Goldrake, robottone giapponese
DVD di Ufo Robot Grandizer (Goldrake), edizione giapponese

La storia degli anime giapponesi dalle origini agli anni ’80

Come si è arrivati al successo mondiale di opere come L’attacco dei giganti e Demon Slayer? Da dove è partita quest’arte conosciuta in tutto il mondo come anime, o cartoni animati giapponesi? La storia degli anime giapponesi è stata lunga e tortuosa, ma interessante e ricca di capolavori.

La primissima animazione giapponese era creata da singole persone come hobby ed erano inspirati dagli animatori americani ed europei. In epoca antica gli anime, o cartoni animati, venivano prodotti con le figure ritagliate illuminate da luci create da lanterne. In questo modo, l’ombra del personaggio poteva essere mossa, a mano, dandogli vita. Questo antichissimo genere di animazione si chiama edo anime.

Il 1917: inizia la storia degli anime giapponesi

Nel 1917 sono usciti i primi tre cartoni animati giapponesi nel metodo moderno. Erano storie che duravano solo 5 minuti. In quegli anni, in gran parte, l’anime raccontava storie tradizionali dall’oriente e racconti folkloristici.

Gli anime antichi, edo anime
Primi esempi di animazione giapponese: proiezioni e figure ritagliate sulla carta.

Gli anni ’30: l’animazione cresce

Durante gli anni ’30 l’anime giapponese ha cominciato ad imitare lo stile occidentale. In questi anni, c’era una forte influenza dello stato militare su cosa si poteva dire e su che tipo di storie si potevano raccontare. Dal 1937 tutto quello che usciva doveva essere approvato dal Governo, doveva essere utile alla propaganda militare. Film e documentari erano pesantemente censurati, e con loro anche gli anime.

Dopo la II guerra mondiale

La creazione di anime è andata a rilento, per via della scarsa forza dell’economia del Giappone. Il Paese era in piena ricostruzione e le priorità erano altre.

Dopo gli anni ’50

Sono cominciati a nascere studi di produzione in stile americano, come la Disney. Il primo studio era la Toe Animation Company, molto attiva ancor oggi. Il primo lungometraggio è stato creato nel 1958, intitolato Il panda e il serpente magico. L’influenza del Disney era fortissima. Toei produceva film d’animazione ogni anno, spesso incentrati su racconti tradizionali dell’oriente. I personaggi erano spesso più o meno kawaii ed avevano come amici personaggi animali.  Un grande passo è stato fatto con l’anime della leggenda cinese del Re Scimmia, tratto da  un manga famoso di Tezuka Osamu. Tezuka è l’inventore del manga giapponese moderno, ed è stato coinvolto nell’adattamento dal manga all’anime. Tezuka ha così cominciato ad interessarsi anche all’animazione. Era cosciente del fatto che al pubblico piacciono storie di fantascienza e storie moderne.

Anime giapponesi Osamu Tezuka
Alcuni dei celeberrimi protagonisti dagli anime di Osamu Tezuka

Gli anni ’60, una rivoluzione chiamata Tezuka

I manga di Tezuka avevano un grandissimo successo, pur proponendo uno stile e dei contenuti rivoluzionari. Negli anni ’60 Tezuka ha creato il primo studio di anime, per la produzione di animazione pensata per la TV, chiamato  Mushi Productions. Grazie a Tezuka, gli anime in tv hanno ottenuto un successo impensabile. Lui disegnava manga di tutti i tipi: illustrazioni per bambini, telenovele per donne, racconti d’avventura per uomini, storie politiche per i quotidiani. In questo modo gli anime e i manga sono stati accettati da tutti.

Gli anni ’70, i classici e lo sbarco in Italia

Negli anni ’70 le case di produzione hanno lavorato ad una sterminata serie di anime per la TV. Producevano racconti misteriosi, storie a tema sportivo, classici della letteratura come Heidi, il diario di Anna Frank, etc..

In questi anni venivano prodotti anche tantissimi giocattoli basati su queste storie, il merchandising è dagli anni ’70 diventato una delle colonne portanti dell’industria giapponese dell’animazione.

Uno degli adattamenti dal manga all’anime più importanti e di più grande successo è stato quello delle storie di Nagai Go, specialmente Mazinga Zeta. Anche in Italia dagli anni ’70 la TV è stata sommersa di anime giapponesi, quasi tutti rimasti nel cuore della generazione che con essi è cresciuta.

La storia degli anime giapponesi
Grandi classici dell’animazione giapponese: Capitan Harlock, Heidi, Mazinga

Gli anni ’80, robot e fantascienza

Verso la metà degli anni ’80 c’erano più di 40 serie di robottoni negli anime e manga. Avevano anche successo in America e in Europa. Un’altro filone è quello dell’avventura nello spazio, la prima storia di gran successo era Uchu Senkan Yamato di Leiji Matsumoto. La sua fortuna è essere uscito subito dopo Star Wars, in quel periodo andavano molto di moda le storie nello spazio e di fantascienza. Matsumoto Leiji ha avuto tanto successo anche con Capitan Harlock, Galaxy Express etc.. Capitan Harlock – Film in 3D, un lungometraggio in computer grafica, è stato presentato fuori concorso alla 70ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia ed è uscito nei cinema italiani il nel 2014, con un grande successo di pubblico.

Grazie ai lungometraggi di Miyazaki Hayao e Takahata Isao è tornata l’importanza della produzione per il cinema, con grandi capolavori rimasti nella storia dell’animazione mondiale e nel cuore dei molti fan. Miyazaki ha lavorato su Nausicaa, un film prodotto dalla rivista Tokumu.

Nel 1984 Nausicaa ha avuto un grandissimo successo. La casa editrice Tokumu ha fatto fondare lo studio Ghibli che ogni anno ha prodotto un lungometraggio alternando le opere di Miyazaki e Takahata. Tra i loro grandissimi successi a livello mondiale: Totoro, La tomba delle lucciole, e molti altri.

Un altro avvenimento molto importante degli anni ’80 è la nascita del mercato “home-video”. Le produzioni erano OAV, original anime video. In genere serie a episodi, più corte di quelle per la TV ma più lunghe dei film al cinema.

Silvio Franceschinelli (DJ Shiru)
Vive qua e là, tra i vari Paesi che frequenta regolarmente il Giappone è uno di quelli che più gli rimane nel cuore. In Italia contribuisce a fondare l’associazione Ochacaffè di cui è il responsabile eventi, dirige la scuola di lingue Il Mulino e coordina le sezioni palco e Giappone di festival quali il Napoli Comicon, il Festival del Fumetto di Novegro, il Be Comics a Padova, ecc. Creatore del progetto artistico K-ble Jungle.