Tenchi Muyo In Love

“Il tempo corre. Ma io e Noboyuki vivremo le nostre vite come se ogni giorno fosse il primo.
Prendendoci cura l’uno dell’altro. Ed è questo ciò che conta davvero!!!”

Nel 1996 la PIONEER, visto il grande successo della serie OAV, decide di rilanciare TENCHI MUYO! (CHI HA BISOGNO DI TENCHI? in Italia) producendo un ambizioso lungometraggio cinematografico.

Per la realizzazione, viene creato un vero e proprio comitato tecnico e artistico: accanto allo staff degli OAV, collaborano talenti del calibro di Hiroshi Negishi (regista di punta dello Studio Zero G Room) e Christopher Franke (autore delle musiche della serie fantascientifica BABYLON FIVE). Il risultato di simil gruppo lavorativo è eccezionale: alla sua uscita, il film conquista la critica e fa a pezzi i botteghini dell’intero Giappone, incassando in breve cifre da capogiro.

Dal Giappone all’America, il passo è breve; e anche gli Otaku statunitensi sono travolti. Infine, l’Europa, e anche qui la solfa è sempre la stessa. Il successo è tale da spingere la PIONEER a produrre due nuove pellicole cinematografiche dedicate a Tenchi&co.; pellicole affidate allo stesso team realizzativo della prima e, quindi, baciate anch’esse dalla Fortuna.

In Italia, TENCHI MUYO IN LOVE, questo il titolo del film, arriva nel 1998 per i tipi infaticabili di DYNAMIC; l’anno successivo, i ragazzi di Bologna editano il secondo lungometraggio. E’ imminente l’uscita del terzo, in doppia versione: VHS e DVD. Inutile fare previsioni su possibili date d’uscita; si parla di Natale, ma non è sicuro. La grande “D” raramente rispetta le scadenze.

La saga cinematografica di Tenchi si discosta parecchio da quella degli OAV.

Le atmosfere delle pellicole sono molto più serie e drammatiche; i personaggi stessi paiono completamente differenti rispetto alla loro caratterizzazione iniziale. Tenchi, ad esempio, ha poco o nulla del simpatico imbranato della saga originaria: è più maturo, malinconico; segnato dalla sofferenza. E’ cambiato, cresciuto. Stesso discorso per le sue simpatiche e strampalate spasimanti: anche per loro il Tempo è passato (in senso interiore e non esteriore), nonostante ci siano delle considerevoli eccezioni (Mihoshi è sempre la stessa!!!).

Insomma, il contesto risulta inedito e accattivante, sia per i vecchi fan che per i nuovi spettatori; il TENCHI MUYO ! COMMITTEE ha scelto la strada della Novità, cercando e sperimentando diverse soluzioni.
E questo, comunque, non tradendo lo spirito originario della serie: un filo sottile ma netto continua ad unire il TENCHI degli OAV con quello dei film cinematografici. L’ironia, il divertimento, l’avventura, il mistero.
E’ sempre TENCHI MUYO! alla massima potenza !!

Il discorso appena fatto è essenziale per capire la particolarità e l’intensità di TENCHI MUYO IN LOVE, il primo lungometraggio della saga e, probabilmente, il più riuscito. Giocato su spunti da RITORNO AL FUTURO, dimostra infatti una vena struggente e romantica, capace di appassionare e commuovere l’Otaku più sgamato. Un film bellissimo, di gran classe, adatto ai gusti più svariati e ai palati più esigenti.

Spazio profondo, Presente.
Il potente criminale galattico Kain riesce a fuggire dalla sua prigione dimensionale; nel corso dell’evasione, l’intera base della Polizia Stellare viene distrutta. Nel frattempo sulla Terra, a casa Masaki, accadono fatti gravi e inquietanti: foto e filmini di famiglia si modificano misteriosamente, mentre lo stesso Tenchi comincia letteralmente a “scomparire”. Solo l’intervento di Washu salva il ragazzo dall’irreparabile; ma è un salvataggio provvisorio.

La geniale scienziata spiega infatti agli amici la situazione: qualcosa o qualcuno è intervenuto nel Passato, modificando la linea temporale in maniera irreparabile.

In parole semplici, è successo qualche fatto grave ai genitori di Tenchi; fatto che ha messo in pericolo la stessa esistenza del giovane. L’unica speranza di raddrizzare la situazione è tornare indietro nel Tempo e impedire l’infausto evento.
Così, grazie a un bizzarro macchinario, i nostri Eroi, improvvisata (più che improvvisata, improvvida!!!) squadra di soccorso, partono per il Passato.

