Steve

Steve

“Il ballo di fine anno. Che schifo. Vorrei tanto sapere chi l’ha inventato. E perché, soprattutto”, pensò Steve, osservando le locandine.

-Buongiorno, Steve!-, lo salutò euforica Mindy.

Si voltò a guardarla, ancora con la sua aria seccata.

I suoi capelli color cioccolato e i suoi occhi chiari, la pelle diafana, le sue labbra morbide, le sue mani dalle dita corte… tutto, tutto di lei esprimeva gioia quel giorno.

-Buongiorno a te, Mindy. Felice?-, le chiese con un sorriso smagliante.

-Non si vede, per caso? Certo che sono felice!-, rispose mettendosi a saltellare.

-Bryan, ha accettato il mio invito per il ballo!-

-Te l’avevo detto, no? Bastava chiedere-, rispose lui voltandosi nuovamente verso le locandine esposte in bacheca.

-Tu? Non l’hai ancora chiesto a nessuna? Mancano solo sue settimane, datti una mossa-.

-No, a me non piacciono i balli di fine anno. Non verrò-, rispose lanciando un’ultima occhiata alla bacheca.

-Come? No, dai, non è affatto giusto! Siamo all’ultimo anno, stiamo per diplomarci… e tu, non vuoi venire al ballo? Che traditore che sei, fratello-, si lamentò Mindy, incamminandosi verso l’aula di chimica.

-Scusami, sorella, ma non voglio mettermi a vomitare-, rispose acido Steve.

Mindy si voltò a fargli una smorfia, dopodiché, entrò nella sua aula.

-Allora, invitata qualche ragazza?-, gli chiese Michael, mettendosi comodo.

-No, e non intendo farlo. Te l’ho già detto, Mike, i balli non fanno per me-, rispose Steve, mordendo la sua mela.

-Sbagli a pensarla così. Siamo all’ultimo anno, quella sarà la nostra ultima serata dedicata al divertimento, per l’amor del cielo, Steve, ragiona!-.

-Taci, Mike. Ormai, ho deciso. Niente ragazze, niente inviti, niente ballo-, decretò infine.

-Vale a dire, niente divertimento-commentò Michael.

-Come vuoi-, sussurrò Steve.

In quel momento, una folata di vento gelido percorse la sala pranzo.

Steve si voltò verso la porta d’entrata e vide entrare una ragazza.

Sarà stata del terzo, massimo quarto anno.

Aveva i capelli lunghi e neri, lisci e setosi.

I suoi occhi erano di ghiaccio.

La sua pelle era bianca come la neve.

Era alta e magra, quasi in preda all’anoressia.

La cosa che colpì Steve più di tutte, fu l’occhiata gelida e penetrante che la misteriosa ragazza gli lanciò.

Sembrava averlo colpito dentro l’anima, se non più in profondità.

-Chi è quella?-, chiese Steve.

Michael alzò lo sguardo e si sporse verso il tavolo.

-Quella? Non lo so, non l’ho mai vista. Accidenti se fa paura, però. L’hai vista? Sembra uno scheletro vivente. Tienitene alla larga, Steve-, rispose, per poi rilassarsi nuovamente sullo schienale della sedia.

-Me ne sarei tenuto comunque alla larga, grazie del consiglio-, rispose Steve, spazientito.

Si voltò e ricominciò a mangiare.

Sentiva gli occhi della ragazza puntati su di lui, ma non volle girarsi a guardarla.

Uno strano presentimento lo avvolse.

Uno strano desiderio si impossessò di lui.

Scosse la testa, nervoso.

Quel giorno, come per i precedenti tre, il professor Whitman, non sarebbe stato presente.

Alla signorina Kisses, sarebbe spettato il piacevole compito di riportare la classe all’ordine.

Steve entrò in classe e si mise seduto, in completa libertà.

-Buongiorno, ragazzi. Tornate ai vostri posti, per cortesia. Vi informo, che la vostra compagna, la signorina West, ha preso parte ad uno scambio culturale. Al suo posto, fino alla fine dell’anno, avremo con noi la signorina Kyra Moore.

Prego, si accomodi-.

La ragazza entrò, a passo lento, con sguardo vigile.

Steve alzò gli occhi e la riconobbe subito. Era la ragazza della mensa.

Aveva lo sguardo duro e freddo e continuava ad osservare tutti gli studenti, in particolare Steve.

-Presentati pure, cara-, la incitò la professoressa Kisses, dandole una pacca sulla spalla.

La ragazza ebbe un leggero brivido e si allontanò, cercando di non scomporsi.

-Salve a tutti-, cominciò, con una voce delicata e soave.

Il suo tono era basso, ma tutti i ragazzi lo impressero nella propria mente.

Sospirò, per poi ricominciare a parlare.

-Vengo dall’India. Ho preso parte allo scambio culturale della mia scuola, trovandomi al posto della vostra compagna Clarissa West. Rimarrò qui, fino alla fine della scuola-.

La professoressa sorrise.

-Bene, cara, allora, puoi accomodarti vicino al signorino Parker. Steven Parker-, le indicò la professoressa.

Steve alzò lo sguardo e sospirò.

“Perfetto, ci mancava solo questa”, pensò seccato.

“Spero solo non mi dia troppo fastidio”.

La ragazza si diresse lentamente verso il banco di Steve, poggiò lo zaino a terra e si sedette accanto a lui.

