezzo Forte”, questo prodotto di 2 OAV, si incanala nello stesso filo conduttore di A-Kite: ci troviamo di fronte, quindi, ad un genere poliziesco con tinte pulp e con sesso esplicito. Questo piccolo lavoro realizzato ormai 6 anni fa riuscì ad avere tanto successo in giappone che si è deciso di realizzare una serie tv con gli stessi personaggi (dal titolo “Mezzo DSA”) molto più soft dell’originale e quindi apprezzabile da più persone.

Il successo di Mezzo Forte?

Sicuramente il dinamico trio di personaggi, molto divertenti e ognuno dotato di una personalità ben delineata: Mikura la soave ragazza dalla forza brutale, Hirokawa il biondo costruttore di androidi e Harada l’ex poliziotto dal passato infame.

E’ indubbio che in una serie di oav di soli 30 minuti per episodio non si possano trovare elementi di caratterizzazione così spiccati, specialmente se si tiene conto che si vuole dal risalto alla pura azione (egregiamente realizzata tra l’altro), ma alcune perle sono state lasciate qui e lì da Umetsu e queste hanno reso possibile il successo e poi la decisione di dedicarvi una serie.

Ma di cosa parla questo Mezzo Forte?
La Mezzo DSA è una agenzia di investigatori privati che accetta ogni incarico, anche il più rischioso dietro un lauto compenso. A seguito di numerosi omicidi nel mondo del baseball che interessavano principalmente una squadra professionistica, la Mezzo DSA viene incaricata da un misterioso figuro di sequestrare Momokichi Momoi, il presidente di questa società per mettere un po’ di luce su questi atti di violenza.

Ma i 3 investigatori sanno effettivamente contro chi si mettono? E soprattutto perché fidarsi di un illustre sconosciuto anche se dotato di notevole contante?
Domande che purtroppo naufragano nel nulla se si assiste con attenzione all’insulsa trama che ci verrà propinata.

C’è da dirlo infatti. Il soggetto e la sceneggiatura di Mezzo Forte fa acqua da tutte le parti e le vicende si concludono con colpi di scena poco verosimili. Sicuramente Umetsu per realizzare un prodotto più accativante poteva lasciare la scrittura della trama a una terza persona dotata di più verve. Dove invece è stato grandioso senza fallo, è nella regia e nelle animazioni.

Le azioni sono adrenaliniche, i combattimenti si susseguono a velocità pazzesca e sono realizzati con un utilizzo di colori e di qualità grafica notevole. Solo a volte si perde definizione nei tratti somatici dei protagonisti, ma questo è dovuto più ad un cattivo lavoro degli intercalatori che il poliedrico Umetsu non è riuscito a controllare alla perfezione, che ad effettivi errori nell’animazione. La telecamera si muove a scatti nelle scene coincitate ed è molto dinamica mimando la handy-cam.

Infine 2 delle pecche che lasciano con l’amaro in bocca. Innanzitutto le scene di sesso. Non so perché siano state inserite, forse per il fanservice esasperato che domina il cervello di Umetsu, ma appaiono completamente slegate dalla vicenda e a volte gratuite e senza senso.

In particolare la scena di sesso del primo OAV non ha motivo di essere, non la concepisco, è grottesca come la seconda nel secondo OAV. Anche alcune nudità appaiono gettate lì per far contento lo spettatore. Mi hanno lasciato basito. Tuttavia anche in questo caso si può notare la cura di Umetsu nella caratterizzazione dei personaggi. Anche Urushihara farebbe un bell’applauso. Le musiche, infine, sono completamente assenti, non è che se ne senta la mancanza, ma un po’ più di accompagnamento sarebbe stato gradito.

In definitiva un prodotto con più luci che ombre sicuramente, le animazioni, la caratterizzazione dei personaggi, ma che risulta inconcludente per trama e scene di sesso. Se siete tra quelli che vanno pazzi per i cartoni hentai poi, Mezzo forte non contiene così tante scene piccanti da indirizzarvi all’acquisto (anche se sono ben realizzate), solo 10 minuti in 60 minuti di oav.

E’ un po’ né carne né pesce si, ma quella carne che si è vista era gustosa e gli spunti sono stati utilizzati per la serie tv che presto recensiremo.

Recensione di Massimo “Maxx” Valenghi