Giappone, 1970. Una tranquilla cittadina di provincia.
Una scuola, i suoi studenti. E tra loro, camuffati nei più svariati modi (Mihoshi insegnante, Ryoko e Ayeka studentesse ecc.), tutti i membri di casa Masaki, intenti a sorvegliare e proteggere i genitori di Tenchi, Achika e Noboyuki. Due ragazzi pieni di sogni e aspettative per il Futuro, che muovono insieme i primi passi di un sentimento grande e profondo. Tutto andrebbe per il meglio, se come al solito Ryoko e Ayeka non perdessero occasione per sbeffeggiarsi e litigare; e se Tenchi non nutrisse il desiderio di conoscere sua madre, Achika, morta quando lui era ancora un bambino. Ma non può farlo perché altrimenti anche lui modificherebbe in maniera irreparabile il tessuto spazio-temporale: il povero ragazzo deve accontentarsi di spiarla di nascosto, e di vedere sbocciare l’Amore tra lei e suo padre. Ma il pericolo incombe: Washu informa i “soccorritori” che l’evento irreparabile avverrà sulla Torre di Tokyo; e la scuola prevede proprio una gita nella capitale, compresa visita guidata all’alto edificio. La battaglia si avvicina.

Riuscirà Tenchi a salvare i suoi genitori?

E’ il malvagio Kain a minacciare il Futuro della famiglia Masaki?

E chi è il misterioso studente che attira i sospetti di Ryoko?

Non svelo nulla di più; vi lascio la sorpresa. Una sola, piccola anticipazione: il finale sarà amaro, eppure positivo. Totalmente imprevedibile.
Dal punto di vista tecnico, il film è perfetto, impeccabile.

Le animazioni dello Studio Zero G Room sono fantastiche, di una fluidità eccezionale. Splendidi i colori e gli sfondi. Belli gli effetti speciali.

Cristopher Franke si dimostra grande compositore: le sue musiche sono estremamente versatili; si adattano senza problemi ad ogni momento della pellicola. Dolci nelle scene romantiche, veloci e ritmate in quelle di azione. Comunicano l’emozione giusta nel momento giusto. Davvero fantastiche. Bellissima poi la canzone finale, “ALCHEMY OF LOVE”, cantata con personalità da Nina Hagen e Rick Jude.

La regia di Hiroshi Negishi è eccezionale. Gli impianti scenici sono sempre originali e ben costruiti; i colpi di scena sono orchestrati con perizia e abilità. Un ottimo lavoro. Ma il punto di forza sta nella scelta del tono e dello stile:una storia così si prestava facilmente a cadute nel patetico o nell’ovvio; invece, ogni azione e dialogo risulta di una naturalezza incredibile. La narrazione è calibrata con cura, non eccede mai ed evita splendidamente momenti di noia o stasi.

Il tono è malinconico e struggente; senza bruschi sobbalzi, con sincerità e tranquillità. Persino la battaglia finale non perde mai di vista personaggi, situazioni, caratteri ecc. C’è ritmo, pathos, azione; e però, è diversa, unica. Comunica ancora le atmosfere del resto del film: tristezza, romanticismo, malinconia. Insomma, non è il classico scontro a cazzottoni tipo DRAGONBALL: è un evento drammatico, indeciso sino all’ultimo, che avrà ripercussioni sulla parte finale della vicenda.

Unica nota negativa nel lato tecnico: il character design di Hisayuki Horiuchi è troppo realistico e netto. I personaggi sono snaturati rispetto agli OAV, sembrano troppo vecchi !!! D’accordo, un disegno simile è adatto alle atmosfere serie e adulte del lungometraggio; rispetta pure quello che ho detto in precedenza sui character cresciuti e maturi. Ma qui mi pare si esageri.

Avete presente SPRIGGAN? Be’, anche lì Yu Ominae somiglia a un allegro trentenne, quando in realtà ha solo 17 anni!!! C’è un limite anche al realismo.

Eccellente l’edizione italiana by DYNAMIC: mi ripeto, ma ormai è un’abitudine piacevole (fossero così bravi anche nelle date d’uscita!!!).

Ottimi adattamento e dialoghi. Il doppiaggio, diretto da Paolo Cortese, è grandioso.

Oltre al cast degli OAV (Stefano Crescentini = Tenchi – Cinzia De Carolis = Ryoko – Stella Musy = Ayeka ecc.), qui al massimo della propria bravura, sono da segnalare le prove di Ilaria Latini (Achika) e Romano Malaspina (il malvagio Kain). Le loro interpretazioni sono davvero efficaci; in particolare, Ilaria Latini è straordinaria nel delineare la personalità della giovane madre di Tenchi, cogliendo ogni tono e sfumatura del personaggio. Alla fine, sentendola recitare la frase finale del film (riportata a inizio recensione), mi sono commosso.
Grazie infinite, Ilaria!!!

In conclusione, cosa dire di più?
TENCHI MUYO IN LOVE è un bellissimo Anime, degno di stare nello scaffale più alto di ogni Otaku. Questo è cinema d’animazione ai massimi livelli. Stavolta non sono prudente, e consiglio a tutti l’acquisto. Sono 40mila Lire ben spese. Cavoli!!!

Capita in poche occasioni di dire una cosa simile: e fidatevi!!! Inoltre, per sentimenti e atmosfere, è il film adatto per la stagione natalizia. Struggente e commovente al punto giusto. Quindi, fatevi un bel regalo da mettere sotto l’Albero. Non resterete delusi; ve lo garantisco.

By Simone Pelizza