Si voltò a guardarlo.

I suoi capelli erano castani scuri, così come i suoi occhi.

La pelle era chiara, la corporatura piuttosto gracilina per essere un ragazzo.

Teneva le mani infilate dentro le tasche dei jeans.

Anche lui si voltò a guardarla, con una stranissima espressione negli occhi.

Era un misto fra stupore, felicità e rabbia.

-Piacere, sono Kyra Moore-, si presentò la ragazza, senza fare alcun cenno.

-Steve Parker-, rispose lui allo stesso modo.

-Sai, nell’aula di Biologia, ho conosciuto la ragazza nuova, quella della mensa-, disse Steve mentre accendeva il motore della sua BMW.

Michael abbassò il volume della radio e si raddrizzò sullo schienale.

-Lo scheletro? Quella?-, chiese.

-Si, proprio lei. Si chiama Kyra. Ha preso parte allo scambio culturale-, raccontò Steve, manovrando per uscire dal parcheggio.

-Ah, quello a cui ha partecipato anche Nancy?-.

-Esatto. Lei, ha preso il posto di Clarissa West, quella che sta con te a Chimica-, spiegò Steve.

-Si, mi ricordo di Clarissa. Peccato. Mi dispiace che perderà il ballo-, rispose Michael, con tono vagamente accusatorio.

Steve sospirò e spinse sull’acceleratore.

-Non ricominciare, ti prego-.

-Va bene, va bene, Steve. Ma riflettici. Ti stai perdendo la tua giovinezza-, concluse infine Michael, con tono rassegnato.

Alzò il volume della radio e si rilassò, mentre Steve procedeva a tutta velocità verso casa sua.

-Tua sorella non c’è?-, chiese improvvisamente Michael, attirando l’attenzione di Steve.

-Mindy? È andata a comprare l’abito per il ballo. Ci andrà con un certo Bryan Mckenzie, se non mi sbaglio. È nella sua classe di Fisica-, rispose Steve, per poi immergersi nuovamente nella sua lettura.

-Capisco. Certo, che per essere fratelli gemelli, non vi somigliate per niente-, osservò l’amico, prendendo da sopra il tavolo una loro foto.

-Si, ce lo dicono tutti. Ma se siamo gemelli, qualcosa in comune dovremmo pur averla, no? A parte il cognome, certo-, precisò Steve, chiudendo il libro.

Diede una rapida occhiata alla fotografia, lanciandogli uno sguardo nostalgico.

-Ti sei innamorato di mia sorella, per caso?-, domandò infine a Michael, che avvampò e ripose la foto al suo posto.

-Non dire sciocchezze, Steve. Se mi piacesse avrei già fatto qualcosa per conquistarla, non credi? Non avrei mai chiesto a Rosalie di essere la mia dama al ballo, bensì a tua sorella-.

Steve sgranò gli occhi, per poi tornare alla sua aria imbronciata.

-Rosalie Diaz? L’hai chiesto a lei? Mike, Mike, Mike, ma quanto sei ambizioso. Stai mirando troppo in alto-, sussurrò Steve, scuotendo la testa in segno di disapprovazione.

-Forse, ma intanto lei ha accetto!-, rispose Michael, con tono superiore.

Steve scoppiò a ridere.

-No, non posso crederci. Rosalie Diaz, la ragazza più bella e popolare dell’ultimo anno, che viene al ballo con te. Pensavo c’andasse con Luke Peace, il suo ragazzo-.

-Si sono lasciati, me lo ha confessato lei-, rispose Michael, chiudendo gli occhi.

-Ah, ora capisco perché ha deciso di venire al ballo con te. Vuole farlo ingelosire-, disse Steve, annuendo con la testa.

-Dai, Steve, quanto sei acido. Pensi che se volesse veramente far ingelosire il suo ex ragazzo si servirebbe di me? Ne dubito fortemente, amico-.

-Pensala come ti pare, allora. Io, ti ho avvertito. In caso di una delusione, vieni pure da me-.

-Non ci sarà alcuna delusione, vedrai, Mister Acidità-.

Steve sorrise divertito.

Michael sospirò.

-Mindy, per caso hai visto il mio quaderno di Fisica?-, chiese Steve alla sorella, tutta intenta a provare l’abito per il ballo.

-Credo sia nel mio zaino. Oggi, ho preso i tuoi appunti-.

-Ah, grazie. Wow, sorellina, quest’abito ti sta d’incanto-.

Mindy sorrise ed indietreggiò, facendo un piccolo giro su se stessa.

Il suo abito era bordeaux, con una scollatura sulla schiena da capogiro, lungo fino alle ginocchia, dove si apriva a ventaglio.

-Grazie, sono contenta che ti piaccia. Spero abbia lo stesso effetto su Bryan-, sussurrò.

-Ne sono certo. Chissà, forse dovrei venire per tenerti d’occhio-, scherzò Steve.

-Dai, scemo! Bryan è un bravissimo ragazzo! Ti prometto che andrà tutto per il meglio-.

-Si, ne sono certo anch’io-, rispose il fratello, incamminandosi verso la porta.

-Buonanotte, sorellina-.

-Buonanotte e sogni d’oro, fratellino-, rispose Mindy raggiante.

Steve abbozzò un sorriso e si richiuse la porta alle spalle.

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