Dolls

Un Takeshi Kitano poetico ed appassionato si spoglia delle sue vesti abituali, fatte di personaggi laconici e tinte scure noir, descrivendo tre storie d’amore i cui protagonisti sono mossi come marionette (le Bunraku sono le marionette del teatro storico giapponese) dagli eventi, dal destino.

Tre amori puri, supremi, tragici, come forse da noi in occidente solo l’antico teatro greco avrebbe potuto raccontare; un amore così forte che sembra essere fuori dalla portata degli esseri umani, che può essere compreso e compiuto solo in una dimensione superiore.

Nella prima storia due ragazzi vedono appassire il fiore del loro desiderio di matrimonio quando per lui si prospetta una inevitabile unione di interesse: spinta dalla disperazione la ragazza decide di suicidarsi. Riuscita a scampare alla morte, ella rimane tuttavia segnata nella psiche, tanto da non riuscire più a parlare né a relazionarsi in alcun modo con gli altri. Scoperta la tragedia il ragazzo deciderà di abbandonare tutto per assisterla…

Nella seconda parte un anziano ed infelice boss della Yakuza, raggiunti ormai tutti i propri obiettivi nella vita, sembra veder riaccendersi l’amore per una donna che anni prima aveva abbandonato proprio per seguire i suoi scopi. Per una vecchia promessa che si erano scambiati, questa lo aveva aspettato ogni giorno, per tutti questi anni, seduta su di una panchina, senza mai accettare nel profondo che il loro fosse stato davvero un “addio”; così lui, dopo averla avvicinata, ma incapace di rivelarsi, decide di sederle accanto ogni giorno…

Nell’ultima un fan ossessionato da una idol arriva ad annullarsi completamente pur di compiacerla. Ciò che colpisce lo spettatore sin dalle prime immagini sono senza dubbio i paesaggi naturalistici, cui colori accesi e sgargianti si contrappongono alla stasi dell’azione scenica, descrivendo più di ogni altra cosa le passioni, altrimenti ovattate nei gesti e nelle parole; una natura non a caso rappresentata nel periodo autunnale, poiché immagine di una ben precisa fase dell’amore: quella dell’approfondimento delle sensazioni e dei sentimenti.

I colori floreali divengono così un modo per pitturare le varie fasi della conoscenza dei sentimenti che, con il dipanarsi delle narrazioni, si rivelano con struggente intensità allo spettatore. I lunghi piani statici emanano una bellezza formale quasi fuori dal tempo, ma anche una sensazione di morte affatto diversa da quella violenta di film come Brother e Sonatine, ma forse ancor più terribile perché inevitabile ed inaspettata, frutto di pulsioni, rimpianti, emozioni.

Il DVD di Dolls è edito per l’Italia da Cecchi Gori.

Dal punto di vista della qualità video, non si riscontrano particolari imperfezioni: l’immagine risulta pulita e ben bilanciata nei colori, buona anche la conversione da NTSC a PAL. L’audio, un 5.1, è ben bilanciato nei vari canali, anche se va detto è stato compresso ad un volume forse troppo basso: questo però non pregiudica l’ascolto delle belle musiche che accompagnano le immagini nella narrazione. Unica pecca i contenuti extra, leggermente scarsi.

Un capolavoro.