Armitage III

I Terza:
il nome dato all’ultima generazione di robot, indistinguibili dagli esseri umani per aspetto, intelligenza e sensibilità. Saranno loro a dare immediatamente una bella gatta da pelare a Ross Sylibus, appena arrivato su Marte, trasferitosi da Chicago a causa della recente perdita del suo partner. L’impatto col nuovo stile di lavoro sarà immediato appena conoscerà la sua nuova partner: Naomi Armitage.

La storia si svolge nel 2179, su Marte, oggi colonia indipendente separatasi dalla Terra a livello politico, economico e sociale.

Armitage III è una serie di OAV del 1995 che, per ambientazione e contenuti mostra grandi affinità con lo stile del “maestro” Philip Dick, in particolare con Blade Runner (tratto dal libro “Do the robots dream of electric sheep?”).

I 4 episodi ci vengono proposti dalla Dynamic in due sole videocassette (EVVIVA!): la prima di 50 minuti, contenente il solo primo episodio (introduttivo e più lungo), mentre la seconda video, di 90 minuti, contiene gli episodi 2-3-4, di cui il quarto conclusivo. Da questa serie è stato prodotto (se non mi sbaglio circa due anni fa) anche un film e pare che la Dynamic, stando a sentire gli annunci, ci proporrà presto anche questo. Speriamo, perché io di sicuro non me lo lascerò scappare.

Perché?
Vi chiederete voi… passiamo appunto al commentino un po’ più tecnico:

Violenta, esplicita e con un linguaggio abbastanza adulto, questa produzione è abbastanza particolare. Quello che lascia subito interdetti è senz’altro la caratterizzazione dei personaggi, molto realistica, ma di qualità non eccelsa, soprattutto nell’uso dei colori, che ritengo molto sbiaditi e nel tratto dei visi che (esclusa la sola Armitage) fa molto fumetto americano. Tutto ciò contrasta in maniera impressionante con l’estrema accuratezza e stupenda colorazione dei fondali.

Perché tutto ciò?
Ciò che fa di Armitage III una serie da mettere nella propria videoteca è senz’altro la trama: bellissima, ben concepita attraverso i 4 episodi e con delle trovate senz’altro da apprezzare, soprattutto per quello che è lo sviluppo e il mutamento del rapporto tra Armitage e Ross.

Recensione di Stefano Poggioli