scuola per creare manga
Caterina disegna alla scuola per creare manga

Una scuola per creare manga

Abbiamo avuto l’occasione di fare quattro chiacchiere con Caterina Rocchi: fondatrice di LuccaMangaSchool, una scuola per creare manga.

Facciamo le presentazioni?

Ciao a tutti, piacere di conoscervi, sono Caterina Rocchi, direttrice e fondatrice di Lucca Manga School e Lucca Manga Academy! Vado e torno dal Giappone da quando ho 14 anni, e ho fondato questa mia scuola di manga da giovanissima, per condividere con gli altri la mia fortuna e la mia passione.

disegnare manga con Caterina Rocchi
Una illustrazione gigante creata da Caterina Rocchi

Cominciamo dall’inizio: come nasce LuccaMangaSchool?

LuccaMangaSchool è una scuola un po’ particolare, quindi anche la sua genesi è strana. Non abbiamo mai avuto intenzione di creare una scuola di manga, non pensavamo nemmeno fosse possibile. L’idea è nata dal fatto che volevo studiare di più, perché avendo 17 anni frequentavo il liceo artistico quindi potevo andare in Giappone solo durante l’estate, ma in inverno vedevo i peggioramenti. Da lì con i miei genitori ci siamo detti che avremmo potuto invitare uno dei miei insegnanti dal Giappone in Italia, ma invitare un insegnante solo per me sarebbe stato un po’ uno spreco, quindi abbiamo pensato creare un piccolo corso e condividere con gli altri la possibilità di studiare con un maestro giapponese. 

E ora quali sono i numeri della scuola?

Abbiamo cominciato in una classe presa in prestito da una scuola di italiano, Lucca Italian School, e questo già spiega l’origine del nome… Volevamo fare un corsettino l’anno, una cosina leggera, e invece la situazione ci è un po’ sfuggita di mano. In 11 anni di attività abbiamo raggiunto i 200 corsi l’anno, 1000 studenti tra lezioni online, offline, corsi brevi e biennali. Negli ultimi anni abbiamo messo su una sede da 1000 metri quadri con 4 classi e 6 camere da letto, perché gli studenti arrivano da tutta Italia e non solo, quindi li accogliamo nella sede. La crescita della scuola è stata naturale, seguendo i bisogni degli studenti abbiamo ritoccato la nostra formula fino a trovare i nostri punti di forza.

Quali reputi che siano questi punti di forza?

Innanzi tutto ci siamo distinti subito con l’offerta dei corsi brevi, che scarseggiavano all’inizio della mia carriera scolastica. Adesso sono molto orgogliosa dei corsi online, è una formula che avevamo già proposto nel 2011 ma il pubblico non era pronto, così come la tecnologia. In questo senso la pandemia è stata un aiuto, perché ha fatto superare un po’ a tutti la barriera tecnologica delle riunioni in rete, e ci ha permesso di rimettere su immediatamente le lezioni online sfruttando le conoscenze che avevamo già. Infatti gli appassionati hanno apprezzato la comodità di poter fare lezione senza spostarsi, e hanno apprezzato la preparazione di insegnanti già abituati a lavorare in digitale, creando lezioni coinvolgenti anche a distanza. Abbiamo creato una rete di appassionati in tutta Italia, e quando è stato possibile tanti hanno anche seguito i corsi in sede che organizziamo in estate ma anche durante i ponti e le festività, per incontrarsi dal vivo e conoscerci oltre lo schermo.In entrambi i casi però la vera chiave sono state le classi limitate, 10 studenti nelle lezioni dal vivo e 8 nelle lezioni online. Questo ci permette di far sì che sia l’insegnante ad adattarsi allo studente, e ci aiuta a gestire gli studenti con la cura che meritano.

Lucca Manga School
La maglietta di Lucca Manga Academy e i daruma

Pensi che il manga in Italia sia arrivato per restare?

Assolutamente sì, il manga viene additato come una meteora dagli anni 90 ormai, ma in realtà lo sbarco del manga in Italia avviene ben prima, già negli anni 60 c’erano i primi avvisi di questa corrente fumettistica sbarcata dall’Oriente. Non sono una astronoma, né una linguista, ma il carattere di una meteora è costituito dalla transitorietà per essere definita tale. Io questa transitorietà non la vedo, anzi, stiamo vivendo un rinascimento del manga, un secondo boom dopo quello degli anni 90, che sta ampliando nuovamente un pubblico già enorme. A supporto di questo secondo boom ci sono anche i sopravvissuti al primo, molti dei quali sono adesso genitori, che guardano con i loro figli e nipotini gli anime che hanno amato quando a loro volta erano bambini. Tutto questo mi fa pensare che il manga sia ormai parte anche della nostra cultura, perché anche i più puristi sono cresciuti guardando qualche anime qui e lì, è inevitabile, specie nella demografica dei teenager che viene ancora molto sottovalutata dai prodotti nostrani che spesso si propongono o troppo adulti o troppo infantili, senza trovare quella via di mezzo perfetta in cui i manga si sono insidiati per farla da padrone nel mercato. Non è successo nulla di inaspettato: lasciando vuoto il mercato per la demografica adolescenziale, questo vuoto è stato riempito dai manga.

Ma gli italiani quindi possono fare manga?

