Sword Art Online e realtà virtuale
Sword Art Online

Sword Art Online: la realtà virtuale può diventare La Realtà?

Sword Art Online

è una light novel scritta da Reki Kawahara che segue le vicende di un ragazzo di sedici anni di nome Kazuto Kirigaya, alias Kirito, intrappolato in un gioco online di tipo MMORPG, Sword Art Online (SAO) appunto, assieme ad altri milioni di giocatori. MMORPG significa massively multiplayer online role-playing game, ovvero un gioco di ruolo che prevede un numero massiccio di giocatori, naturalmente online.

Sword Art Online: la realtà virtuale

E’ possibile uscire da SAO solamente dopo aver completato tutti i livelli e averne abbattuto i boss; pena la morte non solo virtuale del personaggio ma anche quella della persona nella realtà. Kirito sarà l’eroe di questo gioco e ci impiegherà due anni per completarlo e liberare così tutti i partecipanti.

SAO è un prodotto giapponese originale e assai contemporaneo nelle tematiche trattate, in primis per l’utilizzo della realtà virtuale MMORPG che permette a milioni di utenti di collegarsi ad un mondo online interagendo ed evolvendo con esso. Una tecnologia simile è stata utilizzata lo scorso anno per permettere l’incontro tra una donna sudcoreana, la signora Jang, e la defunta figlioletta morta nel 2016 a 7 anni a causa di un male incurabile. La signora in un alter-mondo digitale ha potuto riabbracciare e trascorrere con la figlia un’ intera giornata; il documentario televisivo, visibile anche su YouTube, si intitola I met you.

Sword Art Online videogioco
Le copertine giapponesi di Sword Art Online

Etica del gioco

Ovviamente i punti critici soprattutto di natura etica sono molti. Tra questi, SAO lascia aperte alcune domande a riguardo: E’ giusto che una realtà virtuale diventi La Realtà? Un sensore neurologico che catapulta l’utente in un’altra dimensione, quali ricadute può avere sull’aspetto psicologico?.

Molto interessante alla fine della prima serie è l’incontro tra Kirito e lo scienziato  inventore di questo sadico gioco Akihiko Kayaba, che di fatto si è suicidato. Nell’universo virtuale di Alfheim si incontrano nuovamente e lo scienziato affida a Kirito un “seme” con il quale è possibile generare mondi virtuali. L’avatar dello scienziato è ancora presente in questo mondo parallelo, nonostante la dipartita nel mondo reale, probabilmente grazie alla tecnologia Mind Up Loading che permette di copiare la mente umana e trasferirla in un cervello non biologico.

Ad oggi, per fortuna, ci sono ancora molti gap scientifici da superare; qualora infatti si riuscisse a scansionare dettagliatamente il sistema celebrale di un individuo, resterebbe aperto il problema delle sinapsi, ovvero la connessione delle cellule nervose che permettono il ragionamento. In altre parole se tramite questa tecnologia si vuole  rendere l’individuo eterno (come nel caso di Kayaba) concretamente il rischio è quello di creare un altro individuo poiché le connessioni che portano al pensiero non sono le stesse.

Un’opera realistica, non solo nel virtuale

SAO oltre a fare emergere aspetti critici etici dovuti alle nuove tecnologie, mette in rilievo per esempio la piaga sociale degli adolescenti colpiti dalla sindrome di hikikomori (il ritiro totale dalla vita sociale) e il loro futuro è ciò rende quest’opera estremamente realistica nonostante il tutto si svolga in una realtà virtuale. Vale la pena citare Oscar Wilde che sosteneva “La maggior parte delle persone sono altre persone. I loro pensieri sono opinioni di qualcun altro, la loro vita un’imitazione, le loro passioni una citazione”… probabilmente non pensando che saremmo arrivati a questo punto.

Dynit presenta:Sword Art Online: la realtà virtuale
La serie è visibile in Italia su VVVVID

Veronica Zanini
Nata a Venezia il 23 gennaio, è diplomata al liceo classico Marco Foscarini (VE) e laureata in Scienze Religiose con indirizzo specialistico in bioetica. Lavora come insegnante di religione alla scuola primaria dell'istituto D. Manin di Ca’Savio e collabora come guida all'isola di San Lazzaro degli Armeni (VE). E' uno dei fondatori dell'associazione culturale Gremio di Bioetica. Ha scritto per la rubrica di Gente Veneta "Lo splendore della vita", per ProVita&Famiglia e fatto parte come articolista esterna del giornale digitale Orwell.live pubblicando per la rubrica di cultura. Negli anni ha tenuto alcune conferenze sul transumanesimo e il postumanesimo (tema in cui è specializzata) di cui una in collaborazione con la genetista Daniela Turato, recensita anche per Avvenire.