Densha Otoko

Densha Otoko è stato ed è tutt’ora un fenomeno. Film, manga, OAV, ispirazione di una storia vera che orpellata è divenuta una favola moderna.

Tsuyoshi Yamada è un giovane del Giappone contemporaneo, disadattato alla vita sociale, un otaku, che oltre al lavoro ha solamente interesse per anime e manga; tutta la sua vita, comprese le amicizie è strutturata in funzione di queste sue passioni smodate.

Un giorno mentre si trova su un treno di ritorno a casa nota davanti a sé una ragazza bellissima, Saori; mentre fantastica di esserle vicino osservando la sua immagine riflessa al finestrino dietro di lei, un uomo ubriaco inizia ad importunare le persone. Anche questo non può non notarla, così sposta la sua attenzione molesta nei suoi confronti. Incredibilmente Yamada, quasi con il corpo che si muoveva da solo, si alza e dice con un filo di voce “B-Basta..!”.

Tornato a casa il nostro si collega subito a internet, su un forum per uomini single chiamato Aladdin Channel, e usando il nickname Densha Otoko (uomo del treno) racconta a tutti la sua avventura.

Quando riporta la sua sopresa nell’aver ricevuto un biglietto di ringraziamento da Saori e la sua richiesta su come comportarsi, Yamada infatti non ha mai avuto alcuna esperienza con una ragazza, tutto il forum si interessa a lui e tutti gli altri utenti iniziano a postargli consigli.

Densha si accorge ben presto di essersi innamorato e tutto il drama racconta del tentativo collettivo di superare tutte le difficoltà e gli incidenti di percorso che un imbranato come lui incontrerà nel tentativo di conquistare una ragazza così lontana dal suo mondo, senza nemmeno sapere come potrebbe reagire nel conoscere le sue manie, e per questo rifugiandosi in un sottile equilibrio nascondendo la sua vera personalità.

Questo drama è ottimamente realizzato. Gli attori recitano molto bene le loro parti, tant’è che ogni personaggio è estremamente realistico. Sentimento e comicità pervadono ogni minuto di questi 11 episodi, divertendo e commovendo lo spettatore. La regia è puntuale e delicata: ogni personaggio anche se vive come uno stereotipo ha una profonda caratterizzazione psicologica che più di una volta, palesemente, sottolinea anche elementi di protesta verso il disagio giovanile nel Giappone moderno.

La fotografia è studiata per rendere questo live quanto più anime possibile, cosa che riesce pienamente e risulta pienamente azzeccata per il contesto in cui le vicende ruotano.

In definitiva consiglio a chiunque di vedersi questa produzione, credetemi non ne rimarrete affatto delusi!