Anche qui rispondo con un sonorissimo: sì. Come dicevo prima, ormai fa parte anche della nostra cultura e della nostra estetica, visto che siamo cresciuti insieme ai manga lo vedo come uno sviluppo inevitabile che ci siano autori che vogliano creare i propri manga. Non si tratta nemmeno di appropriazione culturale, poiché “manga” come parola nasce ai tempi di Hiroshige e Hokusai, ma il manga come lo conosciamo noi è stato sviluppato intorno agli anni 50 prendendo forte ispirazione dallo stile Disney. Questo media moderno viene esportato e addirittura adesso importato, come possiamo vedere dalla traduzione in giapponese del manga Radiant, creato in Francia da Tony Valente.Soprattutto, facciamo Manga, non le varie declinazioni che vengono proposte per differenziare i nostri prodotti da quelli asiatici. Un artista italiano che fa fumetti all’americana fa comics, Marvel, Disney, non Euromarvel, non spaghetti Disney… Non condivido i termini usati per differenziarci come autori, al massimo posso accettare manga italiano, ma niente di più. Sembra che si voglia svalutare per forza tutto quello che viene fatto in patria, quando in realtà non ha niente da invidiare a un qualsiasi manga medio che si trova in Giappone. Notate che ho detto medio: in Italia siamo abituati a veder arrivare il top del top, i grandi successi, ma nelle librerie Giapponesi ci sono autori di qualsiasi livello. Si tratta solo di quantità, in Italia è un mercato ancora giovane e non industrializzato quanto quello giapponese, ma è in espansione e gli editori mi chiedono spesso di aiutarli nella ricerca di nuovi talenti. Quindi molti hanno l’impressione errata che tutti i manga in Giappone siano al livello di Oda, Urasawa, Takeuchi, Tanemura e tutti i grandi nomi del fumetto orientale… Comparare un manga italiano a One Piece è scorretto, perché i nostri autori ancora nemmeno hanno l’età di questi autori giapponesi, né le possibilità che offre un mercato già solido e industrializzato. Ma questo è il bello, cioé che abbiamo la possibilità di crearci i nostri grandi nomi, invece di andare a competere con pesi massimi in un altro continente.

Gli studenti di LuccaMangaSchool cosa fanno una volta usciti dalla vostra scuola?

Comincio facendo una distinzione importante: in Lucca Manga School ci sono tutti i corsi brevi, mentre in Lucca Manga Academy ci sono i biennali. I corsi brevi sono soprattutto per chi vuole imparare qualcosa senza troppo impegno, la maggior parte sono ragazzi delle medie e delle superiori, ma anche qualcuno di più adulto che non può prendere un impegno di due anni. Lucca Manga Academy invece ha studenti maggiorenni con un obbiettivo più preciso, ovvero la pubblicazione. Durante il primo anno si studia tutto ciò che c’è da sapere, mentre nel secondo ogni studente crea una sua proposta editoriale, che alla fine dell’anno viene presentata a un editore di manga in un vero colloquio di lavoro. Alcuni di questi capitoli pilota sono già stati pubblicati, altri si stanno trasformando in serie vere e proprie, ma chiaramente non tutti. Ogni anno i posti disponibili per la pubblicazione sono limitati, e solo i migliori della classe riescono a ottenere al primo colpo l’offerta dei sogni.Questo non significa che gli altri studenti debbano darsi per vinti, non solo possono ripetere il secondo anno se vogliono, ma possono anche ripresentarsi da soli con le correzioni indicate dall’editore ora che hanno fatto il primo passo e il primo colloquio. Per chi non punta all’editoria poi c’è anche tutta l’illustrazione, le commissioni e la gadgettistica, dove io per prima mi diletto facendo i merchandise più strani, dalle tazzine da caffé ai mousepad lunghi quasi un metro, calendari, accendini, bustine di zucchero. La domanda c’è, si tratta solo di impegnarsi nello studio per raggiungere un livello apprezzabile.

accademia per creare manga
A Lucca si disegna anche in digitale!

Quali consigli daresti a un futuro mangaka italiano?

Il mio primo consiglio è sempre di studiare un sacco! Che sia in una scuola per creare manga o da sé, non basta disegnare ma bisogna anche leggere, documentarsi, studiare ed esercitarsi. Nessuno nasce sapendo già fare tutto, quello che viene chiamato talento è solo voglia di imparare e spirito di osservazione, sono tutte cose coltivabili e raggiungibili. C’è una concezione molto tossica del “talento”, dove si pensa che si nasca già sapendo fare tutto quel che c’è da fare, quindi o non ci si prova o se la prima volta che ci si prova non va tanto bene si molla tutto e ci si dichiara tra quelli che “non hanno talento”.Insegno da 9 anni ormai, e ne ho visti di studenti passare per le aule… ognuno di loro aveva una sua qualità che poteva essere tirata fuori al momento giusto: qualcuno non disegnava gran che ma inchiostrava benissimo, altri avevano delle ottime idee per le storie, altri ancora magari erano molto bravi a disegnare il viso ma avevano difficoltà con i corpi o gli sfondi. Ognuno procede al suo ritmo, e i miglioramenti non sono lineari, quindi se pensate di non avere talento forse semplicemente non avete ancora trovato il vostro punto di forza!

Grazie per averci mostrato una fetta del tuo mondo!

Grazie a voi per avermi invitato, spero di avervi fatto venire voglia di disegnare, e soprattutto di studiare!

Naturalmente la scuola per creare manga di Lucca è presente ogni anno al Lucca Comics and Games, ed è proprio là che regolarmente ci incontriamo!

Manga School a Lucca | Disegnare Manga e ottenere risultati (luccamangaschool.com)

Silvio Franceschinelli (DJ Shiru)
Vive qua e là, tra i vari Paesi che frequenta regolarmente il Giappone è uno di quelli che più gli rimane nel cuore. In Italia contribuisce a fondare l’associazione Ochacaffè di cui è il responsabile eventi, dirige la scuola di lingue Il Mulino e coordina le sezioni palco e Giappone di festival quali il Napoli Comicon, il Festival del Fumetto di Novegro, il Be Comics a Padova, ecc. Creatore del progetto artistico K-ble Jungle.